Originario di Fucecchio, di puro sangue toscano. Questa è la romantica storia Massimiliano Alvini, di ruolo allenatore ma che nel corso della sua “giovane” carriera ha calpestato tanti campetti di periferia. “Il mio credo calcistico? Spirito di sacrificio, motivazioni, umiltà, coesione di gruppo, spogliatoio unito e organizzazione tattica“.
La sua breve carriera da calciatore (giocava spesso e volentieri a sinistra, sulla fascia) è iniziata nel 1993 con la maglia del Signa, squadra toscana che ad oggi milita nel campionato di Eccellenza. Con i gialloblù sarà un matrimonio che durerà fino al 2000, per poi estendersi ancor di più anche in altri settori.
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo molto presto, Alvini viene nominato per la prima volta allenatore della Juniores. I risultati sono stati positivi, a tal punto da essere promosso alla guida della prima squadra nel 2001 dove ci resterà, tra le altre cose, fino al 2003. Nel corso di queste esperienze, ottenne la promozione in Eccellenza dopo il secondo posto nel campionato di Promozione della stagione precedente.
Archiviato il gialloblù di Signa, Alvini decide di accettare la fida del Quarrata in Eccellenza toscana. Anche lì arrivò un buon risultato visto il quinto posto ottenuto nel 2003-04. Sempre alla guida dei giallorossi arrivò anche la vittoria del campionato di Promozione nel 2006-07, ma nella stagione successiva venne esonerato dalla società dopo sole dieci giornate.
E’ l’ora della grande opportunità per Alvini. Ecco il Tuttocuoio, squadra toscana di Ponte a Egola, frazione del comune di San Miniato, all’epoca la più piccola realtà del calcio professionistico italiano con i suoi circa 8.000 abitanti. Una vera e propria favola quella della formazione neroverde, una delle tre squadre della provincia di Pisa (le altre due sono il Pontedera e il Pisa), che fino al 2008 aveva sempre militato tra la Promozione e Prima Categoria, ma che negli anni è riuscita a centrare obiettivi mai centrati prima come ben quattro promozioni nonostante ostacoli e difficoltà.
In cinque anni ha portato il Tuttocuoio dalla Promozione alla Lega Pro, con in mezzo anche una Coppa Italia Dilettanti vinta nel 2010 contro la Capriatese per 3-1.
Dopo essersi messo in mostra a suon di risultati, su Alvini piomba l’interesse dalla Pistoiese che lo esonererà, però, agli sgoccioli del campionato. Poi l’Albinoleffe, ma dopo un nono e un quinto posto nei primi due anni viene esonerato.
Quanto fatto finora non è passato inosservato, e su di lui c’è la Reggiana che decide di scommettere fortemente sulle sue qualità. Arriva subito la promozione in Serie B dopo 21 anni di attesa, con la vittoria dei playoff, risultato che gli è valso poi la Panchina d’Oro di Serie C. L’anno successivo non è poi riuscito a mantenere la categoria, arrivando a interrompere la sua storia con i granata.
Lo scorso giugno, invece, la chiamata da parte del Perugia. Gli umbri si sono classificati ottavi a pari merito con il Frosinone (58) qualificandosi ai play-off per gli scontri diretti a favore grazie alla vittoria decisiva contro il Monza e alla sconfitta dei ciociari all’ultima giornata contro il Pisa. Nel primo turno play-off, il Perugia è stato eliminato dal Brescia per 3-2 ai tempi supplementari.
La prima volta di Alvini nel campionato cadetto può sicuramente essere etichettata molto positiva: ha dato un’impronta di gioco alla squadra, una difesa a tre che spesso e volentieri ha regalato soddisfazioni, e ha messo nelle migliori condizioni possibili i suoi calciatori, in particolare l’attaccante Manuel De Luca che ha chiuso la stagione in doppia cifra grazie ai suoi 10 gol.
Dopo aver allenato praticamente in quasi tutte le categorie, per Massimiliano Alvini è finalmente arrivato il momento di sbarcare in Serie A. Ad attenderlo c’è l’intrigante sfida della Cremonese, neopromossa costruita e plasmata dall’ottimo lavoro di Fabio Pecchia.
Sarà la giusta ricompensa per un’allenatore che ha fatto tanta gavetta, e che potrà raccontare ai propri nipotini di aver calpestato anche l’erbetta di San Siro e dell’Allianz Stadium, casa della Juventus. E pensare che fino al 2014 lavorava nell’azienda di famiglia come rappresentante di suole per calzature..