Marcello Trotta: “Futuro? È presto, ma qualcuno ha già chiamato. Su Pistoiese e Brindisi…”
L’intervista a SerieD24 del bomber Marcello Trotta, già proiettato verso la prossima avventura
È complicato fare l’attaccante: le partite di calcio si vincono segnando più gol dell’avversario, ogni rete ha un peso specifico importantissimo. Segnare o non segnare comporta condizionare l’umore di una piazza e attaccanti di esperienza come Marcello Trotta lo sanno molto bene, soprattutto se come Marcello Trotta giocano spesso nelle piazze più grandi.
Certe volte le cose vanno bene, segni tanti gol e tutto va per il verso giusto. Può anche capitare, però, un periodo no: gli attaccanti lo sanno. Tutto insegna, è proprio Marcello Trotta ad averlo spiegato a noi di SerieD24.
“Quello che non mi era mai successo in tutta la carriera mi è capitato in pochi mesi, speriamo non ricapiti più (ride, ndr). Con la Pistoiese avevamo trovato la strada giusta per fare un campionato competitivo e salire in Serie C, avevamo anche recuperato tanti punti. Il calo, anche delle forze economiche della società, poi, hanno condizionato tutto il lavoro svolto”.
“Col Brindisi, in Serie C nella seconda metà dell’anno, la situazione era diversa: sono arrivato con la squadra già in una posizione di classifica poco felice, ci davano per spacciati ma abbiamo dato filo da torcere a tutti”.
Sul mercato: “Al mio prossimo club porto tanto. C’è ancora tempo per decidere…”
Prima Pistoia, poi Brindisi: due situazioni completamente differenti, che hanno messo alla prova Marcello, pronto a ricominciare però ad alti livelli e con un bagaglio d’esperienza ancor più ricco al seguito. “Alla squadra dove andrò a giocare porterò un bagaglio culturale importante e soprattutto testa, un connotato che fa sempre tanto in qualunque sport. Serve testa e mentalità per affrontare le situazioni più complesse con le maglie più pesanti addosso e voglio trasmettere anche ai ragazzi più giovani tutto quel che ho avuto modo di apprendere giocando qui e là in carriera”.
“Mi reputo fortunato ad aver giocato in tante grandissime piazze, perché a prescindere da categoria e situazioni di classifica le grandi piazze vogliono i risultati e ti spingono a dare il massimo. È un orgoglio aver vestito le maglie che ho vestito”. È ancora un po’ troppo presto, però, per dire quale sarà la prossima piazza del bomber ex Sassuolo e Crotone: “Qualcosina dalla Serie D si è già mosso, perché i campionati sono già finiti, mente in Serie C vanno completati i play-off. Non chiudo le porte a nessuna squadra, ma sento di poter dare ancora tanto e vorrei avere ancora chance di dire la mia tra i professionisti“.
La storia di Marcello Trotta, dal trasferimento in Inghilterra fino all’approdo in Serie A
Nato a Santa Maria Capua Vetere il 29 settembre del 1991, Marcello Trotta fu tra i primissimi giovani ragazzi a essere inserito nel vivaio del neonato Napoli di Aurelio De Laurentiis. Dal 2005 vive tre anni in orbita azzurra, fino alla chiamata del Manchester City, fresco degli arrivi dal Qatar. Un anno nel vivaio dei Citizens, dove a credere in lui è stato il Fulham: “L’Inghilterra è un altro mondo: c’era molto show, era tutto più «buttati in avanti e vai a segnare», «divertiti e fai gol». Anche in prima squadra il calcio inglese è molto meno tattico di quello italiano, anche se con l’arrivo di molti allenatori stranieri il loro calcio si è molto più tatticizzato. Non ci pensavo, avevo in testa solo il sogno di diventare un calciatore professionista“. Sogno realizzato, anche dopo esser rientrato in patria.
“Tornare in Italia e farlo ad Avellino, che aveva una squadra ricca di giocatori forti, che ci hanno permesso di sfiorare la Serie A, è stata una grande fortuna. Avevo Rastelli in panchina, che è stato importantissimo per me, ma sento che Tesser sia stato cruciale per arrivare in Serie A”. E lo fa con il Sassuolo, prima ancora di vivere due anni da vero protagonista con il Crotone. Marcello ricorda benissimo quegli attimi: “Era una sensazione fantastica, ero arrivato in un club che aveva appena centrato la prima qualificazione in Europa: approcciai una squadra organizzata e forte. Fu importante, perché trovai tra i giocatori più importanti delle persone stupende, che mi diedero una grande mano a integrarmi in quel mondo”. Ora tocca a te svolgere quel compito, visto che l’età avanza per tutti. Ne parlavamo al telefono, Marcello, e ti ho sentito pronto per svolgere entrambi i compiti: aiutare e… segnare.