Riccardo Maspero si racconta: “Cremona e Torino tappe indimenticabili. Vi racconto la buca..”
Lombardia, Lodi. E’ qui che Riccardo Maspero inizia a sporcare i muri del suo quartiere a suon di pallonate. Perché un tempo si cresceva così, ed era la cosa più bella del mondo, una cosa che purtroppo ad oggi si vede raramente. Era un metodo divertente, ma allo stesso tempo molto produttivo perché buona parte della generazione dell’epoca è cresciuta nella maniera più umile possibile. Bastavano un paio di sassi per fare i pali delle porte, un pallone, e via.
E bene, Maspero appartiene proprio a quella generazione, e non a caso è stato uno dei talenti più interessanti nel panorama calcistico italiano soprattutto negli anni ’90.
La sua carriera
L’avventura di Maspero nel mondo del calcio comincia dal Fanfulla, squadra della sua città d’origine che ad oggi milita in Serie D sotto la guida di Emiliano Bonazzoli. Dopo essersi messo in mostra, arriva la prima vera chiamata, ossia quella della Cremonese, dove dal 1988 al 1994 collezionerà 157 presenze e 15 reti. Quella fu una chiamata importante per Maspero, dal sapore di trampolino di lancio verso il grande calcio.
Cremona è sicuramente la tappa più importante della sua carriera, e a testimoniarlo sono i numeri: dal 1988 al 1994 ben 157 presenze e 15 gol, con all’interno anche l’esordio in Serie B.
Poi il prestito alla Sampdoria in Serie A dove, tra le altre cose, realizzerà anche un gol nel derby contro il Genoa.
Terminato il prestito, Maspero torna alla Cremonese dove concluderà al meglio la sua esperienza in grigiorosso. Dal 1995 al 1997, e un titolo di capocannoniere in Coppa Italia conquistato grazie anche ai gol realizzati sia all’andata che al ritorno contro il Bologna nella gara valevole per i Quarti di Finale.
Dopo Cremona, Maspero vive diverse esperienze tra Serie A e B con le maglie di Lecce, Vicenza, Perugia e Reggiana, per poi trasferirsi al Torino dove sarà protagonista di un episodio ancora oggi indelebile come ci racconterà lui stesso nell’intervista.
Conclusa la carriera da calciatore, Maspero decide di iniziare quella da allenatore. Si parte dal Ciliverghe Mazzano per poi proseguire con Pavia, Mantova, Pro Piacenza e Giana Erminio. Ad oggi, invece, siede proprio sulla panchina del Fanfulla, società che lo ha lanciato nel grande calcio.
Tutto ebbe inizio dal Fanfulla..
La carriera di Riccardo Maspero iniziò dal Fanfulla: “Ho iniziato nel settore giovanile del Fanfulla dove ho giocato un anno sotto età, e con l’allenatore Frigè che l’anno dopo è andato alla Cremonese e mi ha portato con lui. Da lì, poi, ho fatto tutto il percorso nel settore settore giovanile dei grigiorossi”.
Gli anni d’oro di Cremona
Quelli di Cremona sono stati anni importanti per Maspero, anni dove ha assaporato categorie importanti con calciatori altrettanto importanti: “La Cremonese per me è stata la mia gioventù perché sono arrivato lì che avevo 14 anni e ne sono uscito che ne avevo 24, per poi tornare di conseguenza. Mi hanno curato, coccolato, e fatto diventare calciatore. Son state esperienze bellissime, anche perché quegli anni lì si faceva su e giù dalla Serie A per cui capitava l’anno di gioia perché vincevi il campionato e l’anno meno bello perché retrocedevi. Però ho trovato delle persone fantastiche e una città meravigliosa che mi ha accolto come un loro figlio”.
Dalla Cremonese alla Sampdoria
Dopo la Cremonese, Maspero accettò la “sfida” chiamata Sampdoria, società che all’epoca aveva grandi ambizioni: “Dopo la consacrazione di Cremona andai alla Sampdoria, a 24 anni, per giocarmi qualcosa di importante con una società blasonata che all’epoca aveva ambizioni forti. Il campionato non fu brillante, ma arrivammo fino alla semifinale di Coppa delle Coppe perdendo contro l’Arsenal dove feci anche gol su rigore. L’anno fu premiato anche dal gol sotto la Curva Sud nel derby contro il Genoa che è uno dei ricordi più belli della mia carriera”.
Si ritorna a Cremona..
Dopo l’esperienza con la Samp, Maspero decide di ritornare in quel di Cremona: “Dopo la Sampdoria tornai alla Cremonese, perché quell’anno lì ci fu la “Sentenza Bosman” che apriva agli stranieri, e la Samp all’epoca prese Seedorf e Karembeu. A 25 anni, di conseguenza, avevo voglia di giocare e di dimostrare a pieno quello che potevo fare. A Cremona c’era Gigi Simoni che mi ha accolto a braccia aperta, e di conseguenza non ci pensai due volte a tornare. Infatti fu un anno importante a livello personale, perché vinsi il premio di capocannoniere della Coppa Italia, non una cosa semplice. Feci un bel campionato, anche se le cose non andarono benissimo per la squadra”.
