Licata-Sancataldese, due arresti dopo gli scontri nel pre partita
Dopo gli scontri tra le tifoserie di Licata e Sancataldese nel pre partita, due persone sono state arrestate per aver ferito un poliziotto.
Un brutto episodio, non si può definire altrimenti. Il pre partita di Licata-Sancataldese ha visto diversi scontri tra le due tifoserie con lancio di sassi e oggetti vari. Come vi avevamo raccontato, diversi tifosi erano rimasti feriti, ma anche un poliziotto, che è stato poi medicato al pronto soccorso.
Gli scontri hanno anche mandato in frantumi i vetri di diverse auto parcheggiate sul posto, compreso uno dei pullmini di proprietà del Licata Calcio. Tra le due tifoserie non corre buon sangue e la vera e propria guerriglia era cominciata fuori dallo stadio vicino all’ingresso degli spogliatoi.
A circa 10 minuti dall’inizio del match era tornata la calma e la partita era cominciata seppur con qualche minuto di ritardo. Nel post partita, tuttavia, ci sono stati ancora disordini in centro tra i tifosi del Licata e la polizia.
Come riportato dall’agenzia ANSA, due persone sono state arrestate proprio per aver ferito il poliziotto durante il pre partita. I due soggetti sono accusati di violenza e resistenza nei confronti di un pubblico ufficiale.
Scontri Licata-Sancataldese, il comunicato
Di seguito riportiamo il comunicato dell’agenzia dopo gli scontri tra le tifoserie di Licata e Sancataldese. “Due persone di Serradifalco (in provincia di Caltanissetta) sono state arrestate dalla polizia perché ritenute responsabili del ferimento del poliziotto durante gli scontri per la partita Licata-Sancataldese del campionato di serie D“.
“I due, difesi dagli avvocati Dino Milazzo e Gaetano Costa, sono accusati di violenza e resistenza nei confronti di un pubblico ufficiale. Gli arresti sono avvenuti in differita due giorni dopo il match sportivo. I due attualmente sono detenuti ai domiciliari. Questa mattina alle 11 è fissata l’udienza di convalida dinanzi al gip di Caltanissetta. Dopo la convalida la competenza tornerà alla procura di Agrigento“.