134 gol in B, parla Daniele Cacia: “Segnare era un’emozione particolare”
“Sentiamoci dopo le 11:30 che sono sicuro di essere già col bambino preso dall’asilo”. Ecco, in queste parole c’è tutta l’umiltà e il buon senso del padre di famiglia che ha reso eroe Daniele Cacia prima sui campi da calcio e poi nelle vesti di papà.
Nonostante le sue origini calabresi, Cacia muove i primi passi da calciatore nel Piacenza dove esordisce in Serie B a soli 17 anni. Dopo prestiti poco produttivi con Ternana e Spal, ecco il ritorno a Piacenza dove realizza il suo primo gol da professionista nella partita persa in casa contro il Napoli per 3-2.
Poi ancora in giro, questa volta in C1 con la Pistoiese. In Toscana, Cacia realizza 8 reti in 12 presenze. Di ritorno ancora una volta in quel di Piacenza, l’attaccante questa volta ci resta per ben quattro stagioni, dal 2005 al 2008. E’ al centro del progetto, e a testimoniarlo sono i 34 gol messi a segno in quelle stagioni.
Poi la chiamata in Serie A da parte della Fiorentina dove, tra le altre cose, realizza anche il suo primo gol europeo contro il Rosenborg in Coppa UEFA. Successivamente, Cacia accetta altre sfide con le maglie di Lecce, Reggina, Padova, Verona, Bologna, Ascoli, Cesena e Novara, prima di chiudere la carriera nel professionismo nel suo Piacenza.
In mezzo, per, un record che ancora oggi gli appartiene. Cacia, infatti, è il secondo miglior marcatore nella storia della Serie B con 134 reti, a un solo gol di distanza dal capolista Stefan Schwoch a quota 135. Alle loro spalle, Andrea Caracciolo con 132 e Giovanni Costanzo con 130.
Si parte da Piacenza
Cacia cresce nel settore giovanile del Piacenza, e fa il suo esordio in Serie B già all’età di 17 anni: “L’esordio per ogni ragazzo è il sogno che si realizza, ma allo stesso tempo anche difficile per via di tensione, emozione e paura. A 17 anni sei ancora un ragazzino, ma ho dei bellissimi ricordi”.
I prestiti e il ritorno a Piacenza
Dopo i prestiti poco fortunati con Ternana e Spal, Cacia torna a Piacenza e realizza il suo primo gol in carriera contro il Napoli: “Le esperienze con Ternana e Spal sono state belle, ma purtroppo hanno contribuito in modo negativo con l’infortunio che ebbi la prima volta che mi ruppi il perone. Quello è un aspetto che ha contribuito in modo negativo a non poter esprimere quello che ho poi espresso dopo. Belle esperienze, ma con ricordi non bellissimi sotto l’aspetto fisico. Tornai a Piacenza dove non giocai molto durante quel campionato, però ebbi la fortuna di fare il mio primo gol nei professionisti”.
In C1 con la Pistoiese
Poi spunta la Pistoiese in Serie C1 dove Cacia realizza 8 gol: “Della Pistoiese ho un ricordo bellissimo perché è stata la prima squadra con cui ho cominciato ad assaporare l’emozione di far gol. E’ stata la mia fortuna, perché poi da lì ho cominciato anche a Piacenza ad essere titolare inamovibile negli anni a seguire”.
Piacenza 3.0
Si torna a Piacenza, questa volta per restarci dal 2005 al 2008. Furono i primi anni importanti dal punto di vista realizzativo visti i 34 gol in 74 presenze: “Quegli anni sono stati fantastici perché ho iniziato a far gol in categorie superiori come la Serie B, ed essendo anche giovane ero seguito da diverse squadre come la Fiorentina. Mi sentivo al top della forma. Poi purtroppo anche lì un altro infortunio ha contribuito ancora una volta in modo negativo alla mia crescita realizzativa e di carriera”.
La prima grande chiamata
Nel 2007 arriva il grande passo. Ecco la Serie A, c’è la Fiorentina con la quale Cacia segnerà anche il suo primo gol europeo in un match di Coppa UEFA vinto contro il Rosenborg 2-1: “Firenze rappresenta l’unico grande rimpianto della mia carriera perché sono arrivato in una piazza spettacolare, in una società gloriosa. Penso di essere arrivato al posto giusto ma al momento sbagliato, perché sono giunto lì che non stavo bene, non ero in forma, ero 4 chili in più e non avevo la forza giusta per potermi giocare il posto e dimostrare quello che poi era il mio vero valore. Nonostante ciò, però, ebbi la gioia di assaporare un gol internazionale. Feci gol sotto la Fiesole, e per un ragazzo di 23 anni non è proprio niente male”.
