Gomez tra i professionisti, Miriam Peruzzi: “Che soddisfazione! Assurdo ci sia arrivato adesso”
Calcio e inclusione sociale. Due termini spesso in contrapposizione, visti alcuni atti di razzismo presenti in campo o sugli spalti. Per fortuna non è sempre così, ma ci sono storie che spesso vale la pena raccontare. È il caso di Francis Gomez, classe ’00 della Recanatese (squadra appena approdata in Serie C), migliore amico di Ebrima Darboe – centrocampista della Roma – scoperto (e seguito) da Miriam Peruzzi e Giorgio Ghirardi. Proprio Peruzzi ci ha raccontato il percorso, le difficoltà e infine la soddisfazione di Francis Gomez, “bloccato” a lungo tra i dilettanti da una legge. “Assurdo che possano arrivarci solo sul campo. È successo a Messias, adesso anche a Francis (Gomez, ndr): o vincono il campionato di Serie D o non possono arrivare tra i professionisti, se non entro un anno dal loro primo tesseramento”.
Miriam Peruzzi è anche presidente della Dream & Goal Ltd: “Dream and Goal è un progetto nato per la formazione di giovani talenti. Abbiamo Academy in Africa dove facciamo selezione e formazione in loco, occupandoci anche delle esigenze che i club professionistici hanno”. Dall’arrivo di Francis Gomez al suo futuro, passando per le difficoltà burocratiche nel primo tesseramento: la nostra intervista a Miriam Peruzzi.
Miriam Peruzzi: “Lui e Darboe avevano lo stesso sogno, oggi ci sono riusciti”
Oggi è uno dei 2000 con maggior esperienza in D, ma l’avventura di Francis Gomez inizia nel 2017 in un torneo a Rieti. “Abbiamo scoperto Francis Gomez nell’aprile 2017 insieme a Ebrima Darboe in un torneo amatoriale di Rieti. Loro erano appena arrivati in Italia, sono cresciuti insieme e con lo stesso sogno: diventare calciatori professionisti in Europa. Oggi lo sono entrambi, per me è una grande soddisfazione”. Arrivato nel 2017, per Gomez non è però stato tutto così semplice: “Lui è arrivato da rifugiato, con un barcone. Ha avuto la fortuna di trovare persone che lo hanno aiutato in questo percorso, come lo SPRAR di Rieti e il comune. Lo abbiamo seguito da sempre, ma con delle difficoltà. Prima per il tesseramento, perché aveva poco meno di 18 anni e non poteva tesserarsi. Abbiamo dovuto aspettare e grazie alla Valle del Tevere – squadra di Eccellenza Lazio – ci siamo riusciti”.
Risolto il problema del tesseramento, Francis Gomez ha dovuto fare i conti con un’altra legge: l’impossibilità di arrivare tra i professionisti se non entro il diciannovesimo anno di età o la vittoria sul campo. “Francis ha qualità importanti ed è rimasto incastrato tra i dilettanti, come successo a Messias. Lui ci arrivò vincendo con il Gozzano. Cercavamo disperatamente una squadra che puntasse a vincere il campionato e abbiamo trovato la Recanatese – spiega Miriam Peruzzi – Non sono riusciti l’anno scorso a causa del Covid, ma quest’anno sì. Hanno un grande allenatore come Pagliari, un direttore sportivo super come Cianni, quindi ci siamo fidati del loro progetto e quest’anno ce l’abbiamo fatta. Finalmente è diventato professionista”.
“Rimarrà a Recanati, ma in futuro giocherà in B o in A”
Miriam Peruzzi si è poi soffermata sulle qualità umane e tecniche di Francis Gomez, che lei descrive come “Un potenziale giocatore di Serie B. Gomez ha grandi qualità tecniche, è una mezzala offensiva, ma può fare anche l’esterno d’attacco. Ha un bel passo, è forte nell’uno vs uno e ha grande visione di gioco, è intelligente. Lui è un ragazzo sensibile, che si applica e dà sempre il massimo per ciò che gli viene richiesto”.
Poi un altro sfogo, in riferimento sempre all’impossibilità per Gomez di fare il salto tra i pro. “Francis ha fatto tutta la gavetta possibile, ha giocato in Eccellenza, in D, non è stato facile. Perché sapeva di poter dare di più, ma non poteva per motivi indipendenti dalla sua volontà. Faccio i complimenti a lui più che agli altri miei giocatori, perché ha fatto per tre volte i sacrifici – spiega Peruzzi – È uno degli uomini imprescindibili della Recanatese, quest’anno ha segnato poco ma può segnare di più. Ha avuto qualche problema fisico durante l’anno ma non si è mai fermato, ha giocato anche da infortunato”.
Inevitabile dunque chiederle anche del futuro di Francis Gomez. “Il nostro progetto prevede che lui rimanga a Recanati, è giusto che vada avanti con la squadra con la quale ha vinto. Posso però già dire oggi che è un giocatore superiore alla categoria in cui giocherà (Serie C, ndr). Sono sicura, ha qualità troppo importanti per non alzare il livello”.
“Mia soddisfazione più grande sarà la firma sul contratto”
Un percorso lungo, pieno di insidie, problemi e imprevisti, ma alla fine soddisfacente. “La mia soddisfazione più grande sarà il giorno della firma del contratto. Non ci credeva nessuno, solo io e Giorgio Ghirardi. Percorsi così lunghi non sono semplici da gestire, di solito ci si perde – spiega Miriam Peruzzi – Vedere i ragazzi che crescono e hanno obiettivi che possono raggiungere, soprattutto in Africa, è una grande soddisfazione. Vedere ragazzi che giocano per strada e poi cominciano a fare un percorso di lavoro per diventare dei giocatori veri e di livello, da tante soddisfazioni a livello umano”.
Pescare giovani africani con notevoli qualità calcistiche è sicuramente una possibilità per i ragazzi di crearsi un futuro, ma è anche e soprattutto una possibilità d’integrarsi al meglio nella società. “Sicuramente è un fattore che serve a integrarsi. Tutti i ragazzi che giocano a calcio e sono nel contesto sportivo, hanno un grandissimo aiuto nell’integrazione e nell’inclusione sociale. Si sentono parte di un gruppo, acquisiscono nozioni linguistiche e altro – spiega Peruzzi – Quindi per loro è fondamentale tutto questo. Soprattutto quando arrivano da un altro paese, quando dall’Africa vengono trasportati in altre realtà. Lavoriamo in America, Emirati Arabi, in tutto il mondo. Ovunque vadano, hanno un impatto diverso proprio perché giocano a calcio“.
Da Darboe a Gomez, passando per migliaia di ragazzi che sognano un giorno di diventare calciatori professionisti. Spesso riuscendoci. La soddisfazione più grande però è vederli pienamente integrati nella società, grazie sempre a una passione coltivata da bambini e plasmata poi in contesti migliori – spesso in Europa – grazie a persone come Miriam Peruzzi.
A cura di Domenico Cannizzaro