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Programmazione ed entusiasmo, il Manfredonia è pronto a stupire anche in Serie D

Manfredonia Serie D

‘Ce ne andiamo, ce ne andiamo in Serie D’, questo coro risuonava all’unisono la scorsa domenica dalla curva nord dello stadio Vito Curlo di Fasano, teatro dell’ultima impresa targata Manfredonia. I sipontini, scesi nei meandri del dilettantismo pugliese dopo una serie di travagliati eventi, hanno rivisto la classica luce in fondo al tunnel con una stagione che rasenta la perfezione. Il calcio di rigore spedito alle stelle da Fruci ha difatti riaperto le porte della Serie D ai garganici a cinque anni di distanza dall’ultima volta.

L’obiettivo era stato concordato ai nastri di partenza: il sodalizio guidato dal patron Giuseppe Di Benedetto è riuscito a completare la missione. Da un regolamento particolare alla questione spinosa stadio, l’annata del Manfredonia non è stata particolarmente serena. Tuttavia, una sana programmazione e un organico collaudato e ricco di entusiasmo hanno fatto sì che l’allenatore Pasquale De Candia e i suoi ragazzi salutassero finalmente l’Eccellenza. Ora non gli resta che cantare: “Ce ne andiamo in Serie D”.

Manfredonia Serie D

Manfredonia, due titoli in tasca e tanti saluti all’Eccellenza Pugliese

La finale del campionato di Eccellenza Pugliese tra Manfredonia e Città di Gallipoli è stata un grande spot per il calcio. Spettacolo dentro e fuori dal campo, calciatori di ottimo livello e tifoserie di altra categoria. Quest’ultime si sono date battaglia solo a livello di decibel prima della sportiva stretta di mano al triplice fischio. La contesa tra le vincitrici dei due gironi – e conseguenti play-off – ha premiato il Manfredonia più freddo e lucido al momento dei calci di rigore. Sul campo neutro del Vito Curlo di Fasano la festa è stata tutta del Donia. Per l’ottimo Città di Gallipoli l’ultimo treno per la Serie D passa necessariamente dai playoff nazionali.

Una squadra, quella bianco-celeste, costruita per monopolizzare il campionato già dalle prime battute. O ragazzi di De Candia hanno rispettato le aspettative dominando una regular season chiusa con otto lunghezze di vantaggio sull’ostico Bisceglie. Miglior attacco e seconda difesa meno battuta, il delfino è incappato in una sola sconfitta. Questa è maturata addirittura a ottobre 2022 sul difficile campo del Corato.

Manfredonia-Barletta (Facebook)

I ragazzi di Pasquale De Candia si sono ripetuti ai play-off estromettendo dal torneo il Bisceglie forse nella partita più carica di significato per il popolo sipontino. La sfida, terminata 0-0 dopo 120′, ha visto prevalere il Donia in virtù del miglior piazzamento in regular season. Questa partita è coincisa con la prima uscita stagionale allo Stadio Miramare. Una questione, quella relativa all’impianto di Via San Giovanni Bosco, che tiene banco anche a campionato concluso.

Un lungo pellegrinaggio che ha spesso tenuto la tifoseria lontana dalla squadra

Nonostante il blasone della società e la storia racchiusa all’interno dello Stadio Miramare, il Manfredonia non ha potuto usufruire dell’impianto di fede amica per tutto l’arco della stagione. San Ferdinando di Puglia, Apricena, Monte Sant’Angelo, Molfetta, sono i campi principali su cui la formazione bianco-celeste ha dovuto disputare le partite casalinghe per tutto il corso del girone A di Eccellenza Pugliese. L’inagibilità del Miramare e la distanza dalle sedi sostitutive, oltre a costringere la squadra a un vero e proprio pellegrinaggio ha difatti tagliato le gambe a tutti i tifosi. Il Manfredonia si è ritrovato dunque costretto a giocare ‘in casa’ sempre con pochi sostenitori al seguito.

