Rispetto a quanto precedentemente comunicato, per mero errore materiale, il Giudice Sportivo non aveva riportato nel CU n.130 del 26 aprile il provvedimento a carico di Vittorio Massi. I fatti per i quali il presidente del Porto D’Ascoli, Vittorio Massi, è stato inibito a svolgere ogni attività fino al 2 luglio 2023, risalgono infatti allo scorso 23 aprile, in occasione della gara con Pineto. Leggendo il comunicato, il numero uno del club marchigiano avrebbe proferito espressioni offensive e irriguardose all’indirizzo del direttore di gara. L’alterco sarebbe avvenuto al termine della penultima sfida contro il Pineto. Una volta appresa la notizia, i canali ufficiali del Porto d’Ascoli hanno evidenziato il proprio malcontento: “Differentemente da quanto indicato nel comunicato, il presidente non ha potuto avere alcun contatto con il sig. Claudio Allegretta“.
Appresa la notizia dell’inibizione fino al 2 luglio del proprio presidente Vittorio Massi, il Porto d’Ascoli ha subito manifestato il proprio disappunto fornendo una propria versione dei fatti. “Siamo molto amareggiati – scrive il club – per l’inibizione inflitta al nostro presidente Vittorio Massi per una protesta mai avvenuta. Il presidente, presente nel settore ospiti insieme a suo figlio di appena 7 anni, ha avuto accesso alla zona spogliatoi solo a partita ampiamente terminata. L’obiettivo era riprendere la propria auto, con calciatori e terna arbitrale assolutamente assenti e già da tempo sotto la doccia“.
“Differentemente da quanto indicato nel comunicato – continua il Porto d’Ascoli – il presidente non ha potuto avere alcun contatto verbale con il sig. Claudio Giuseppe Allegretta. Al contrario Massi è stato avvicinato dal Commissario di campo, che lo ha ingiustificatamente rimproverato. Il presidente, a quel punto, ha invitato lo stesso a tenere un atteggiamento più professionale, prima di abbandonare l’impianto sportivo“.
“Il Porto d’Ascoli – conclude il comunicato – resta stupito di come semplici diversità di opinioni durante una partita di calcio possano portare a tali conseguenze disciplinari e si riserva ovviamente di far valere tutte le proprie ragioni nelle apposite sedi“.