“Ho giocato fino a 24 anni, poi ho smesso. Ero considerato una promessa ma al massimo avevo giocato nei dilettanti, in quarta serie, e non mi andava più“. Questo è il bigliettino da visita di Paolo Indiani, allenatore del San Donato che oltre alle sue conoscenze tecnico-tattiche fa dei valori della vita e dell’umiltà le sue più grandi risorse.
Allena da quando aveva 37 anni, quasi quaranta anni di carriera e un passato alla “scrivania” come impiegato comunale. Diploma in ragioneria, specialista in promozioni. Nato e cresciuto a Certaldo come Spalletti, ma di puro stampo “Sacchiano” visto che, come ha più volte ribadito lui stesso, all’epoca non potevi non innamorarti della sua proposta di calcio innovativa.
Ha preso il Pontedera in Serie D e l’ha portato in Lega Pro, una piazza che ha sempre fatto ottimi campionati con tanti giovani lanciati. Doppia promozione con i toscani, prima dell’unificazione di Prima e Seconda Divisione. Successivamente, due vittorie in Eccellenza, e nel 1990 porta anche il suo Certaldo in D. Poi Rondinella che nel ’99 arriva nei professionisti e l’impresa con la Massese che in due anni passa dalla D alla C1.
Dopo aver dimostrato tutto il suo valore sul campo, per Indiani arriva la grande e meritata chiamata. Si tratta del Perugia, società che nel 2008 decide di affidargli la panchina per la disputa del campionato di Serie B. Purtroppo, però, l’avventura non durerà molto, solo per una partita (vinta), per via del successivo fallimento della società.
Prima di volare in Umbria, però, Indiani sfiorò l’impresa di portare il Crotone in Serie B, un traguardo che venne solamente accarezzato visto che i calabresi si fermarono ai playoff.
Giunto ai titoli di coda con il Gavorrano, Indiani decide di sposare l’ambizioso progetto del San Donato, compagine militante nel Girone E di Serie D. I risultati? A dir poco straordinari visto che i toscani hanno addirittura conquistato la promozione diretta in Serie C.
Percorso netto quello di squadra e allenatore: 25 vittorie, 3 pareggi e 5 sconfitte per un totale di 78 punti totalizzati. Di gran lunga il miglior attacco del campionato (85 gol) e difesa ben organizzata visti i soli 30 gol subiti.
Tra i meriti da attribuire all’allenatore ce ne sarebbero tanti, ma alcuni di questo possono essere sicuramente quelli di aver costruito un gruppo sano, coeso, affiato e con calciatori messi nelle condizioni di rendere al massimo. Non a caso Federico Russo (20) e Edoardo Marzierli (19) sono i capocannonieri indiscussi della squadra. Impossibile non fare bene con tutti questi numeri.