Il cuore oltre l’ambizione: La fantastica storia di Niccolò Rinaldo
La bellezza delle favole la osserviamo e impariamo a capirla sin da bambini. Storie fantastiche, mitiche, leggendarie. E poi ci sono le storie di vita vera. Quando pensi che la realtà non possa superare l’immaginazione arriva qualcosa che stravolge tutto. E così accade anche nel calcio. Forse lo sport con più favole da raccontare. Oggi vi vogliamo raccontare la storia di un bambino che amava giocare a pallone, ma ancora di più amava farlo con le persone a cui vuole bene. Quel bambino si chiama Niccolò Rinaldo, che con immensa disponibilità ha deciso di raccontare in esclusiva ai microfoni di seried24.com una favola calcistica, un calcio romantico a cui non siamo più abituati.
La storia di Niccolò Rinaldo inizia nel quartiere di San Lorenzo, in provincia di Padova, dove lui è nato e cresciuto il 17 maggio del 2000. Sin da bambino eredita dal suo papà la passione per il calcio, passione che li legherà inevitabilmente in un rapporto speciale, quasi viscerale. Ed è proprio suo padre Luca che per primo inizia a raccontarci la favola di Niccolò: “Niccolò sin da piccolo muove i primi passi con il pallone. A 5 anni inizia a giocare per la squadra parrocchiale del suo quartiere; gioca, si diverte, conosce i suoi amici di una vita. Col passare del tempo questo bambino dimostra di avere un grande talento”.
Talento che non passa inosservato. All’età di 14 anni, nel 2014, viene chiamato alla corte del Padova. Niccolò fa il provino che va molto bene. Ma rifiuta la proposta. Vuole tornare a giocare con i suoi amici, nella sua squadra parrocchiale, il San Lorenzo Albignasego, il suo eremo felice. “Ho sempre visto il calcio come sinonimo di aggregazione e fratellanza“- ci dice Niccolò. E poi continua: “Sono cresciuto nella squadra del mio quartiere, a letteralmente 100 metri da casa mia. Sin dall’inizio, dai primissimi allenamenti, mi sono ritrovato con quelli che erano all’epoca i miei compagni d’asilo, poi elementari e quelli che sono tutt’ora i miei amici stretti, quelli di una vita. Non me la sentivo assolutamente di abbandonarli, anche se questo avrebbe significato fare un passo enorme verso i miei sogni“.
Il cuore prima di tutto, Niccolò Rinaldo: “Ho giurato amore alla squadra del mio quartiere andando oltre i miei sogni”
Niccolò continua a crescere e con lui anche il suo talento. L’anno successivo riceve una chiamata dall’allenatore degli Allievi del Modena Simone Barone che gli dice di avere un posto per lui nel Convitto Nazionale Studentesco e che lo vuole nella sua squadra. Ancora una volta Niccolò rifiuta: “Ho iniziato questo percorso sin da bambino e per i primi 15 anni della mia vita ho giurato amore alla squadra del mio quartiere, rifiutando anche offerte da squadre un po’ più serie, andando oltre i miei sogni. Perché ero con i miei amici, giocavo a pallone, ero a casa mia, questo a me bastava, non sentivo il bisogno di altro“.
Il papà Luca non lo limita, non lo ostacola, è d’accordo con lui e gli sta vicino: “Niccolò è sempre stato molto maturo nel prendere determinate scelte. Ha sempre detto che il calcio è una delle componenti della sua vita. Ma mai quanto lo sono i suoi amici e la sua squadra. Alla fine di ogni campionato man mano che lui cresceva arrivavano un sacco di proposte anche da squadre blasonate, per andare a giocare in promozione o categorie anche più importanti. Lui ha sempre rifiutato. Questa favola sarebbe continuata così per sempre“.
Il duro confronto con la realtà: “Quello che consideravo un ambiente familiare a tutti gli effetti, mi ha voltato le spalle”
Non sempre, però, le favole sono così perfette. Niccolò, all’età di 20 anni, si va a scontrare con la dura realtà di un calcio che non sempre è come ce lo aspettiamo. Il San Lorenzo Albignasego, la sua squadra del cuore, il club in cui è cresciuto e a cui ha giurato amore lo mette in disparte. Viene destituito dal ruolo di capitano dal nuovo allenatore, ruolo che gli era stato dato dai suoi compagni quando aveva 10 anni.
