Napoli, Maradona e Legnano: Moreno Ferrario si racconta

Dal 1977 al 1988, il reparto difensivo del Napoli è stato guidato da Moreno Ferrario. Stopper d’altri tempi, il nativo di Lainate è entrato nei cuori dei partenopei fin subito e, ancora oggi, è un’icona vivente.

Una carriera ricca di soddisfazioni e di un successo indimenticabile, lo scudetto (e la Coppa Italia) nella stagione 1986-1987: la sua caparbietà gli ha permesso di rimanere per molti anni ad alti livelli.

Tutto parte da Varese, la città che ricorderà e ringrazierà per sempre. Oggi, fa parte dell’Academy Legnano con lo scopo di insegnare e trasmettere ai più piccoli la passione per questo sport.

Moreno Ferrario, ex difensore del Napoli

Bandiera del Napoli negli anni ’80 e un tricolore cucito al petto. Il gol contro la Juventus di Platini, il ricordo di Diego Armando Maradona e tanto altro: Moreno Ferrario si racconta, in esclusiva, ai microfoni di seried24.com .

Napoli, Moreno Ferrario: “Ho sempre dato il massimo”

Un forestiero quando viene a Napoli piange due volte: quando arriva e quando parte– Il club azzurro è stato, per ben undici anni, la casa di Moreno Ferrario diventandone una vera e propria icona del calcio partenopeo. Il calore e la passione del popolo napoletano si fece sentire sin dal primo giorno.

“Quello che provavo l’ho capito con il tempo. Giuseppe Bruscolotti (ex difensore del Napoli) mi ha messo subito sotto la sua ala protettiva e mi spiegò come funzionò tutto. I giocatori devono sempre lottare per la maglia e devono aver voglia di fare: questo è quello che vogliono vedere i tifosi. Io ho fatto molti errori sul campo, come tutti, ma non si sono mai permessi di criticarmi più di tanto perchè ho sempre dato il massimo.

L’uomo oltre il giocatore, nel ricordo di Diego Armando Maradona

Condividere lo spogliatoio con uno tra i giocatori più forti della storia è un privilegio che pochi hanno avuto. Ferrario ricorda con piacere e, con una nota di commozione, il calciatore e la persona che è stata Diego Armando Maradona.

“I ricordi che ho con Diego sono molto positivi. Mi ha insegnato una cosa molto importante: nel calcio la parola ‘io’ è proprio l’opposto di quello che serve ad una squadra; c’è sempre il ‘noi’ di mezzo. Quando noi, come gruppo, ci trovavamo in difficoltà, era sempre il primo a metterci la faccia. Maradona giocava per la squadra, mai per sé stesso. Metteva ogni compagno nelle condizioni migliori di recuperare da un eventuale errore in campo. Sono stato felicissimo di aver condiviso lo spogliatoio con un giocatore, ma soprattutto con una persona, come Diego.

Moreno Ferrario (da sinistra) e Diego Armando Maradona

I suoi insegnamenti sono stati fondamentali e mi servono tutt’ora per insegnare a più piccoli come si gioca a calcio: anche quello più bravo ha sempre bisogno del gruppo per raggiungere determinati obiettivi”.

Nel segno di Napoli-Juventus del lontano 1986: il gol più importante della carriera di Moreno Ferrario

Il 9 novembre del 1986, andò di scena a Torino, il big match tra Juventus e Napoli. La Vecchia Signora, dopo essere stata in vantaggio, subì una clamorosa rimonta da parte del Napoli. La rete del vantaggio fu proprio segnata da Moreno Ferrario.

“Fino a poco prima di quella partita e di quel gol, essendo un difensore, non superavo quasi mai la mia metà campo: a quell’epoca, solo il terzino sinistro si spingeva più avanti. Era la nona giornata di campionato ed eravamo dietro alla Juventus in classifica. Stavamo perdendo 1-0, a quel punto ho provato anche io a buttarmi in avanti per cercare in qualche modo di cambiare le sorti del match. Ed ecco che a venti minuti dal termine il destino premia la forza di volontà di Ferrario. “Ho avuto la fortuna di ricevere un’ottima sponda da Andrea Carnevale (ex attaccante del Napoli) e con il piede sinistro ho calciato in porta. A dir la verità l’impatto con il pallone non è stato dei migliori, un gol fortunoso: doppio palo e pallone in rete. Sono orgoglioso di questo gol, perchè è stato il primo in una partita che contava tantissimo.

