Alle origini dello scudetto del Napoli, Montervino: “Con De Laurentiis tutto è cambiato”
Seimilaottocentoquindici giorni separano il 5 settembre 2004 dal 4 maggio 2023, due date che per i tifosi napoletani non potranno mai essere dimenticate. Seimilaottocentoquindici giorni possono essere tanti, ma per fare le cose in grande, delle volte, serve anche tempo. Questo lo sa benissimo anche chi, di questo lunghissimo percorso ha vissuto il giorno uno, posando come dice lui stesso “la pietra miliare di questo Napoli da Scudetto”. Montervino, infatti, ride quando gli chiediamo se si ricordi ancora del primo giorno dell’era De Laurentiis: “E come potrei scordarlo – ammette – eravamo in quattro all’Hotel Ariston di Paestum. Io, il Pampa Sosa, Cataldo Montesanto e Gennaro Esposito. Arrivò poi Giampiero Ventura con il suo staff. Non è stato semplice. I primi giorni facemmo la colletta per comprare mutande e pantaloncini per allenarci altrimenti saremo stati senza, poi per fortuna dopo è arrivato tutto e anche di più“.
Ecco perché seimilaottocentoquindici giorni possono essere tanti. Adesso pantaloncini e magliette non mancano più, dall’hotel Ariston di Paestum si è passati ai 5 stelle delle notti europee fino al 4 maggio del 2023, quando si è scritta una pagina di storia. A raccontarla a Seried24.com, Francesco Montervino ora direttore sportivo del Casarano, ma tifoso, bandiera e leggenda del Napoli Calcio.
Napoli, Montervino: “Uno Scudetto meritato che sarebbe potuto arrivare anche prima”
Da quel giorno all’hotel Ariston è iniziato un percorso incredibile, una cavalcata che ha portato alla vittoria dello Scudetto passando prima per le vittorie in Serie C e B, la qualificazione in Europa e grandi campioni che nel tempo hanno sposato la causa azzurra. Però, se si chiede a Montervino, tutto questo non è stata una sorpresa, ma riflette il carattere ambizioso del suo presidente.
“Onestamente – racconta Montervino – De Laurentiis ci ha fatto subito una grande impressione e la sensazione era che potesse iniziare un percorso importante. Arrivava un produttore cinematografico molto esuberante e stravagante che amava fare le cose in grande e che molto spesso faceva scalpore. Ad esempio mi ricordo che l’anno di Serie B facemmo la presentazione a bordo di una nave da Crociera o che i nuovi giocatori arrivavano con gli elicotteri e gli aerei privati. Molto spesso lui ci diceva delle cose che per noi, uomini di campo, erano difficili da capire eppure si è dimostrato immediatamente un grande imprenditore con le idee molto chiare. Anzi forse lo Scudetto è arrivato anche un po’ tardi per come è fatto lui”.
Il rapporto con la gente e lo striscione “come per Maradona”
Dall’esordio in casa con il Cittadella alle vittorie di San Siro tante cose sono cambiate, ma la costante è sempre stata l’amore della gente. “L’ambiente molto spesso a Napoli viene dipinto come difficile ma la verità è che può anche essere molto semplice. Se le cose vanno come devono andare ti spingono in una maniera incredibile e aiutano enormemente a raggiungere gli obiettivi. Basta pensare che la prima partita in Serie C, contro il Cittadella, c’erano 55mila paganti. La gente aveva bisogno di rinascere e ci trasmetteva il suo entusiasmo. Poi da lì ci hanno sempre accompagnati durante le nostre cavalcate. In generale, credo che in questi 18 anni di gestione De Laurentiis soltanto in un paio di occasioni i tifosi non siano stati contenti”.
Poi con orgoglio ricorda l’amore dei tifosi per quello storico gruppo: “La nostra squadra, quella delle due promozioni, vi posso garantire che è una delle più amate dai tifosi. E’ il gruppo che li ha riportati alla gloria che li ha fatti sentire di nuovo importanti in Italia e nel mondo. Facemmo delle imprese incredibili battendo l’Inter di Mourinho e di Mancini, buttammo il Milan di Pato fuori dalla Champions all’ultima giornata qualificandoci noi per l’Europa. Momenti da raccontare“. Tante vittorie sul campo, ma a volte le cose che rimangono più impresse sono altre: “Una giornata per me particolare è stata Napoli-Cagliari. Purtroppo perdemmo 0-2 ma me la porterò sempre dentro perché sono stato il primo giocatore, dopo Maradona, a ricevere uno striscione di 200mt dalla Curva B. E’ stata una sensazione meravigliosa“.
La chat di Whatsapp e la festa scudetto insieme
Un gruppo speciale che ancora oggi si sente e che ha festeggiato insieme l’annata strepitosa degli uomini di Spalletti. “Abbiamo due gruppi Whatsapp: uno che si chiama Napoli Legends e che contiene tutti i grandi giocatori della storia del Napoli, anche quelli dell’epoca di Maradona, l’altro invece è quello in cui ci sono Marek Hamsik, Lavezzi, Bogliacino, Santacroce, Paolo Cannavaro. Con loro ci sentiamo quotidianamente e i ricordi si sprecano. Ogni domenica poi festeggiavamo insieme le vittorie del Napoli con un esplosione di gioia. Alla fine siamo tutti tifosi. Questo gruppo serve ci permette di celebrare insieme la bellissima festa che questi ragazzi ci stanno regalando”.
Parole da capitano, da tifoso, da bandiera. Seimilaottocentoquindici giorni possono sembrare tanti ma alla fine vedendo l’emozione della sua gente anche Montervino penserà che ne é valsa la pena.
A cura di Edoardo Gregori