Un gol al 98′ come simbolo di un nuovo inizio. Matese: “La Casertana è casa mia”

Minuto 98, ultimo pallone della disperazione in area di rigore, la difesa allontana, il pallone arriva a Mattia Matese, che di controbalzo con il mancino segna il gol dell’1-2, regalando tre punti alla Casertana contro il Nola. In dieci uomini, in un derby campano, dopo essersi ritrovata sotto 1-0 a quattordici minuti della fine. Raccontata così sembra già una scena degna di “Goal!”, film dalla trama calcistica. Ma dietro quella rete di Mattia Matese, centrocampista classe 2001 della Casertana, c’è altro. Molto altro. Ma ci torneremo.

“Adesso sto bene, sono tornato a casa dopo un anno e mezzo”. Adesso, sì. Perché nonostante la giovane età, di momenti complicati dentro e fuori dal campo ne ha passati diversi. Dall’esordio in C a 16 anni al gol della “liberazione” a inizio 2023, passando per un gravissimo infortunio e un anno da incubo: Mattia Matese si è raccontato in esclusiva a seried24.com.

Casertana, Matese: “Che emozione l’esordio contro il Livorno”

Mattia Matese è stato il regalo di Natale che la Casertana ha voluto spacchettare il 24 dicembre, “riportando a casa” il giovane classe 2001. Matese è infatti cresciuto calcisticamente con la Casertana: “Sono cresciuto qui da quando avevo 16 anni, sono stato prima nel settore giovanile e poi in prima squadra. Quattro anni non sono pochi. E poi avendo a che fare con la famiglia D’Agostino e con tutto lo staff, diventa tutto più facile perché sono persone stupende”.

Con la prima squadra ha anche esordito a 16 anni, in Serie C. Non scontato per un ragazzino della sua età. “La prima volta ho giocato contro il Livorno in Coppa Italia ed è stato bellissimo. Vedevo giocatori di fronte a me di cui qualche anno prima attaccavo le figurine sull’album. La Serie C comunque è un campionato difficile, dove serve tanta forza fisica. È stata dura, ma è stata una bellissima sensazione”. L’anno dell’esordio raccolse solo quattro presenze, la stagione seguente otto, ma l’anno ancora successivo fu quello della svolta. “Due anni dopo ho trovato continuità e ho giocato 30 partite. Non ho mai pensato di fare il salto in avanti in Serie B o in Serie A, non sono presuntuoso e volevo fare un altro buon campionato di Serie C, volevo farmi le ossa lì per il momento”.

“Infortunio? Per pagare le cure facevo riabilitazione al mattino e la sera lavoravo”

Percorso nel settore giovanile, esordio a 16 anni in Coppa Italia, esordio in campionato alla stessa età e 30 presenze a 19 anni in Serie C. Sembra l’inizio di una carriera promettente e indirizzata verso palcoscenici più ambiziosi. Sembra, sì. Ma è solo l’inizio di un incubo. Mattia Matese si trasferisce in Sicilia, all’ACR Messina, nel 2021/22. Al 76′ della seconda giornata di campionato contro il Palermo subentra aSimonetti. Ma la sua partita (e stagione) dura soltanto 14 minuti: al 90′ infatti si procura la rottura del legamento crociato.

“Ho pensato tante cose. Mia mamma non stava passando un bel periodo a casa, sono entrato nel derby contro il Palermo, stavo facendo gol e invece al 90’ mi sono fatto male. Ho capito subito di essermi rotto il crociato, ma il mio pensiero era anche a casa. L’infortunio è stato brutto e fare riabilitazione mi è costato tanto. La mattina andavo a fare riabilitazione e la sera andavo a lavorare – facendo il cameriere – per pagarmi le cure. Grazie all’aiuto di qualche persona a me cara ci sono riuscito e ho superato questo momento”.

A quell’età abbattersi è facile, ma dalla voce e dalla convinzione con cui racconta tutto, si percepisce subito la personalità e la determinazione di un ragazzo che sogna di diventare un calciatore professionista, nonostante tutto. “Non ho mai pensato di smettere, anche se all’inizio pensi mille cose. Più passa il tempo e più capisci che è solo questione di tempo e di lavoro. Durante un infortunio del genere bisogna lavorare per tre volte rispetto a prima. Ormai però è passato e sono fiero di me e dei sacrifici che ho fatto, ma la mia famiglia mi ha insegnato sempre ad essere forte e reagire. Molti si abbattono, io ho acquisito più consapevolezza da quell’infortunio”.

