Oltre undicimila chilometri di distanza, quattro ore di fuso orario, tredici ore abbondanti di volo. Eppure l’Argentina e l’Italia, Buenos Aires e Catania, non sono mai state così vicine.
È sui fianchi dell’Etna che, tra il 2010 e il 2014, una vera e propria colonia argentina ha fatto del Catania la squadra più sudamericana d’Europa. Erano in quattordici. Da Maxi Lopez a Barrientos, da Bergessio al Papu Gomez, con la sua ventuno c’era anche Andujar.
Mariano conta oltre 150 presenze in Serie A, ha difeso la porta rossoazzurra dal 2009 al 2014, ha preso parte a due Mondali: nel 2010, in Sudafrica, su convocazione del commissario tecnico Diego Armando Maradona ed è stato vicecampione del mondo con l’Albiceleste nel 2014.
Lo contattiamo, c’è la finale mondiale in Qatar da commentare e ricordi da rivivere, massima disponibilità ed eccolo in esclusiva a Seried24.com.
Mariano Andujar mette subito in chiaro le cose: “Ricordo tutto, sono molto legato a Catania e alla Sicilia. Lì sono nati i miei figli quindi la porterò sempre nel cuore. Spero di tornare presto perché ho un sacco di amici che vorrei rivedere”.
Passano gli anni ma i contatti restano. “Sento ancora i compagni di allora, noi argentini abbiamo un gruppo su whatsapp, si chiama CATANIA DA RECORD, lí ci teniamo sempre al corrente sulle nostre cose.
Appena uscita la sua convocazione per i mondiali ho sentito il Papu Gomez, sono molto contento per lui, so quanto tenesse a questa esperienza. È il sogno di tutti, poter rappresentare la nazionale è sempre unico”. Il supporto di Bergessio per il numero 17 arriva anche in Qatar: “Gonzalo è pazzo per il calcio quindi non mi sorprende affatto che sia a seguire dal vivo il Mondiale”.
Otto anni non sono bastati a stravolgere lo spirito, innato, della Selección così come racconta Mariano Andujar: “Vedo tante cose simili a quel gruppo del 2014: la voglia di stare insieme, di condividere ogni momento. In campo si vede una squadra tosta, che capisce i momenti della partita e sa cosa deve fare per tirare fuori il meglio. Mi auguro per tutti noi, però, che finisca in modo diverso da quella finale persa contro la Germania”.
Il carattere pacato de “La Pulce” non sia equivocabile, ha caricato sulle spalle un popolo intero e lo ha trascinato in finale Mondiale. “Leo è, certamente, un leader. È uno che si fa sentire, senza alzare la voce e concretamente, soprattutto con gli esempi. È sempre stato così. È sempre stato il migliore” – ha continuato Andujar. Non solo Messi, spazio anche a Di Maria: “Angel penso sia dietro Leo il miglior giocatore argentino negli ultimi anni. Un giocatore che si è fatto strada in tutti i top club di Europa. Quindi penso che insieme a Leo si meriti tutto quello che di buono stanno vivendo”.
Trentasei anni dopo l’ultima volta, l’Argentina è a caccia della terza Coppa del mondo, sfiderà la Francia, campione in carica. Andujar non vede l’ora di guardare quella che si prospetta una fantastica finale: “Vincere è quello che tutti noi ci auguriamo possa accadere, ma i momenti di gioia e felicità che fino adesso ci hanno fatto vivere questi ragazzi sono meravigliosi. Poi… speriamo ed incrociamo le dita perché finisca bene”. Almeno questa volta.
C’è un età, nel calcio, che sembra essere quella giusta per appendere le scarpette – o i guanti – al chiodo. C’è un momento che, in realtà, giusto non lo è mai. E così, Mariano Andujar, a trentanove anni, seppur ancora protagonista con l’Estudiantes, con cui ha ancora un anno di contratto, pensa già al suo futuro.
“Vorrei fare l’allenatore, ho già preso il patentino per allenare. Mi piacerebbe fare anche il direttore sportivo ma per lavorare in Italia dovrò seguire il corso lì. Nel frattempo, ne ho già fatti due, uno qui in Argentina e uno a Barcellona. Mi sto preparando per il dopo calcio, insomma, ma per adesso ho un solo pensiero: chiudere bene la carriera, il resto poi si vedrà”.
Mancano ancora novanta minuti, intensi ma ricchi di sostegno, certi che domenica Catania tiferà per la sua Argentina.
Dopo la vittoria della Coppa del Mondo in finale contro la Francia, l’Argentina di Messi e Papu Gomez ha festeggiato il trionfo del prestigioso trofeo. Infatti, la Seleccion è stata accolta da più di 4 milioni di persone a Buenos Aires, una folla che ha impedito alla squadra di raggiungere l’Obelisco, destinazione finale.
Intanto, Mariano Andujar ha pubblicato una foto sul suo profilo ufficiale insieme a Papu Gomez, suo vecchio compagno ai tempi del Catania.
A cura di Angela Sciuto