Dopo Cremona e Genova, ecco altre tappe della carriera
Dopo Cremonese e Sampdoria, arrivano diverse esperienze in giro per l’Italia, in particolare tra Serie A e B con le maglie di Lecce, Vicenza, Perugia e Reggiana: “Iniziai a girare. Ho incontrato belle società e società un pò più in difficoltà, ma tutte hanno dato sempre qualcosa. Quando retrocedi, come fu a Cremona, non è facile riacquistare quella credibilità che avevi, e di conseguenza ho dovuto un pò riconquistare quello che avevo perso”.
Un’altra grande piazza: Torino
Dopo essersi rimesso in gioco, la carriera di Riccardo Maspero riparte dal Torino: “Al Torino ritrovai Gigi Simoni. Ero rimasto senza squadra dopo l’esperienza a Lecce, e lui mi disse se avevo voglia di rimettermi in discussione andando a fare il ritiro con loro. Presi con grande entusiasmo e voglia di dimostrare il mio valore. Andai in ritiro, mi misi in discussione, e a fine ritiro il Torino mi fece il contratto. Lì è iniziata la mia storia granata con la splendida cavalcata dalla Serie B alla A e il famoso derby del 3-3 sotto la curva maratona”.
L’episodio rimasto indelebile
Era il 14 ottobre 2001, derby accesissimo contro la Juventus. Negli ultimi minuti, sul 3-3 e con rigore in favore dei bianconeri, approfittando della mischia generata da proteste granata, Maspero scava una piccola “buca” in corrispondenza del dischetto del rigore. “El Matador” Salas non si accorge di nulla e calcia alto il rigore che avrebbe potuto riportare in vantaggio la squadra di Marcello Lippi: “La buca è diventata storica perché io rigorista, quando dovevo calciare un rigore, controllare il dischetto era fondamentale. In quel momento lì fai il gol del pareggio, danno un rigore al novantesimo, e anziché andare dall’arbitro a reclamare ho provato a disturbare chi doveva calciare il rigore rovinando un pò il dischetto. Salas non ha visto la buca, ha messo la palla sopra, ha calciato, e la palla è andata alta”.
Dopo Torino, ecco la chiamata della Fiorentina
Dopo il Torino, per Maspero arriva la chiamata della Fiorentina: “Andò via Camolese, e la Fiorentina dei Della Valle mi propose di ripartire dalla Serie C. Accettai con entusiasmo perché Firenze e la Fiorentina sono qualcosa di fantastico. Vincemmo la C, poi la B e così decisi di fermarmi a casa, di dare più importanza alla famiglia. Era arrivato il momento di fermarmi, e ho deciso di dedicarmi al calcio dilettantistico perché ho avuto la fortuna di cominciare subito dai professionisti e così m’incuriosiva anche il fatto di conoscere il mondo dei dilettanti”.
L’inizio della carriera da allenatore
Dopo aver terminato la carriera, Maspero decide di tuffarsi nel mondo dell’allenatore: “Ho iniziato la carriera da allenatore. Tutti quelli che ho avuto in carriera mi hanno dato qualcosa, nel bene o nel male, e ancora oggi cerco di mettere in pratica quelli che sono stati i loro insegnamenti. Penso che la cosa migliore è quella di imparare da tutti per poi mettere in campo a disposizione dei ragazzi che alleni la miglior cosa che tu puoi fare. Mi piace avere una squadra che giochi a calcio, aggressiva, che imponga il suo gioco, che non subisca gli avversari, perché la crescita del collettivo avviene attraverso lo sviluppo del gioco e la voglia di andare a fare gol”.
Le tappe da allenatore
La carriera da allenatore parte dal Ciliverghe Mazzano per poi continuare a Pavia, Mantova, Pro Piacenza e Giana Erminio: “Ho iniziato vincendo il campionato col Ciliverghe, poi Massimo Londrosi mi ha portato a Pavia dove c’era questo nuovo progetto dei cinesi. Fu un’esperienza fantastica dove con una squadra poco credibile riuscimmo ad arrivare ai playoff. Da lì è iniziata la mia carriera professionistica andando poi a Mantova, Pro Piacenza e Giana. Tutte esperienze positive che mi porto dentro e che mi hanno arricchito a livello personale“.
L’esperienza in Nazionale
Maspero, oltre alle numerose esperienze con i club, vanta anche due presenze con la Nazionale U21: “Con la Nazionale sono state esperienze bellissime. Purtroppo ho avuto la sfortuna di incontrare davanti a me Eugenio Corini e Massimo Orlando che militavano entrambi nella Juventus, per cui io che giocavo nella Cremonese avevo meno spazio per mettermi in evidenza. Eravamo sullo stesso livello, però loro son riusciti ad andare più avanti perché hanno dimostrato in palcoscenici più importanti di meritare la Nazionale. La maglia azzurra, però, è sempre la maglia azzurra”.
Intervista a cura di Gerardo Guariglia