Si va in Puglia
Dopo Firenze, ecco la chiamata del Lecce: “Anche quella fu un’esperienza contraddistinta dalla mia frattura del perone. A Lecce sono arrivato al posto giusto ma al momento sbagliato. Probabilmente qualcosa l’avrò sbagliata anch’io perché poi con il passare degli anni ti accorgi di aver fatto qualche errore. Per la terza volta in pochi anni ho subito la terza operazione, e quindi vuoi o non vuoi qualcosa mi ha tolto. Poi l’annata è andata male perché siam retrocessi. L’esperienza non posso dire che è andata bene purtroppo”.
Nella sua Calabria
Da Lecce, Cacia vola in Serie B per vestire la maglia della Reggina: “Reggio Calabria, per me che sono calabrese, era un mezzo sogno. Ovviamente se magari in quegli anni mi poteva capitare anche l’opportunità di Catanzaro, la squadra della mia città, sarebbe stato importante per me. Purtroppo con la Reggina tutti sbagliammo quell’annata. Era una squadra forte, costruita per vincere e con un allenatore vincente come Novellino. Ricordo che tra me e Bonazzoli, che messi insieme in condizioni normali avremmo fatto 25-30 gol in due, ne facemmo solamente 4-5 in totale. In squadra c’erano giocatori come Buscè, Sergio Volpi, Carmona, Missiroli. Insomma, era una squadra importante costruita per vincere, ma purtroppo sbagliammo tutti l’annata e ci salvammo all’ultima giornata”.
Di ritorno a Piacenza
Per la quarta volta, Cacia torna a Piacenza nel 2010-11. Qui si toglierà tante soddisfazioni, come le triplette a Lanciano e Vicenza e il terzo gradino del podio nella classifica cannonieri di Serie B con 17 reti: “E’ stata una bella annata perché dopo due anni tra infortuni e altro non avevo fatto bene. Ritornai a Piacenza perché era la mia casa, e sapevo bene che tornando qui potevo rilanciarmi da protagonista per l’anno dopo in palcoscenici magari più importanti. Qui mi sono ritrovato. Ho fatto 17 gol, poi purtroppo il finale di stagione era stato delineato e compromesso da altri aspetti che non mi riguardavano, ma purtroppo ci siamo cascati tutti in mezzo per via del calcio scommesse. E quindi lì contribuì anche la parte nervosa nel mio caso perché feci tipo 8 giornate di squalifica. Oltre all’aspetto fisico e mentale, ci sono cose che vanno oltre lo sport, e allora lì dobbiamo alzar le mani perché nessuno ci può far nulla”.
Si va in Veneto, a Padova
Nuova avventura per Cacia. Ecco il Padova, dove tra le altre cose segnerà nel derby contro il Verona: “A Padova ho dei ricordi bellissimi. Ho fatto 12 gol, uno di questi contro il Verona. Anche lì, però, squadra costruita per vincere e non arrivammo nemmeno ai play-off. Alla fine, a livello personale, credo di essere stato abbastanza contento. Potevo fare molto di più e mi aspettavo di più, però a livello collettivo anche lì purtroppo abbiamo sbagliato l’annata e alla fine non siamo andati neanche ai play-off, obiettivo minimo posto dalla società”.
Sempre in terra veneta, ma questa volta a Verona
Scherzo del destino ha voluto che dopo Padova, Cacia andasse proprio all’Hellas Verona. Anche qui diversi gol, ma su tutti il record assoluti di centri in una singola stagione con la maglia dei Butei: “All’Hellas ho vissuto tutto con l’entusiasmo di un ragazzino, perché era una di quelle piazze dove sin da bambino mi sarebbe piaciuto giocare. Non ho avuto dubbi nel compiere quella scelta. Lì ho toccato l’apice perché ho vinto la classifica cannonieri con 24 gol e ho battuto quel record che ancora oggi detengo. Poi Verona è bella sia come città che a livello di tifoseria. Lì posso dire che mi sono sentito un giocatore importante”.
Altra grande piazza, Bologna
Poi la tappa di Bologna, e anche qui è storia visto che il 19 gennaio 2015 Cacia realizza il suo 100esimo gol in Serie B: “Bologna è la classica piazza dove se vai a giocare vorresti star lì dieci anni. Ho fatto anche lì 12 gol, ma mi aspettavo di fare qualcosa di più. Ma comunque alla fine abbiamo vinto il campionato, ho fatto un gol importante nei play-off contro l’Avellino e ho realizzato il mio centesimo gol. E’ stata una bellissima esperienza”.
