Un legame indissolubile: Luci a Livorno capitolo 2

“Luci a Livorno” potrebbe canticchiare Roberto Vecchioni o qualsiasi italiano che conosce la canzone. Ai tempi degli amaranto in Serie A ci stava bene anche nella versione originale. Ora però la notizia è un’altra. Andrea Luci torna nella sua Livorno. Lui originario di Piombino (porto storico del livornese), ma ormai adottato da Livorno. Una storia d’amore che ha dovuto superare tante difficoltà, alcune quasi impossibili. Un amore mai scalfito.

Luci, Livorno e il Livorno

Già perché a Livorno Luci ha vissuto la morte di Pier Mario Morosini prima e la malattia del figlio poi. Due sfide terribili e diverse. La seconda, più personale, l’ha affrontata anche grazie alla sua gente: “Anche quando la fortuna non è stata dalla mia parte e la vita mi ha messo davanti ad una delle cose peggiori per un genitore : la malattia di un figlio! Mi sono sentito abbracciato da un’intera città che mi è sempre stata vicino, che mi ha aiutato a sostenere la nostra associazione e che mai smetterò di ringraziare” aveva scritto il giorno dell’addio al Livorno.

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Ci sono altri due passaggi di quella lettera che fanno capire quanto il suo ritorno in amaranto sia una notizia tanto romantica: “Essere capitano del Livorno è stato un onore e ho cercato di trasmettere la mia passione e il mio amore per questa squadra  ad ogni mio compagno“. Questo il primo. Capitano e simbolo come altri in passato. Se per Cristiano Lucarelli poteva essere semplice essendo livornese di nascita, Luci come Igor Protti è uno ‘straniero’. Nel calcio non si diventa simboli di una società per diritto di nascita. Lo si diventa se si sposano valori e tradizioni. Per Luci è andata così.

Il secondo passaggio della lettera è ancora più significativo: “Come ho sempre detto, il mio sogno era di finire la mia carriera qui. Purtroppo le cose non sempre vanno come uno vorrebbe”. Andrea qua ti sei sbagliato, il tuo sogno si può realizzare.

Il ritorno a casa arriva nel momento più importante. Lui che ha detto addio un anno prima del fallimento, torna nel momento della rinascita. In un momento in cui serve ricostruire e per farlo servono proprio personaggi che sappiano trasmettere i valori del Livorno.

Lui lo sa fare. Ha vissuto tante esperienze a Livorno e al Livorno. Due promozioni il dolce ricordo, le tre retrocessioni gli incubi, ma: “Ogni volta sono uscito dal campo sapendo di averci messo tutto il cuore e tutta la grinta che ho“. Soprattutto ha vissuto il Livorno in Serie A. Una categoria tanto lontana ora. Lui torna per avvicinarla. Il primo passo sarà tornare in Serie D, il secondo ritrovare il professionismo.

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