“Quattro anni fa è cambiato tutto. Quello che consideravo un ambiente familiare a tutti gli effetti, mi ha voltato le spalle. Inoltre, non essendo un club di alto livello, si prendeva il calcio come cosa secondaria e terziaria. Io davo l’anima negli allenamenti. Ho iniziato a vedere disinteresse da parte degli altri. Non ho mai saltato un allenamento in vita mia. Questo fattore, unito anche ad altre dinamiche interne mi ha convinto ad iniziare a pensare di più a me stesso”.
Niccolò non demorde. Decide di seguire ancora una volta il cuore. E come il miglior Del Piero nell’era Capello e il miglior Totti nell’era Spalletti, decide di continuare a rispettare la sua scelta di vita. Fino a che un giorno cambia tutto.
La “Finestra” che ha fatto prendere il volo a Niccolò: “La vita certe volte ti mette di fronte a scelte che cambiano tutto”
Nel 2020 la storia di Niccolò prende una svolta per un curioso scherzo del destino. E si sa, le coincidenze sono stimoli da intercettare. “Nel 2020 è cambiata la mia vita. L’allenatore della Casalserugo Maserà, squadra all’epoca militante in Promozione veneta, era costretto a casa con il Covid. La sua finestra si affaccia sul campo dove mi allenavo. Mi ha notato e mi ha contattato subito. La vita certe volte è assurda, ti mette di fronte ad alcune scelte che cambiano tutto. Ho dovuto riordinare le mie priorità. E’ stata una bellissima coincidenza. L’ho seguito e ho deciso di fare questa nuova esperienza. A oggi non è più il mio allenatore ma lo ringrazierò sempre, come ringrazierò sempre il destino.“
Niccolò trova un contesto e un ambiente che gli fanno capire che il mondo che si era creato esiste anche da altre parti e accetta questa nuova collocazione che a 20 anni lo immette nel mondo dei grandi. Dopo 3 anni è diventato una delle pedine principali della Casalserugo Maserà, in Prima Categoria Veneta. Quest’anno è stata la vera e propria consacrazione per lui. Trascinato dai suoi gol e da un organico compattissimo, il club è secondo in classifica e punta la promozione. E le chiamate da club molto importanti di categoria superiore non accennano a smettere…
La laurea in storia e un bagaglio di sogni infinito, Niccolò Rinaldo: “Voglio capire quali sono i miei limiti e superarli”
Oltre che per le sue vicende calcistiche, la storia di Niccolò Rinaldo è molto bella perché non ha mai smesso di perseguire un’altra sua passione, quella per lo studio. Niccolò, infatti, lo scorso dicembre ha conseguito la laurea triennale in Storia all’Università degli Studi di Padova, un altro obiettivo importante che delinea la sua “estrema caparbietà e maturità nell’ottenere grandi risultati, lo studio è sempre stata una delle sue priorità“- come ci dice papà Luca.
“Come mai ho scelto proprio storia? Perché è una passione che ho sempre avuto sin da bambino oltre a quella del calcio. Poi alle superiori ho avuto un professore che me l’ha fatta amare ancora di più e ho deciso di iscrivermi a questa facoltà. So che magari avrei potuto puntare a qualcosa di più concreto, ma sono dell’opinione che ognuno di noi debba seguire le sue inclinazioni, a prescindere da quanto sia difficile. Non bisogna mai accontentarsi”
A questo punto sorge spontaneo chiedere a Niccolò come faccia a coadiuvare la vita da studente a quella del calciatore: “Ho appena iniziato la magistrale. Per adesso sto riuscendo molto bene a gestire la vita di studente e calciatore“. Appena gli chiediamo cosa si aspetta dal futuro però, la voce di Niccolò è rotta dall’emozione, si percepisce che la sua mente viaggia al pari passo dei suoi sogni: “Il mio sogno è giocare a calcio. Giocare a livelli sempre un po’ più alti, salire sempre di più. È la mia più grande passione, è inutile girarci intorno. Sono nato per questo gioco. Voglio capire che opportunità ci sono in qualche categoria più alta rispetto alla mia. Proposte in C o D? Sto seriamente valutando. Voglio vedere quali sono i miei limiti e superarli“.