Il sogno di ogni ragazzo che muove i primi passi nel mondo del calcio è quello di ripercorrere le stesse orme del proprio padre. Infatti, i cosiddetti “figli d’arte” sono molto frequenti nel calcio italiano. Sudore, passione, amore per lo stesso sport e il gol, sono questi alcuni degli elementi che le coppie padre-figlio condividono, a volte anche con la maglia della stessa squadra. Il cognome non è nuovo e, per tornare sempre al binomio padre-figlio, neanche il ruolo è cambiato: quello dell’attaccante. Stiamo parlando di Marcello Mascara, figlio dell’ex Napoli e Catania Giuseppe e calciatore del Siracusa, club che milita nel girone B di Eccellenza Sicilia.
19 anni, classe 2002 e la tanta voglia di crescere e scalare tutte le categorie. Una stagione iniziata con ottime premesse, fin qui sono complessivamente 4 le presenze con 2 reti siglate, una in campionato e una in Coppa Italia, messa a segno nella gara di andata degli ottavi di finale contro il Palazzolo vinta con il risultato di 1-0. Esordisce così ai microfoni di seried24:
“Venivo da un momento difficile della mia carriera. Sotto la guida di mio padre come allenatore sono cresciuto moltissimo. Ho iniziato a giocare con molta continuità e ho segnato. Cosa mi ha detto dopo la mia prima rete? Io dovevo ripagare tutta la fiducia che aveva mostrato nei miei confronti, era ovviamente felice. Vedere un figlio segnare con la maglia della squadra che alleni non ha prezzo“.
Cosa si prova a essere allenati dal proprio papà? Il calciatore del Siracusa spiega il rapporto con Giuseppe Mascara dentro e fuori dal campo: “Esistono due tipi di rapporto con mio padre. Quello familiare è speciale, condividiamo tante cose, non solo la passione per questo sport, ed è davvero un forte legame. Per quel che concerne il calcio, dal momento in cui varchiamo il cancello che ci conduce allo stadio o al campo di allenamento lui diventa semplicemente il mio allenatore. Devo essere trattato e considerato come tutti gli altri componenti della squadra ed è giusto così. Devo ammettere che in alcuni casi mi chiedevo perché, durante un allenamento o una partita, se la prendesse così tanto con me. Crescendo e maturando ho compreso il motivo, voleva che io dimostrassi tutto il mio potenziale“.
Una carriera iniziata con una pagina poco felice: “Prima di andare a Siracusa ho, come ti dicevo, vissuto dei momenti davvero difficili. Al Sicula Leonzio, in Serie D, non riuscivo a trovare molto spazio. Io volevo dare il mio contributo, avevo una voglia matta di aiutare i miei compagni e di esprimere al meglio tutte le mie potenzialità. Tuttavia, non è andata come immaginavo“.
Ora le cose sono cambiate, Siracusa per il rilancio: “Il mio obiettivo ora è quello di continuare a crescere. Il Siracusa mi ha dato una grandissima chance e voglio ripagare questo club nel migliore dei modi. Ho voglia di giocare e far vedere di cosa sono capace di fare per aiutare la mia squadra a raggiungere la vittoria del campionato e non solo. Darò e daremo il massimo, anche con mio padre, per portare questa squadra in Serie D dove merita di stare. Vogliamo raggiungere a tutti i costi la promozione in questa categoria. Spero anche di riuscire a dare continuità alla mia fase realizzativa, me lo auguro“.
Futuro? Mascara è chiaro, gli obiettivi sono complicati ma mai smettere di credere ai propri sogni: “Non riesco a prevedere il futuro. Io mi auguro di ripercorrere le orme della carriera di mio padre, giocare in Serie A e in Champions League non ha prezzo. Ricordo con affetto la piazza di Catania, ho vissuto tanti anni in quella città, giocare al Massimino di fronte a quel pubblico non ha prezzo, tutti gli appassionati lo vorrebbero. Sono legato molto al Napoli, conservo un grande ricordo“.
La parentesi del padre a Napoli con la scoperta di un calciatore speciale: “Proprio con la maglia azzurra del Napoli ho visto mio padre fare il suo esordio in Champions. Quella devo ammettere è stata una grandissima emozione. La canzone della competizione, l’atmosfera, le grandi squadre, i grandi campioni che affronti e lo stadio colmo di tifosi. Ho ancora i brividi. Ho conosciuto molti compagni di mio padre, stimo molto Lavezzi per il rapporto con la mia famiglia e per il suo modo di giocare. Ancora oggi lo seguo, soprattutto sui social, e lo prendo come punto di riferimento in campo. Ogni tanto l’ho sentito e gli ho fatto gli auguri di compleanno“.
“Inoltre, un momento che non dimenticherò mai è il gol di mio padre nel derby contro il Palermo vinto 4-0 in trasferta. Fare gol da centrocampo contro la tua rivale di sempre non ha prezzo, soprattutto in Serie A. I rosanero vivevano un momento incredibile, dunque la giocata vale il doppio“.
A cura di Ettore Aulisio