Nacho Castillo, la serie D, il gol contro la Juventus e la voglia di tornare…
E’ stato uno degli attaccanti più prolifici della storia della serie D, dove ha vinto per tre stagioni il titolo di cannoniere prima di spiccare il volo verso la serie A. Ignacio “Nacho” Castillo è rimasto nel cuore di molte tifoserie. Oggi vive nella sua Argentina e fa l’allenatore, sognando di tornare in Italia: “a marzo dello scorso sarei dovuto tornare finalmente in Italia con la mia famiglia per una nuova vita. Io da allenatore e mio figlio Thomas da calciatore”. C’è una prenotazione ancora aperta per un volo Buenos Aires-Roma. “Lo sapevano in pochi”, rivela Castillo a gianlucadimarzio.com. “La scorsa estate sono stato in vacanza in Italia. Ho incontrato vecchi amici per valutare se ci fosse l’opportunità di allenare qui e mio figlio di 14 anni ha fatto un provino col Milan. Volevo toccasse con mano l’importanza del calcio italiano e ne è rimasto affascinato. Poi il coronavirus ci ha impedito di ritornare per definire l’accordo. Ma i nostri sogni sono solo rinviati, sarà solo questione di tempo”.
“POTEVO GIOCARE SOLO IN PER PROBLEMI BUROCRATICI”
“Ricordo il mio arrivo in Italia come fosse ieri: era il 2001, mi portò il direttore sportivo del Brindisi Aldo Sensibile. L’allenatore Boccolini diede l’ok al mio tesseramento dopo pochi allenamenti. Era la serie D ma avevamo una squadra incredibile e infatti vincemmo il campionato. Sono ancora in contatto con i compagni, abbiamo creato un gruppo whatsapp con tutta la rosa per scambiarci video e racconti”. Nacho è un fiume di ricordi ed emozioni: “Per qualche anno ho girovagato per i campi della serie D ma sempre in ottime squadre, per problemi burocratici non potevo diventare professionista”. Nardò, Vigor Lamezia, ogni anno in doppia cifra e re dei cannonieri, fino al doppio salto di categoria con il Gallipoli. E poi il Frosinone, il Pisa e finalmente la serie A con il Lecce. “Il gol più importante? Nel 2009 contro la Juventus, non capita tutti i giorni di segnare a Buffon e pareggiare a Torino. L’anno dopo ero a Bari. Ricordo un gol al San Paolo contro il Napoli di Hamsik, Lavezzi e Cavani. Finì 2-2”.
LE TRATTATIVE CON NAPOLI E ROMA SFUMATE PER UN SOFFIO
“Il vero calcio l’ho conosciuto a 26 anni”, continua Nacho. Ma da quel momento ha segnato in qualsiasi categoria, sulla polvere e sull’erba, in Serie D e in Serie A: “Ho avuto l’onore di ereditare la maglia di Batistuta nella Fiorentina”. Presente e futuro da allenatore: “Mi è sempre piaciuto studiare, a Tandil frequentavo Economia e Commercio e ora sono di nuovo sui libri. Appena ho smesso di giocare, sono tornato in Argentina ma testa e cuore sono rimasti in Italia”, prosegue Nacho, “Ho fatto il corso Uefa B quando giocavo a Bari, poi nel 2018 ho conseguito il patentino Uefa A. Quest’anno ho allenato l’under 20 del Santa Maria, un club della Serie B argentina”.
“ADRIAN MUTU IL CALCIATORE PIU’ FORTE CON CUI HO GIOCATO”
La serie A è arrivata a 33 anni ma Nacho non sembra avere grandi rimpianti: “Sono contento della mia carriera ma vi racconto un’indiscrezione di mercato. Nel 2009, prima di firmare a Firenze, sono stato ad un passo dalla Roma di Spalletti. Quell’estate mi cercò anche il Napoli di Donadoni. Entrambe le società avevano contattato il mio procuratore ma la Fiorentina fu più determinata. Era la squadra di Adrian Mutu, il calciatore più forte con cui abbia mai giocato”. A 26 anni la prima esperienza italiana, a 33 la prima opportunità in Serie A, una carriera concentrata e vissuta tutta d’un fiato: “Nel calcio non si può avere rammarico. Sono grato a tutte le squadre in cui ho giocato, sono grato all’Italia”.