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Massimiliano Oliveri, carica, passione, umiltà: “Voglio una piazza che creda in me”

Nel mondo del calcio, alcuni valori fondamentali stanno gradualmente scomparendo. Tuttavia, ci sono persone che, con il loro lavoro appassionato e meticoloso, mantengono alto il livello di umiltà nel loro ambiente. Queste persone dimostrano un amore genuino per il pallone e una costante volontà di migliorarsi.

Questo è il caso di Massimiliano Olivieri, allenatore della formazione primavera del Foggia ed ex allenatore ad interim dei rossoneri in Serie C. In spogliatoio mi sento realizzato, tutto viene dal cuore. È passione, cerco di trasmettere tutto me stesso ai miei ragazzi.

“Girone H? Una Serie C anticipata”

È stato spesso chiamato il girone più difficile del campionato. Ora, c’è un altro portatore di questa teoria: ”Le squadre tendono quasi a scappare, dal girone H. Un girone complicato e che è l’antipasto adatto a ciò che è una Serie C. L’ha vinto meritatamente la costanza dell’Altamura.

Un girone a lui caro, che da pugliese è riuscito a seguire spesso e volentieri, studiando, e soprattutto osservando:“Il Girone H è uno dei più complicati, ti mangia vivo. È sempre difficile perché ci sono tante squadre blasonate che vogliono risalire. Un campionato entusiasmante, pieno di qualità, tecnica e strategia. Sembra un campionato professionistico nel dilettantismo, con preparazione e investimenti da professionisti. È il miglior girone.”

Massimiliano Olivieri: “Dare tutto me stesso”

Parlavamo di passione. È proprio sulla passione che si basa la carriera di Olivieri, nata per amore del ruolo dell’allenatore, e arricchitasi di tappe importanti: ”Ho fatto tanta gavetta, dalla seconda categoria, al vincere un campionato col Brindisi in Eccellenza, in . Allenare è stata come una vocazione, già da giocatore infatti ammiravo il ruolo. Credo sia importante rubare da tutti ma mantenere una propria identità di gioco. La mia? Giocare la palla, aggredirla, vincere giocando bene.

Ciò che Olivieri trasmette però non è solamente una grande sicurezza tattica, ma un empatia a livello gestionale di quello che è uno spogliatoio, dei propri calciatori: ”Il dialogo è essenziale. Se ho fatto qualcosa di buono, è perché ho dialogato con i miei uomini. Il rapporto umano e l’empatia sono fondamentali nei valori di ogni spogliatoio. Per questo dovremmo cercare di mettere ogni ragazzo nelle migliori condizioni di operare, perché avremo qualcosa in cambio di grandissimo.

Tanto ha ricevuto durante la stagione con la sua Primavera rossonera, e tanto gli ha dato l’esordio in Lega Pro come tecnico ad interim del Foggia: ”La stagione a Foggia è stata una grande esperienza, sia in primavera che in prima squadra. Nel professionismo ti confronti con società e giocatori importanti, studiando attentamente ogni nuova leva. In prima squadra, anche se ad interim, sono stato felicissimo di allenare per poche settimane. Abbiamo perso a Cerignola in modo immeritato, ma poi abbiamo fatto una grande partita a Monterosi.

“Voglio una piazza che creda in Olivieri e nel suo metodo”

La gavetta di Olivieri garantisce per lui. Un allenatore che ha toccato ogni categoria, e che è pronto per una panchina importante. Lo afferma senza mezzi termini: ”Voglio una piazza che creda nelle mie capacità, dove si possa fare qualcosa di buono. Ho bisogno di lavorare secondo le mie idee e il mio modello di gioco.

Un allenatore che non ha paura di essere onesto, che non ha paura di affermare ciò che pensa, che vive le sue giornate in maniera maniacale, un allenatore che sa farlo: ”Professo l’onestà intellettuale, sempre. Meglio una brutta verità che una falsa bugia. È meglio essere onesti che far finta con i ragazzi. Sono solito dire sempre le cose in faccia, senza maschere. Magari così facendo non starò simpatico a molti, ma credo sia l’unico modo per lavorare.