La tappa di Ascoli
Dopo Bologna, arriva l’Ascoli, seconda miglior piazza dove Cacia ha realizzato più gol (29) dopo i 34 nella prima stagione di Piacenza: “L’Ascoli per me è stata una sorpresa, ma non perché non volevo andarci perché avevo sottovalutato la piazza, ma per il semplice motivo che avevo 31 anni, avevo appena vinto la Serie B col Bologna e avrei voluto giocarmi una delle mie ultime carte in Serie A, cosa che poi a Bologna non è potuto succedere e quindi sono stato preso un pò dall’amarezza. Quando arrivò l’Ascoli andai in una condizione mentale non proprio ottimale. Fu una sorpresa perché dopo esserti ambientato dopo qualche mese è fatta. All’inizio non nascondo il fatto che ho fatto fatica, ma appena poi riuscii a ritrovare la mia strada mi sono innamorato di quella piazza. E’ una piccola piazza ma con un grande pubblico, e l’ho sempre paragonata a quella dell’Hellas. C’era un pubblico, un calore unico, la gente vive solo per l’Ascoli, ti trasportava proprio questa passione che hanno. Sono andato piangendo e sono andato via piangendo perché non volevo più andare via. Però il calcio è questo, è fatto di episodi e componenti dove i giocatori son sempre predisposti a cambiare”.
L’esperienza di Cesena
Da Ascoli a Cesena. Cacia resta in bianconero, ma in regioni e contesti diversi: “A Cesena sono andato con grande entusiasmo, e dopo un ritiro altalenante fatto ad Ascoli da fuori rosa mi son presentato alla prima giornata a Cesena da titolare con doppietta all’Avellino. Anche lì, però, subì un infortunio, uno strappo muscolare al polpaccio che mi tenne fuori tre mesi. In quei mesi era successo di tutto. Era stato esonerato l’allenatore che mi aveva voluto ed era arrivato Castori. Con lui ho giocato poco, ma l’ho sempre stimato per la persona che è, cercando anche di aiutarlo in alcune situazioni”.
La penultima tappa si chiama Novara
Dopo Cesena, Cacia accetta la proposta del Novara: “A Novara c’era la storia dei ripescaggi, della Serie B a 22 squadre, e il Novara era una delle prime squadre che doveva essere ripescata. Mi giocai anche questa carta con un filo di fortuna dalla mia parte visto che magari andavo lì, mi ripescano e mi faccio ancora la mia categoria. Invece, poi, non ci ripescarono e quindi mi ritrovai in Serie C. La delusione era tanta, però la presi con grande entusiasmo perché ho conosciuto persone eccezionali come William Viali, il direttore sportivo Ludi, e quello che sta facendo a Como è la prova della persona che è. Fu un’esperienza comunque positiva perché andammo ai play-off. Si poteva fare di più anche lì, però non la reputo una stagione andata male”.
A Piacenza per chiudere la carriera
Dopo una lunga carriera, Cacia decide di chiudere la carriera a Piacenza, proprio dove tutto ebbe iniziò tanti anni fa: “Questa è stata una scelta dettata dal cuore, perché era giusto che il cerchio lo richiudessi da dove sono partito. Oggi, a distanza di qualche anno, se tornassi indietro non so se la rifarei perché tornando a Piacenza alla fine ho smesso di giocare per diverse problematiche. Probabilmente starei ancora giocando se avessi preso altre decisioni. E’ questo un pò il mio rammarico”.
In Eccellenza col Nibbiano Valtidone
Cacia ha chiuso col professionismo, ma grazie alla proposta del Nibbiano Valtidone ha continuato a divertirsi: “L’anno scorso mi hanno coinvolto in questa società vicino Piacenza, c’era qualcuno che conoscevo, presidente e direttore mi hanno convinto e li ringrazio, perché mi hanno fatto ritrovare un pò di adrenalina che mi mancava da un pò. Purtroppo dopo essere stato fermo quasi due anni la ripresa non è stata facile. Ho avuto diversi acciacchi. Niente di grave, però appena inizi ad avere qualche intoppo di troppo fai fatica a trovare la condizione. Quest’anno mi sono divertito e ho dato una mano ai ragazzi più giovani, però sul campo mi son divertito un pò meno”.
Il gol più bello
Daniele Cacia ne ha fatti di gol in carriera, precisamente 134, tutti in Serie B che lo hanno reso il secondo miglior marcatore di tutti i tempi: “Non ce n’è uno in particolare. Ce ne sono tanti, tipo quelli che fatto con l’Hellas sono fantastici, altri che ho fatto con l’Ascoli, quello contro l’Avellino nei play-off lo ricordo con grande piacere, i primi gol di Piacenza. Annata per annata ogni gol mi ha trasmesso delle emozioni particolari”.
Intervista a cura di Gerardo Guariglia