Mihajlovic e il suo Catania: il ricordo dei suoi ex giocatori
Nel pomeriggio di questo 16 dicembre 2022 se n’è andato Sinisa Mihajlovic, un pilastro del calcio italiano e non solo. Ex terzino e allenatore fino a pochi mesi fa del Bologna, ha girato le più grandi piazze d’Italia, creando un legame forte con i tifosi di tutti il Paese. Oggi, il mondo del calcio ne piange la scomparsa, all’età di 53 anni.
Arrivato dalla Serbia per giocare con la Roma, poi con Sampdoria, Lazio e Inter. Fino a cominciare il suo percorso da allenatore: cominciò come vice di Mancini all’Inter, ma la sua avventura cominciò – e ora termina – a Bologna. In mezzo Catania, Fiorentina, di nuovo Samp, Milan e Torino oltre alla sua stessa Serbia, di cui è stato CT. Oggi, i giocatori di quel Catania che lui ha allenato solo per pochi mesi, hanno ricordato il loro Sinisa Mihajlovic, regalando un’emozione forte a noi di SerieD24 che abbiamo parlato con loro.
Mihajlovic, il suo Catania lo ha ricordato così
“È stato un grande uomo, grande persona… Un combattente. Calcisticamente parlando, per noi ragazzi fu un papà, un esempio per tutti. Rivolgo le mie più sentite condoglianze alla famiglia“, ha detto Giovanni Marchese, ex difensore, oggi allenatore. “Una persona straordinaria. Umile, disponibile, sincera, con un carisma contagioso“, così lo ricorda Beppe Mascara, ex attaccante, anche lui oggi allenatore.
“Ero alla scuola calcio con i bambini – ha raccontato l’argentino Mariano Izco, ex trequartista di quella squadra – quando ho preso il cellulare e ho visto la notizia: è stato un colpo durissimo. Noi l’abbiamo vissuto, io a lui devo tanto perché credo mi abbia aiutato ad arrivare al top nella mia carriera, da lì ho fatto bene per 5 anni. Gli sono grato, è una bruttissima notizia“.
L’argentino Adrian Ricchiuti, che fu trequartista come Izco, ha poi raccontato il suo Mihajlovic: “Ho solo ricordi positivi di lui. Credo sia stato dentro lo spogliatoio l’unico allenatore ad avere le palle, l’unico che ti lasciava in panca se non ti allenavi bene. Un uomo tutto d’un pezzo, un grande professionista. È un dispiacere enorme, era davvero giovane, non doveva finire così. Abbiamo perso una grandissima persona e questo fa davvero male, il calcio ha bisogno di persone come lui: perdere una persona come lui vuol dire perderci ovunque. Io spero che la famiglia stia bene, faccio loro le mie condoglianze più sentite. Un pensiero a tutti loro, penso alla nipotina e mi dispiace tremendamente: era diventato nonno da poco, mi dispiace tantissimo. Il calcio perde un grande uomo, spero che abbia trovato la serenità, quella che non ha trovato per colpa di questa malattia di merda“.
Senza parole, invece, l’altro argentino Mariano Andujar, portiere di quella formazione rossazzurra e ora in forza all’Estudiantes. Un dolore immenso, che viene rappresentato con l’emoticon del cuore spezzato. Infine, è l’attaccante Gianvito Plasmati a esprimere la sua sofferenza: “Ciao Sinisa, chi ha avuto la fortuna di conoscerti ha conosciuto una persona straordinaria, una persona di cultura, una persona intelligente e audace ma con uno spessore umano incredibile che a volte veniva oscurato dal tuo modo di essere burbero. La decisione e la determinazione che ho visto nella tua persona è merce più unica che rara. Con il cuore pieno di dolore ti dico una frase quasi banale: insegna a calciare la palla a chiunque ti si presenti lassù! Riposa in pace Sinisa, Un caro abbraccio a tutta la famiglia“.
“Provo un immenso dispiacere, ma il ricordo di Sinisa è nella mia testa limpido e trasparente, come lo era lui. Sinisa per me è stato un maestro, un consigliere, un uomo vero in tutto e per tutto sia dentro e sia fuori dal campo. Devo ringraziare Sinisa, che mi ha fatto capire i valori che ogni ragazzo dovrebbe avere. In questi casi trovare le parole giuste non è mai facile. Ha lasciato un grande segno in tutti noi“. Questo è il ricordo di Fabio Sciacca, difensore centrale di quel Catania.