Dal Milan ai Primi Calci, la nuova vita di Michael Agazzi
Smettere, per un giocatore, è sempre una scelta complicata. L’incertezza su quello che il futuro riserva può spaventare e mettere dubbi. D’altronde per tutta la vita si è sempre fatto una sola cosa; calcare il rettangolo verde. Così molti professionisti decidono di passare dall’altra parte diventando allenatori, dirigenti e in molti casi addirittura presidenti. Micheal Agazzi, 135 presenze in Serie A e più di 300 complessive tra i professionisti, sempre seguendo questo ragionamento, ha però fatto una scelta a dir poco singolare. Sarà infatti, il prossimo allenatore dei Primi Calci della Real Calepina, squadra della provincia di Bergamo iscritta al prossimo campionato di Serie D.
“Agazzi ha mantenuto intatto il legame con il calcio anche dopo il ritiro –afferma nel comunicato la società lombarda– e ha una ricetta per affrontare gli impegni con i più piccoli“. Infatti, l’ex portiere di Milan e Cagliari ha collaborato con la sua nuova squadra al campo estivo organizzato dal club Biancoazzurro. Qui, con “impegno e competenza” (gli ingredienti di quella ricetta citata nel comunicato) affronterà una sfida nuova e sicuramente particolare, insegnare ed infondere la passione per il calcio. Tra l’altro Agazzi si sta dando da fare molto per aggiornare il più possibile il proprio curriculum e costruirsi quel futuro post carriera di cui avevamo parlato in apertura. Infatti oltre ad un Master in Management sportivo alla Bocconi sarebbe in arrivo un laurea in Scienze Motorie.
Agazzi: “Voglio che i miei atleti si appassionino all’impegno e si divertano nel giocare a calcio”
Chi meglio di una persona che ha condiviso lo spogliatoio con alcuni dei giocatori più importanti del mondo ed ha calcato i palcoscenici più importanti può avere le competenze per raccontare il calcio. Sarà questo il punto focale del lavoro dell’ex portiere, come da lui stesso ammesso: “Desidero che i miei atleti si appassionino all’impegno settimanale e si divertano nel giocare a calcio. Proverò ad alimentare il loro sacro fuoco per il pallone. Sono molto curioso e non ho mai abbastanza di quello che faccio. La passione è fondamentale per ogni attività ma non basta: è sempre più rilevante formarsi ed avere competenze. Anche e forse soprattutto nel calcio, perché il nostro è un gioco molto serio“.
Si dimostra poi subito molto carico ma anche cosciente rispetto alla responsabilità che ha. Allenare ed instradare i bambini può essere anche più complicato che parare con addosso la maglia del Milan. “L’allenatore, ancor più a livello di Primi Calci, deve dare più possibilità ed insegnamenti trasversali, legati al calcio ma non solo, ai bimbi con cui lavora. Voglio provare a sdebitarmi con il mio sport per tutto quello che mi ha saputo trasmettere dentro e fuori dal campo: sono pronto a donarmi e a donare con il mio modo di fare e di essere. Certo che riceverò altrettanto”.