Per questo motivo, la semifinale contro il Bisceglie, ha assunto un valore decisamente maggiore. La riapertura dei cancelli del Miramare ha chiamato all’appello tutta la città. Tutto esaurito in ogni ordine di posto con il bianco-celeste che campeggiava in qualsiasi settore del campo. Entusiasmo tuttavia sventato sul nascere poiché, all’indomani di quella sfida con i biscegliesi, nuovi dissidi tra la società sipontina e i proprietari dell’impianto hanno rimesso tutto in stand-by.

credits: Lucia Melcarne

Di Benedetto, la Serie D già sfiorata ora diventa realtà

Superato lo scoglio Città di Gallipoli nella finalissima, il Manfredonia è tornato a scrivere il proprio nome nel prossimo calendario di Serie D. Ciò non avveniva dalla stagione 2017/2018. Tra i più acclamati nella storica serata di Fasano c’è senza ombra di dubbio il Presidente Giuseppe Di Benedetto. L’imprenditore ha raggiunto l’obiettivo prefissato e già sfiorato nella stagione 2020/2021. Entrato proprio in quell’annata nel mondo del calcio dopo aver rilevato l’Audace Barletta – futura Trinitapoli – Di Benedetto è arrivato subito vicinissimo alla Serie D. In quella circostanza – dopo aver eliminato tra le altre proprio il Manfredonia – la finalissima gli riservò un destino diametralmente opposto.

A far festa quel 27 giugno 2021 fu la Virtus Matino che travolse l’Audace Barletta con un perentorio 5-0. In quella circostanza a guidare i salentini in campo c’era Esteban Giambuzzi: argentino che due anni dopo sarebbe diventato uno dei leader del Manfredonia nonché capocannoniere. Per Di Benedetto non fu proficuo neanche il secondo tentativo, con la GSD Trinitapoli che si fermò sul gradino più basso del podio dietro a Barletta e Corato. In questo caso non fu d’aiuto un regolamento scellerato che cancellò i play-off a stagione in corso.

Abbandonata la sua città natale, Di Benedetto ha deciso di spostare il titolo sportivo a Manfredonia. Il patron ha ridato entusiasmo a una grande piazza compiendo una super cavalcata arricchita da due titoli. Oltre alla promozione in Serie D, il Manfredonia ha primeggiato anche nella Coppa Italia Eccellenza Puglia.

L’eccellente lavoro di Pasquale De Candia

Timoniere della squadra è Pasquale De Candia allenatore esperto che, nonostante le tante offerte pervenute dalla D, ha accettato di scendere di categoria per sposare l’allettante progetto sipontino. L’allenatore nativo di Molfetta non ha tradito le attese, traendo il massimo dalla rosa a disposizione e dal suo ormai collaudato e intercambiabile 3-5-2.

Manfredonia, rosa completa ma pronta a essere ulteriormente migliorata in Serie D

Allenatore e presidente a parte, leggendo i nomi in rosa, fin dall’inizio era facile pensare al Manfredonia come logica favorita. Il colpo da novanta era rappresentato senza ombra di dubbio da Vito Morra, non ancora sazio dopo il triplete ottenuto da protagonista a Barletta. Insieme a lui anche l’esperienza di gente come Biason, Turitto e Giambuzzi, tutti calciatori a cui l’Eccellenza sta probabilmente stretta. Tanta affidabilità in difesa con D’Aiello, Montrone e Conticchio e il polivalente Lobosco, tutti a protezione della porta di Chironi. Una chicca è rappresentata dagli under, con Salvatore e Bevilacqua giocatori dimostratisi fin da subito a loro agio nel campionato e che presto potrebbero ambire a categorie più importanti. Stessa sorte anche per l’esterno Panelli e il più piccolo di casa Achik, letale nello spezzare l’equilibrio a gara in corso. Quitadamo valore aggiunto nel finale di stagione anche da falso nueve, Giuseppe Lopez e Yannick Makota i regali del mercato invernale.

Una rosa che rappresenterebbe una buona base anche per il campionato di Serie D. Il Manfredonia non è però sazio e con la dovuta programmazione può essere la matricola terribile del prossimo infernale girone H.

A cura di Michele di Vincenzo