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Pasquale Marino: “Catania è passione, città straordinaria. Non vedo avversari in questo campionato”

Allenatore, uomo e leggenda. Il legame tra il Catania e Pasquale Marino è scritto nelle pagine di storia rossazzurra fatta di successi, trionfi e notti indimenticabili. Dai campi di Serie D e C2 da giocatore al fianco di Angelo Massimino alla promozione in A da allenatore, sognando per alcune settimane la qualificazione in Champions League. Il ricordo dell’allenatore di quegli anni in terra etnea è vivo più che mai, nel ricordo di annate strepitose. Ai microfoni di SerieD24.com l’ex rossazzurro ha raccontato dei suoi anni a Catania, affrontando sia del lato sportivo che umano della città e di una tifoseria pronta a sognare in grande. 

Marino: “Catania del 94/95 diverso da quello di oggi, entrambe due squadre forti”

Il legame d’amore tra Pasquale Marino e il Catania è nato molti anni fa e risale proprio quando i rossazzurri affrontarono il loro primo campionato di Serie D della loro storia. Nel 1994/95 gli etnei vinsero il girone I e tornarono in C2 superando la concorrenza del Milazzo secondo in classifica. “Dal Catania del 1994/95 a quello di oggi sono cambiate tante cose. – dice Marino – Il calcio è sempre in evoluzione anche nelle regole delle sostituzioni che si potevano fare. Gli organici erano in formato ridotto rispetto ad oggi. Noi all’epoca eravamo contati o quasi. Il Catania oggi dispone di un organico qualitativamente e tecnicamente ampio, si può dire che è stata costruita una squadra forte come lo eravamo noi. Una quindicina di giocatori che venivamo tutti da categorie superiori. Abbiamo fatto un buon campionato e con un’antagonista come il Milazzo. È stato più combattuto in quegli anni che rispetto ad oggi dove la squadra sta passeggiando”.

Il gol di Pasquale Marino contro il Canicattì nel 1994/95

Pasquale Marino e il rapporto con Angelo Massimino

In quel 1994/95 al timone del Catania c’era l’indimenticato Angelo Massimino. Il “presidentissimo” degli etnei in quella stagione ha riportato il club in C2 dopo l’esclusione del 1993. Purtroppo nel marzo 1996 il patron scompare in un tragico incidente stradale. “L’impatto con Angelo Massimino è stato positivo – dice l’ex allenatore del Pescara. – Un personaggio particolare e che dava ai giocatori del “lei” e mi chiamava “u regista” (ride ndr), perché giocavo come regista. Ha fatto la storia, ci sono mille aneddoti. Massimino ha dimostrato che voleva portare il Catania di nuovo nelle categorie che merita e ci è riuscito tanti anni prima. Lui è stato insieme a Pulvirenti a portare gli etnei in Serie A. Ho conosciuto due presidenti che hanno fatto la storia del Calcio Catania ed è chiaro che nella gestione Pulvirenti c’è stata più continuità nella massima serie con 8 campionati di fila“.

Marino: “Ferraro e la società stanno facendo cose straordinarie”

Tornando all’attualità, ad oggi il Catania vanta un primato indiscusso nel girone I di Serie D. La promozione in Serie C è ormai molto vicina e tutto grazie ad una dirigenza e proprietà forte come quella di Ross Pelligra: “Per ora stanno rispettando gli impegni presi, – dichiara Pasquale Marino – ovvero riportare il Catania nel calcio che conta e lo stanno facendo bene. La squadra non ha avversari in campionato, per cui le prospettive speriamo che continuino a portare avanti questo progetto per riportare il club in categorie che merita. Anche la Serie C sta stretta al Catania, perché questa squadra è stata tanti anni di fila in B e in A quando c’ero io e c’era Pulvirenti.

Pelligra Catania

In campo la squadra non delude affatto. La vittoria di Vibo Valentia contro la Vibonese ha ribadito con forza il valore del Catania di Giovanni Ferraro. “Per me fin dall’inizio hanno fatto vedere che non c’è partita. Hanno fatto un gran lavoro. Dal nulla è stata creata una buonissima squadra e spesso partire da zero non è mai facile.” Anche nella gestione del gruppo Marino fa i complimenti a Ferraro per il lavoro svolto: “Gestire un gruppo di tantissimi giocatori non è semplice. Sia Ferraro che la società hanno fatto cose straordinarie. A volte si pensa erroneamente che sia tutto facile quando si vince. Hanno avuto ottime intuizioni per costruire una squadra così

vibonese catania ferraro

La promozione del Catania in A del 2006 e…quanti allenatori in quella rosa!

Marino nel corso degli anni non ha perso i rapporti con i suoi ex compagni di squadra, protagonisti di quella promozione del 1995: “Con i giocatori del Catania con cui giocavo io ancora mi sento con qualcuno, nonostante i tanti anni che sono passati. Mi sento ancora con Peppe Santino che fa il procuratore.” Uno dei ricordi più dolci per i tifosi del Catania è sicuramente la promozione in Serie A del 2006, l’ultima nella storia recente. Una squadra piena di talenti e future promesse nel calcio tra cui molti allenatori.

