Il ciclismo, la pesca e la rinascita a Nardò: Marco Calderoni, gregario generoso
Gregario e generoso in tutti gli sport che l’hanno visto protagonista. Questa è Marco Calderoni, terzino sinistro attualmente in forza al Nardò. Non c’è solo calcio nella sua storia: dal ciclismo alla passione pesca nata grazie a Marino Defendi, suo ex compagno di squadra oggi alla guida della Narnese in Eccellenza Umbria: “Da bambino facevo sia calcio che ciclismo – ha dichiarato Calderoni -. Partecipavo solo alle gare e durante la settimana mi allenavo a calcio. Poi giocavo il sabato, e la domenica andavo a correre. A un certo punto, però, devi fare una scelta e io penso di aver fatto quella giusta.
“A Defendi piaceva pescare, ha preso anche una barca. Per provare questa cosa sono andato con lui perché mi rilassava, stacchi un po’ da tutto. Io non pescavo perché non ero capace“.
Calderoni: “Idolo Roberto Carlos. Theo Hernadez terzino moderno”
Marco Calderoni e la passione per il calcio. Il papà, l’idolo Roberto Carlos e la figura di terzino sinistro moderno: “Da piccolo, mio padre mi portava a vedere gli allenamenti e le partite di mio fratello che è più grande di me. Io restavo da solo a guardarlo con il pallone in mano e da lì è nato tutto. Idolo? Roberto Carlos mi piaceva tantissimo. Ad oggi, invece, il prototipo di terzino sinistro moderno è Theo Hernandez: è un giocatore completo perché ha corsa, fisicità e tecnica”.
“A Piacenza la gioia di contribuire alla salvezza”
Il 15 maggio 2009 il primo gol pesante di Calderoni: Pisa-Piacenza 1-3, una marcatura che sancì la salvezza degli emiliani di Stefano Pioli: “Lì è stata la prima esperienza tra i grandi. Avevo 19 anni, ma alla fine mi sono tolto anche la soddisfazione di far gol pesante perché è servito alla permanenza in Serie B del Piacenza”.
“A Palermo mi sentivo un pesce fuor d’acqua”
A Palermo l’esordio in Serie A in una gara vinta 3-1 contro il Bologna: “Era un gruppo formato da grandissimi calciatori. Mi sentivo un po’ un pesce fuor d’acqua con gente come Pastore, Cavani, Nocerino, Liverani, Hernandez, Miccoli. Quando è stato squalificato Balzaretti ho avuto la fortuna di fare l’esordio. Si vedevano già delle grosse qualità e avevano qualcosa in più nonostante giovani. Hanno poi fatto una carriera diversa. Allenarsi con calciatori del genere non può far altro che aiutare la propria crescita”.
“Quel gol contro il Milan è ancora indelebile. Sul Lecce di oggi..”
Circa 70 presenze con il Lecce, gioie, salvezze, e quell’indimenticabile gol contro il Milan a San Siro che regalò il primo punto a San Siro contro i rossoneri in 19 anni: “Dopo quel gol sono scoppiati tutti di gioia perché è arrivato nei minuti di recupero. Era un risultato impensabile, ed è un ricordo che porterò sempre con me. Anche a Lecce, quando passo per strada, tutti mi fermano per ricordare quel gol. Avevo ricevuto la palla da Petriccione, ho fatto lo stop in avanti, ma alle spalle stava arrivando Suso e di conseguenza ho dovuto accelerare. Ho calciato, l’ho presa benissimo, e sappiamo tutti com’è andata a finire.
Oggi il Lecce è in difficoltà e fa pochi gol. La partenza non è stata delle migliori e si sta portando un po’ di scorie. Nel complesso, però, è una squadra che può tranquillamente salvarsi. L’elemento che potrebbe determinarla è Dorgu“.
“A Brindisi siamo rimasti da soli”
Dopo le esperienze con Vicenza, Fermana e Cesena, Marco Calderoni decise di tornare in Puglia per il Brindisi: “Eravamo praticamente abbandonati a noi stessi. La società non c’era e quindi vuoi o non vuoi i problemi extra campo alla fine te li trascini anche nel rettangolo di gioco. Poi col fatto delle penalizzazioni non siamo riusciti più a recuperare”.
“Volevo smettere, ma a Nardò sono rinato”
Da Brindisi a Nardò. Calderoni, a 35 anni, ha ritrovato l’entusiasmo di giocare a calcio: “Negli ultimi due anni, per problemi personali, mi era passata un po’ la voglia, sentivo la pesantezza. Poi, quest’anno, mi sto divertendo di nuovo e mi sento bene fisicamente. Solamente per un paio di anni ho avuto qualche problema, ma ho risolto tutto.
Mi sono trasferito con la mia famiglia a Lecce, e a 35 anni ho preferito non spostarmi più perché probabilmente non mi avrebbero seguito. Ho bambini che vanno a scuola, stanno diventando grandi e mi si è aperta questa possibilità di andare a Nardò e non ho esitato ad accettare”.
Il Girone H è un campionato complicato, sono tutte squadre attrezzate ed è una sorta di Serie C. Il fattore ambientale incide tanto, poi ci sono corazzate come Nocerina, Casarano e Francavilla che sono tra le squadre più forti. Il Nardò è una squadra in crescita anche perché abbiamo avuto qualche difficoltà a inizio stagione. Adesso abbiamo trovato la giusta quadra e cercheremo di arrivare più in alto possibile“.
“Liverani l’allenatore più importante della mia carriera”
Tra i tanti allenatori avuti in carriera, per Calderoni quello più importante è stato sicuramente Fabio Liverani: “L’allenatore più importante della mia carriera è stato Fabio Liverani. Lui è riuscito a tirare fuori il meglio di me a Lecce in due anni. Sono cresciuto tanto e ho avuto anche la fortuna di averlo come compagno di squadra ai tempi del Palermo”.
“Maglia numero 27? Vi spiego il perché”
Marco Calderoni il rapporto con la maglia numero 27. L’ha praticamente indossata per buona parte della carriera: “Maglia numero 27? Prima di andare a Palermo avevo la 24, ma lì quel numero era occupato da Kjaer e c’era libero il 27. Poi ho esordito il 27 marzo e per un fattore di coincidenze mi son tenuto sempre quel numero lì”.
“Studio per diventare allenatore. Sono stato un giocatore di FIFA e Call of Duty”
Cosa c’è, infine, nel tempo libero di Marco Calderoni? “Circa un mese fa ho conseguito la laurea triennale in scienze motorie e adesso vorrei proseguire. La maggior parte del tempo la passo con la mia famiglia, ma c’è stato un periodo dove giocavo anche ai videogame, in particolare a Fifa e Call of Duty. Ma con i bambini dovevo scegliere se riposare o giocare.Sto studiando ancora, ma una volta chiusa la carriera mi piacerebbe prendere il patentino di UEFA B“.