Il ritorno di Allegri: si gioca al “Gabbione” di Livorno
Massimiliano Allegri torna in campo dopo la fine della sua avventura alla Juventus, giocando una partita al Gabbione di Livorno con regole speciali.
Che fine ha fatto Massimiliano Allegri? Dopo la Juventus, l’allenatore ha deciso di godersi questo periodo di relax, essendo stato per anni senza fermarsi. E dove se non nel celebre “Gabbione” della sua Livorno? Nato e cresciuto nella costa occidentale della Toscana, ai suoi esordi dal Cuoiopelli, al Livorno e al Pisa, Allegri non ha mai abbandonato il suo amore per la propria regione natìa.
Solo i livornesi più intraprendenti, dopo aver stilato una lunga lista standard di cose da visitare, come la Fortezza Vecchia, i Quattro Mori, l’iconica Terrazza Mascagni da dove si vedono Capraia e la Gorgona e l’ingresso dell’Accademia, indicheranno qualcosa che non è sulle carte turistiche ma che ormai è parte integrante della cultura cittadina: uno di quei campetti che affiorano di tanto in tanto affacciati sul mare, chiusi da una ringhiera intorno e sopra. “Questo è il famoso Gabbione” – ti diranno.
Talmente importante per l’allenatore da citarlo nella memorabile conferenza stampa del primo addio alla società bianconera, in cui sottolineò: “Nella vita esistono le categorie: ci sono allenatori che vincono ed altri che non vincono. No, lo dico perché nel Gabbione a Livorno i tornei li vincevo tutti, ne ho perso solo uno. E quelli non vincevano mai: ci sarà un motivo perché tutte le estati i tornei li vincevano sempre gli stessi“.
Maglia bianca e pantaloncino nero, è così che Max Allegri ritorna in campo, visibilmente rilassato in quello che sembra un match tra amici, e nella tranquillità più totale, quella che solo questo campo riesce a donargli.
La storia del celebre “Gabbione” di Livorno
In realtà il Gabbione non è uno soltanto: tecnicamente sono i gabbioni. Sul litorale di Livorno i vecchi rettangoli di cemento chiusi da gabbia sono un concetto strutturale e dell’anima, un modo preciso e diffuso di giocare a pallone per strada: quello più battuto da Max Allegri è il gabbione dei Bagni Fiume.
Se ne parla al singolare perché il Gabbione è una filosofia, uno stato d’animo di ogni abitante, o quasi, della città di Livorno.
Le regole, o quasi, del “Gabbione”
C’è, però, una particolarità: in questo campo non vengono seguite le normali regole del calcio, bensì, il pallone non esce mai, restando sempre ingabbiato, senza aperture, e nessuno può toccare la sfera con le mani. I contatti fisici sono consentiti, a meno che non sfocino nella violenza, essendo senza arbitri.
Il gioco infatti si ferma, non solo in occasione di una rete, ma anche di fronte a falli pericolosi. La caratteristica più strana è data dal ruolo del portiere: non può mai toccare la palla con le mani, altrimenti viene punito con il rigore.