Foto da calciocatania,com

Con i ragazzi con cui abbiamo vinto il campionato di B è più recente e ancora mi sento con tanti. Mi fa piacere che in quel Catania tanti ragazzi hanno intrapreso la strada da allenatore dopo che hanno smesso. Come Fabio Caserta, Roberto De Zerbi, che sta facendo bene al Brighton, Andrea Sottil, Armando Pantanelli, che fino a qualche anno fa è stato allenatore dei portieri del Catania. C’è anche Ciro Polito, che oggi è Direttore Sportivo del Bari con grande successo. Zavagno che oggi lavora nell’orbita del City Group con il Palermo. Però in quella squadra tanti ragazzi sono rimasti nel mondo del calcio. Anche Spinesi oggi ha delle scuole calcio nel napoletano. Mascara allenava il Siracusa fino a poco tempo fa. Chi più, chi meno.”

De Zerbi e Marino, un rapporto oltre il calcio

Chiaramente di quel Catania di Pasquale Marino chi ha fatto più strada tra tutti è Roberto De Zerbi. L’ex attaccante rossazzurro è stato protagonista come allenatore con Foggia, Benevento, Sassuolo e ora in Premier League con il Brighton. “De Zerbi è il top, allena in Premier League e ha battuto il Liverpool di recente e sta facendo dei risultati straordinari in Inghilterra. Sono contentissimo di ciò perché quando ha iniziato la spinta l’ho data io. All’epoca ho chiamato il DS del Foggia per fare il suo nome nonostante ancora Roberto non avesse il patentino per allenare in C. Da lì ha iniziato ad allenare. Lui è stato sempre rispettoso ed è una persona vera e diretta, che non è facile trovare nel mondo del calcio. A volte c’è tanta ipocrisia, invece lui di dire quello che pensa non se ne frega nulla. È un personaggio sano e una persona vera. Lo apprezzo molto”.

Marino: “Nel 2015 avevo tantissime richieste ma scelsi il Catania”

Il rapporto tra Catania e Pasquale Marino va anche oltre il calcio. L’allenatore si è soffermato sul mancato ritorno in Sicilia nel 2015 prima dello scandalo dei Treni del gol: “Di Catania mi è piaciuto tutto. Io sono stato bene a Catania. Vivere la città mi è piaciuto tantissimo come anche nell’ambiente sportivo. Basti pensare che io dopo una stagione in cui in Serie B nel 2015 in cui avevo preso il Vicenza in zona play-out e siamo arrivati terzi ad un passo dalla Serie A, mai avevo ricevuto così tante richieste di squadre blasonate. Però io avevo scelto di tornare al Catania, poi purtroppo è successo lo scandalo e la retrocessione in C. In quella scelta c’era anche un senso di riconoscenza nei confronti del Catania di quello che aveva fatto per me. La società mi chiese aiuto dopo un campionato di B di sofferenze e quando mi ha chiamato Pulvirenti ho messo i rossazzurri al primo posto davanti a tante società di categoria. Per me era un segno di riconoscenza verso una piazza che mi ha fatto arrivare all’Udinese e a giocarmi la Coppa UEFA. Io dato ma ho ricevuto tanto dal club.” 

Il ricordo di Catania, tra mare, montagna e granite

Marino racconta anche di quelle ore pre-partita vissute a Catania e dintorni, nel verde dell’Etna o nel mare della riviera catanese: “Io vivevo all’hotel Biancaneve a Nicolosi, di cui il proprietario era Fresco, il vicepresidente del Catania quando giocavo io. Lì mi sentivo a casa. Catania è passione. Se i tifosi ti incontrano per strada ti fermano. Si vive in un modo straordinario. I due anni che ho fatto Catania ci siamo giocati tutto all’ultima giornata. Per la promozione in A ci giocavamo tutto contro l’Albinoleffe, che cercava punti salvezza. La tensione e lo stress cercavo di scaricarla tutte le mattine in macchina girando nei paesi etnei come Zafferana o Viagrande immersi nel verde. Poi finivo il giro ad Acitrezza, al mare.”

Nel 2007, nella settimana prima della partita contro il Chievo a Bologna, ho fatto la stessa cosa. – dice Marino – Spesso andavo a pranzo al famoso bar Alecci di Gravina di Catania e il proprietario non mi faceva mai pagare. Anzi, si offendeva se pensavo di pagare. Io sono tornato a Catania per un Capodanno nel 2018 quando allenavo il Brescia con una quindicina di amici miei da Marsala per festeggiare. Di passaggio a mia moglie gli piaceva la granita e ci siamo fermati con tutti i nostri amici sempre da Alecci a Gravina. Io allora ho mandato un mio amico di nascosto per pagare e il proprietario (tifosissimo del Catania) lo ha scoperto subito. Non mi ha fatto pagare. “Il mister qui non paga mai” ha ribadito con forza. Avere la mia foto nel murales fuori dallo stadio Massimino per me è un onore. Io non sono mai andato a vederlo in presenza, c’è andato qualche mio familiare.

A cura di Federico Rosa