Il progetto giovani, il “bel calcio” e uno sguardo a un futuro ambizioso: il focus sul Licata Calcio
Focus sul Licata Calcio – 26 punti in 16 partite, seconda difesa del campionato, rosa tra le più giovani del Girone I di Serie D e ben 6 calciatori under in prima squadra cresciuti nel settore giovanile. Obiettivo? La salvezza, per il momento. Il Licata Calcio è una realtà che da qualche anno ha avviato un progetto giovani importante, che sta dando i propri frutti. I meriti sono divisi equamente tra la “Cantera gialloblù” e Pippo Romano, un allenatore che ama il bel calcio ma che soprattutto non guarda la carta d’identità. Mai. Tra giovani, calcio propositivo e un importante progetto stadio: il nostro focus sulla formazione siciliana gialloblù.
Il percorso in campionato del Licata Calcio
Come lo scorso anno, l’obiettivo stagionale del Licata Calcio è quello di una salvezza tranquilla. Il bilancio è da considerarsi assolutamente positivo: 26 punti in 16 partite (una da recuperare), 21 gol fatti e soltanto 13 subiti (seconda difesa del campionato dietro al Catania) e sesto posto in classifica. Un girone d’andata che lascia tranquilla la squadra gialloblù, ma l’allenatore Pippo Romano ha più volte ribadito: “Mai mollare la presa”. È questo il motto del Licata, che non ha mollato nemmeno quando dopo tre partite la classifica recitava “ultimo posto con 0 punti”. Fu lì che iniziarono le critiche: “la squadra è troppo giovane”, “servono innesti d’esperienza”. Erano queste le frasi più gettonate.
Ma perché? Il Licata nel corso dell’estate ha perso Boubakar Samake, miglior marcatore della passata stagione e adesso alla Vibonese, Maiko Candiano – punto di riferimento del centrocampo gialloblù – Stefano Currò (2003 di ottima prospettiva) e Matteo Lanza, classe 2005 adesso in prestito all’Empoli.
C’era scetticismo sulla campagna acquisti del direttore sportivo Giovanni Martello, che con il tempo ha però avuto ragione. Il Licata ha poi “messo la quinta”, iniziando a inanellare risultati positivi su risultati positivi e soprattutto divertendo i propri tifosi con un calcio propositivo, offensivo e a ritmi elevatissimi. I gialloblù hanno perso soltanto una delle ultime 13 partite e adesso non vogliono più fermarsi.
I giocatori chiave
“Non mi piace parlare dei singoli. La forza di questa squadra è il gruppo”. È con molta probabilità la frase più pronunciata da Romano durante le varie conferenze stampa. Ma non è una frase di circostanza: perché il Licata non ha il classico singolo che risolve le partite, non ha un giocatore in grado di fare la differenza da solo. Sono in tanti ad emergere, ma grazie al contesto squadra.
I punti di forza sono diversi, ma non si può non partire dalla difesa, unico reparto totalmente composto da “over”. Federico Valenti in porta è un veterano, Benny Calaiò e Giulio Orlando sono ormai due colonne del Licata, così come Alessandro Cappello. A questi si è aggiunto Roberto Vitolo, difensore-bomber della squadra (3 gol segnati) e da poche partite anche rigorista. Una difesa a tre composta da elementi rocciosi, disciplinati tatticamente, ma forti anche tecnicamente e in grado di partire con la costruzione dal basso tanto amata da Romano.
Accennavamo ai giovani, altro punto di forza della rosa gialloblù. In tanti stanno emergendo, ma tra tutti quello che sta maggiormente impressionando è Giulio Frisenna, centrocampista classe 2002 ex Catania che gioca con una personalità insolita per un calciatore della sua età. In avanti non c’è un bomber, ma gente che lotta e si impegna come Minacori e Ouattara. Ultimo giocatore chiave, ma non per importanza, è Riccardo Rotulo: trequartista puro, dotato di grandi doti tecniche, che dopo una partenza a rilento adesso è spesso tra i migliori in campo.
Il progetto giovani del Licata Calcio
Il segreto della realtà Licata Calcio è sicuramente il progetto giovani, già menzionato. Da quando è nata la “Cantera gialloblù”, sono 24 i calciatori provenienti dal settore giovanile che hanno fatto l’esordio in Serie D. Sei sono anche i giovani in rosa provenienti dalla “Cantera”. Lo scorso campionato – due anni sotto età – è emerso Matteo Lanza, classe 2005 adesso in forza all’Empoli. Quest’anno ne stanno venendo fuori altri, oltre al già citato Frisenna.
Jalilu Mudasiru, compagno di reparto di Frisenna a centrocampo, è un classe 2002 che già da un paio di stagioni si sta imponendo in Serie D, ma c’è un altro giocatore che sta continuando a stupire. È Emiliano Pino, esterno a tutta fascia classe 2004, che con spirito di sacrificio e abnegazione si è adattato a un ruolo non suo. Menzione anche per Leonardo Saito, attaccante classe 2004 che al suo esordio da titolare in Serie D ha siglato una doppietta, salvo poi fermarsi per infortunio nelle partite successive. In panchina ne scalpitano tanti, consapevoli che – con Romano – l’occasione prima o poi potrà arrivare.
Uno sguardo al futuro anche fuori dal campo
Se il 2022 del Licata è finito nel migliore dei modi, il 2023 potrebbe anche proseguire meglio. Il motivo? Una possibile (e molto probabile) totale ristrutturazione dello stadio “Dino Liotta”. Dopo un iter molto lungo e complicato, la società attende adesso il termine definitivo dello stesso e l’inizio dei lavori allo stadio, che entro il 2023 verrà con molta probabilità totalmente riammodernato. Il patron Enrico Massimino ha da sempre dichiarato che lo stadio è alla base del processo di crescita del club gialloblù e nel 2021 ha ottenuto la concessione per i prossimi 15 anni.
Nel corso del 2022, la società licatese – con l’aiuto dell’amministrazione comunale – ha “intercettato” un finanziamento utile per ristrutturare lo stadio: dal manto sintetico agli spogliatoi, passando per le tribune. Dopo un lungo percorso, il Comune di Licata e il Comune di Aidone hanno firmato la convenzione per redigere il progetto per la ristrutturazione dello stadio Dino Liotta. Progetto già completato e approvato, con un iter che è sempre più vicino alla conclusione positiva.
Da qui potrebbero aprirsi nuove strade e nuovi orizzonti per il Licata Calcio. Chissà, magari verso palcoscenici più ambiziosi. Per il momento, però, i “ragazzi terribili” di Romano continuano a stupire in Serie D. Giovani sì, ma guai a chiamarli inadatti e inesperti.
A cura di Domenico Cannizzaro