Luca Palmieri, il ragazzo che sogna la Serie A da una scrivania: “Non so quando, ma voglio arrivarci”
La sua voce è di quelle simpatiche, quasi rotta dall’emozione per i complimenti mostratigli. Si capisce quanto Luca Palmieri sia una persona a modo: “No ti prego dammi del tu, veramente”.
Più che un’intervista questa è stata una chiacchierata, un modo per conoscersi e parlare di sogni comuni a tanti ragazzi, con un ragazzo, che di fare questo mestiere al massimo livello, sogna da quando è a malapena maggiorenne. È proprio dai giovani che il direttore vuole partire, e in tanti casi ri-partire. Il suo sogno è quello infatti di avere tanti giovani intorno, quello di costruire una squadra vincente, quello di dare nuove opportunità strappate troppo presto a giovani calciatori e collaboratori.
Intervenuto in esclusiva a SerieD24, Luca Palmieri, giovanissimo aspirante direttore sportivo dalla Campania di 25 anni, ha voluto parlare della sua esperienza e dei suoi obiettivi futuri.
“L’obiettivo? Naturalmente la Serie A, ma circondato da giovani”
Prime battute di questa intervista che si sono concentrate sulle aspirazioni del giovane direttore sportivo. Luca avrà infatti l’esame di abilitazione a giugno, quando a Coverciano una volta superato diventerà ufficialmente un direttore sportivo: “Non mi interessa quando ma sono sicuro di arrivare in Serie A. E la cosa più bella di questo viaggio sarà farlo con i giovani“.
Luca infatti è un pozzo continuo di idee, e tutte quante seguono una grande linea verde continua, quella che dà la linfa al nostro calcio: quella dei giovani. Quasi un invito a tutti a non mollare mai.
“Metterli in secondo piano è un errore madornale. Al ragazzo va tesa la mano, va data fiducia. La cosa brutta e triste di questo processo di etichettatura giovanile è far perdere l’amore per il pallone ai ragazzi, portandoli spesso a smettere di giocare”
“L’obiettivo del professionismo si ottiene con lo studio e il rinnovamento”
Un ragazzo umile, che non si paragona a nessuno ma che si ispira un po’ a tutti. Una spugna di direttore sportivo, che cerca di assorbire l’ambiente che ha intorno, facendone sue le qualità e allontanando i difetti. Un ragazzo che studia, che ha studiato e che continuerà a studiare, con l’obiettivo di arrivare sempre più in alto:
“Per me il professionismo non è un sogno ma un obiettivo, frequentandolo con presenze sui campi nazionali, studiando. In Italia non è facile, specialmente quando si parte dal basso senza background calcistico, ma grandi come Marotta insegnano quanto lo studio sia importante. Sono oltretutto dell’idea, che bisogna avere l’audacia di affidare dei ruoli ai giovani, bisogna dare l’opportunità ai giovani che ne meritano.
Luca ne fa un esempio tangibile, parlando di Matteo Patti, direttore sportivo del Latina Calcio 1932 in serie C, fresco di rinnovo biennale: “Matteo ne è un esempio, un direttore giovane, alla prima esperienza, che ha fatto bene con un modesto budget, portando dentro giocatori che si sono rivelati fondamentali alla causa nerazzurra, creando il giusto mix tra giovani e over” .
Luca Palmieri sulla Serie D: “Cassino e Martina le rivelazioni”
Inevitabile un confronto con il direttore sulla realtà del campionato di Serie D, quasi volto al termine. Quest’anno è volutamente rimasto fermo dall’attività sul campo, per studiare e per farsi trovare pronto al meglio per quest’estate:
“La scelta di rimanere fermo è stata strettamente personale. Ho declinato qualche proposta per concentrarmi al meglio sullo studio, per farmi trovare pronto dopo l’abilitazione. I gironi a me più affini sono stati il girone G, H e I. Sono stati tre campionati che ho studiato parecchio, e alla quale sono legato per motivazioni territoriali, essendo campano.”
Un passaggio sulle rivelazioni del campionato: “Sono sorpreso dal campionato del Cassino e di quello del Martina, come non parlare di due realtà costruite in questa maniera. Specialmente il Girone G ha avuto un grande innalzamento del tasso tecnico negli ultimi anni. In quanto a Cassino e Martina sono un mix adatto di giovani non più under, e di over chioccia che portano a grandi risultati, come in entrambi i casi l’aver sfiorato la Lega Pro“.
Continua a parlare della sua idea di calcio il direttore: “Sono della filosofia di dover creare squadre senza spendere grandi cifre di denaro, con idee e programmazione valida alla base. Questo per me è un mix vincente in ogni campionato“.
Luca Palmieri: “Che direttore sono? Amo questo gioco, mi ispiro ad Ancelotti”
Luca è un ibrido tra i direttori moderni – grazie allo studio frequente – e la presenza sul campo dei direttori all’antica. Un esempio? Walter Sabatini con l’ultimo iPhone.
“Quando parlo con un ragazzo, devono coincidere i nostri interessi. Il suo benessere è il mio. Mi ispiro tanto a Carlo Ancelotti in questo. È infatti per me fondamentale, come lui, avere un gruppo bilanciato, dove lo spogliatoio sia una seconda casa, come uno scudo per le debolezze, che nel gruppo devono sparire“.
Un ragazzo appassionato, in attesa dell’abilitazione ma in realtà già ds da anni, dai 18. Una persona che ha scelto di fare del proprio calcio la sua vita. Un calcio fatto di giovani alla quale si deve dare una seconda opportunità, un calcio fatto di studio e di amore per questo sport.
A cura di Alessandro Palmigiani.