Leonardo Nolano tra Lazio, calcio e la musica. “Oggi ho cambiato vita e sono felice”

Dategli un pallone e sarà felice. Dategli la musica, un dj e una consolle e lo sarà di più. Leonardo Nolano, ex attaccante esterno della Lazio primavera, oggi ha cambiato vita. “Il pallone è stato il mio migliore amico per tanti anni, poi ho preso una decisione diversa”. Questione di testa, obiettivi, passione e prospettive future. “Arriva un momento in cui bisogna crescere e diventare grandi”. Scelte, nient’altro. Oggi Leonardo sorride con e grazie alla musica.

Se chiude gli occhi torna indietro, ricordi e aneddoti sparsi con il pallone tra i piedi. Si parte da quelli che ti restano impressi, che ti cambiano il mondo. “Chi è sto piccoletto? Fa la differenza!”. Nolano ha dodici anni, in campo salta tutto e tutti e in tribuna se ne parla così. Due giorni dopo arriverà la chiamata della Roma. Primo flash. Leonardo andrà via in lacrime, perché quel Futbolclub era prima di tutto un gruppo di amici e per lui è la cosa più importante. “Per me è sempre stato così, nel calcio come nella vita. Andai alla Roma e per due anni ho fatto bene, giocando ovunque. Attaccante, esterno, mezzala, per qualche periodo addirittura terzino. Scelsi però di fare un passo indietro alla fine del secondo anno per studiare. Oggi guardandomi indietro ringrazio la mia famiglia per aver insistito e avermi indirizzato verso un certo tipo di scelte”. Valori al potere, ne raccoglierà i frutti più avanti.

“Lazio? Avevo le farfalle allo stomaco, sensazione incredibile”

Torna al Futbolclub e diventa campione regionale da capocannoniere. In finale due schiaffi alla Roma di Tumminello e Marchizza e qualche sassolino tolto dagli scarpini. Arriva quindi la Lazio, il sogno di una vita. Comprensibile per un ragazzo nato a Roma e da sempre tifoso biancoceleste. “Avevo le farfalle allo stomaco, la sensazione del primo impatto è stata più o meno quella. Alla Lazio sono stato benissimo fin dal primo anno con Franceschini, poi anche con Inzaghi in primavera”. Già, Inzaghi. Uno di quelli ti ricordi per tutta la carriera, parola di chi lo ha avuto come allenatore. Nolano conferma.” Un fratello, un amico. Prima che un mister, credimi. Crede moltissimo nella forza del gruppo, giocava, scherzava ma poi quando doveva bacchettare era il primo a tornare serio e a farsi rispettare. Ha sempre mantenuto il suo modo di essere sia con noi che con Immobile, Milinkovic e gli altri campioni che ha allenato”. Inzaghi style. “Ho avuto solo la sfortuna che lui sia andato via alla fine del mio primo anno, sono sicuro che la stagione successiva avrei giocato molto di più”. Un what if che Leonardo oggi ricorda con il sorriso, senza rammarico o rimpianti.

Del mondo Lazio sono però tanti i ricordi, dagli allenamenti con la prima squadra ai consigli di Pioli. “Mi diceva di stare tranquillo, di giocare come sapevo e con serenità. Ma in tanti ti mettono a tuo agio, da Keita a Konko e Radu. Poi però in campo non si scherza, ritmi altissimi e grande intensità. Rispetto alla primavera è un altro mondo”.

Musica, obiettivi e una nuova vita

Dopo due anni si arriva a un bivio, hai 18 e sei cosciente che devi prendere una scelta di quelle da dentro o fuori. “Ho scelto di andare all’università, cercando di aprirmi una strada alternativa al calcio. Poi è arrivata la musica ed è cambiato tutto”. Idee chiare fin da subito. Questione di pancia, cuore, prima che di testa. “Ho capito che la musica mi entrava dentro, mi dava delle sensazioni diverse. Vuoi anche perché iniziavo piano piano a vivere la vita di un adolescente ‘normale’. Passami il termine ma chi è stato dentro quel mondo sa che è così. Quindi è come ti arrivasse una ventata di libertà. Poi con la musica è stato amore a prima vista”
Nolano ha scelto quindi la Luiss, giocando nella squadra allenata prima da Ledesma e poi di Stendardo. Un anno in D e due in eccellenza. “Sono contento della decisione che ho preso, studiare mi ha formato tanto. Oggi frequento un master in musica, sogno di fare carriera in questo ambito. Mi ero messo in testa che dovevo laurearmi in tempo e ce l’ho fatta. Credo sia la foto più bella del mio percorso”. Obiettivo raggiunto.

Leonardo sull’avambraccio sinistro ha un tatuaggio con scritto “musica”. Incisa sulla pelle e messa al centro della sua vita. Oggi questo è il suo mondo. “Ho aperto con altri amici, Mania, una società che si occupa di eventi a Roma. L’obiettivo è espanderci non solo in città ma in tutta l’Europa. Prima di tutto siamo una famiglia, un gruppo che condivide una passione comune con la stessa intensità e voglia di fare”. Il divertimento degli altri come punto cardine e concetto di base. “La missione è quella che diventi il mio lavoro. Nelle nostre feste l’ambiente è sano, il messaggio che passa è positivo, di puro divertimento. La musica è sempre stata il leitmotiv della mia vita e spero possa continuare a esserlo per sempre”. Con un grazie speciale al calcio, sorridendo verso il futuro e la sua nuova vita. Sull’avambraccio destro c’è spazio per altri traguardi. Leonardo lo sa, la musica lo aspetta.

Lorenzo Cascini

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