“A Trapani le cose non sono andate benissimo. Ora voglio aiutare la Casertana”

A distanza di un anno ha provato a ripartire e lo ha fatto ancora dalla Sicilia, ma sponda Trapani, in Serie D. L’avventura è però durata soltanto qualche mese, fino a dicembre. “A Trapani le aspettative erano alte, ma abbiamo iniziato male. Poi sono andato via. Avevo già avuto contatti con la Casertana in estate, ma il Messina non voleva cedermi”. In estate no, ma nel mercato invernale sì. Adesso Matese è tornato “a casa”. Lo ha fatto a modo suo, segnando quel gol accennato all’inizio. Un gol che – al di là dei tre punti – ha un fortissimo valore simbolico, avendolo realizzato alla prima partita della sua seconda esperienza con la Casertana, dopo essere tornato in seguito a un gravissimo infortunio.

“Nel gol ho provato un’emozione fortissima. Eravamo un uomo in meno e sotto di una rete. Ma non poteva finire così, non lo meritavamo. Al primo pallone ho calciato e non è andata benissimo perché è uscita di pochissimo, ma al secondo l’ho presa troppo bene (ride, ndr). All’inizio ho pianto, sia perché ero contento per la squadra, sia perché davanti mi sono passati tutti i momenti difficili. Alla fine è stata una giusta ricompensa” .

Casertana, Matese: “Il mister ci ha trasmesso serenità”

Un gol che gli ha permesso di ricominciare e di continuare ad aiutare la Casertana con più voglia e determinazione. “Adesso voglio aiutare il gruppo e vincere più partite possibili. A livello personale, i miei obiettivi sono direttamente proporzionali a quelli della squadra perché se la squadra fa bene, faccio bene anche io. Sono a disposizione del mister, che siano 90 minuti o 15 io do il massimo, poi il mister fa scelte funzionali alla squadra e io accetto e anzi, m’impegno il doppio”.

La Casertana era infatti partita come favorita del girone G, ma nella prima parte non ha mai trovato continuità. L’esonero di Panarelli e il conseguente arrivo di Cangelosi hanno – forse – dato una svolta e la squadra ha ottenuto due vittorie nelle prime due partite del 2023. La vetta rimane comunque a 10 punti, ma domenica c’è lo scontro diretto contro una delle due capolista, la Paganese. “Il mister ci ha trasmesso serenità, che è quella che mancava al gruppo. Siamo forti, cerchiamo di seguirlo e di applicarci per ottenere dei risultati. Vincere non è mai semplice. Io credo ancora a vincere il campionato, come tutto il gruppo. Pensiamo partita dopo partita, ma ci crediamo. Domenica è una partita fondamentale, che dobbiamo affrontare con la giusta mentalità”.

“Ho scelto la 14 perché è una nuova ripartenza”

Nessun idolo, ma diversi punti di riferimento: Mattia Matese non ha dubbi. Per imparare, bisogna osservare. “Non ho idoli, ma cerco di apprendere dai migliori. Anche un giocatore di Serie B al momento è migliore di me, quindi studio chiunque. Ai tifosi della Casertana dico che suderò la maglia e darò il 100%. Quando perdiamo siamo i primi a stare male perché è il nostro lavoro, quindi daremo il massimo. Prima o poi i risultati vengono da sé”.

Per questa nuova esperienza a Caserta, Matese ha scelto un numero particolare. Il motivo? “Ho scelto il 14 perché è il numero del primo esordio contro il Livorno a 16 anni. Voglio ricominciare da capo. Il passato è passato, devo cercare di fare meglio e il 14 è il miglior punto di partenza”. Ripartire: è la parola d’ordine di Mattia Matese, che a distanza di cinque anni dall’esordio in C, ha deciso di rifarlo “da casa”. E lo ha fatto a modo suo, con un sinistro potente e preciso che si è insaccato all’angolino. Tre punti sì, ma soprattutto un nuovo inizio.

A cura di Domenico Cannizzaro

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