Tra poche ore, Napoli e Juventus si affronteranno in campionato, match valido per la diciottesima giornata di Serie A. Ecco un suo pronostico: “La Juventus ha ritrovato quella compattezza difensiva che l’ha contraddistinta gli anni precedenti. Se il Napoli non farà gol nei primi minuti, sarà molto difficile riuscire a scardinare la retroguardia bianconera. Sarà, comunque, una bella partita da vedere.

Napoli 2022/2023, sarà l’anno buono per il tricolore?

“Penso ci sia una similitudine soprattutto nelle partite vinte. Il Napoli ha vinto a Bergamo e noi facemmo lo stesso, idem contro la Sampdoria. Ci sono certe partite che mi danno la sensazione che probabilmente potrebbe essere l’anno buono: due anni fa hanno avuto la stessa possibilità, ma non sono riusciti a capitalizzare, fino in fondo, il vantaggio ottenuto. Avendo un allenatore che è riuscito a fare del gruppo, il suo punto di forza, può accadere di tutto. Il pericolo peggiore sarebbe mollare mentalmente dopo una vittoria di prestigio ma credo che questo errore, con Spalletti, non sia possibile”.

Luciano Spalletti, allenatore del Napoli (fonte: gianlucadimarzio.com)

Nel Napoli c’è qualcuno che ricorda le sue caratteristiche? La risposta di Ferrario: “Spero per loro che siano molto più bravi di me (ride ndr). Al giorno d’oggi, le caratteristiche fisiche nel calcio sono cambiate. Io ero più gracile ma molto veloce, oggi il fisico la fa da padrone. A livello di movimenti e letture difensive direi Koulibaly fino allo scorso anno, vedremo se Kim riuscirà a replicare quanto fatto di buono dal difensore senegalese”.

Da Paolo Rossi a Bruno Giordano: gli attaccanti più forti degli anni ’80

“Gli attaccanti che più mi mettevano in difficoltà erano, tra i tanti, Paolo Rossi, giocatore di un’intelligenza rara e Alessandro Altobelli, rapidissimo e con una buona tecnica. Io ho avuto la fortuna di giocare con Bruno Giordano: al giorno d’oggi farebbe almeno 50 gol all’anno. Conservo con molto piacere la maglia di Hugo Sánchez, che affrontai in Coppa dei Campioni contro il Real Madrid”.

Moreno Ferrario: “Il Varese mi ha lanciato tra i grandi. Li ringrazierò per sempre”

Varese è stato l’inizio di tutto. Il trampolino di lancio verso una carriera lunga e vincente. Ferrario non si dimentica delle sue origini e del club che ha avuto il coraggio di credere in lui.

Devo ringraziare Varese, come città e come società calcistica, se sono diventato il calciatore che sono stato. In particolare, sarò sempre grato a Riccardo Sogliano e Pietro Maroso, i primi che credettero in me. Ho cominciato in una società in cui i giovani venivano fatti giocare: all’età di 17 anni ho esordito in Serie B. Se non avessi avuto la fortuna di incontrarli, nella mia vita avrei fatto il muratore, insieme a mio padre”.

Stadio “Franco Ossola”, Varese

La nuova vita con la Legnano Academy

Oggi, Moreno Ferrario è l’allenatore del settore giovanile del Legnano.

“Lo scorso anno ci fu la possibilità concreta di salire in Serie C. Quest’anno non credo si riuscirà a ripetere la stagione passata: bisogna essere bravi a sfruttare l’annata e le occasioni al momento giusto. Per quanto riguarda la mia carriera, io sono all’Academy: mi trovo molto bene, sono qui da ormai cinque anni. Il presidente mi dà l’opportunità di fare quello che conosco meglio. Nel mio piccolo, cerco di insegnare ai bambini quello che è stato insegnato a me.

A.C. Legnano Calcio (fonte: Facebook)

Pilastro difensivo di quel Napoli che fece sognare un popolo intero. Moreno Ferrario, ora, cerca di dare ai più piccoli ciò che ha insegnato.

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Lorenzo Bloise