Patrice Evra, da Marsala al tetto del mondo: le sue origini
“Sono cresciuto nella povertà, e mi è anche capitato di chiedere soldi in strada per comprarmi qualcosa da mangiare”. Ecco, dietro queste parole c’è tutta l’umiltà che ha reso Patrice Evra uno dei migliori laterali difensivi dell’ultimo decennio.
Nasce in Senegal, precisamente nella capitale Dakar, da padre senegalese di origini guineane, e madre capoverdiana. A soli 3 anni, il piccolo Patrice Evra si trasferì in Francia e già in tenera età iniziò ad innamorarsi del calcio. In quella fascia non badi molto a risultati o calciatori, bensì all’effetto che si prova quando si calcia un pallone.
“Patrice Evra è il nuovo Romario”, il retroscena
“Questo mio amico è un fenomeno, è il nuovo Romario“. Furono queste le parole di un amico di Evra dopo aver giocato nelle strade per alcuni anni. Tale frase fu una sorta di bigliettino da visita per presentarlo alla squadra della sua città, ossia il Club Omnisports des Ulis. L’amico aveva ragione, da vendere a quanto pare, perché Evra si rivela uno dei migliori talenti dell’accademia giovanile francese, un attaccante che ha già attirato su di sé numerose attenzioni, tra le quali la società dilettantistica del Brétigny che lo acquistò prontamente.
Patrice Evra, l’evoluzione al PSG
Dopo essersi messo in mostra più volte, Patrice Evra viene acquistato dal PSG che da attaccante lo trasformerà in ala. Fu un’esperienza breve, ma formativa. Tornò così a Brétigny, dove venne invitato a partecipare a un torneo di calcetto organizzato da un centro sportivo della zona. Durante una partita, però, arriva la svolta decisiva per la carriera di Evra: un osservatore italiano lo visionò con attenzione, e al termine dei giochi offrì al ragazzino l’opportunità di fare un provino con il Torino per poi aggregarlo nella formazione Primavera.
Patrice Evra, l’Italia nel destino
Patrice Evra doveva andare a Torino, ma un club siciliano bruciò la concorrenza. Si trattava del Marsala, all’epoca squadra militante in Serie C1. Così, diciassettenne, firmò il suo primo contratto da professionista con il quale trovò anche una buona continuità.
Col Marsala allenato da Agatino Cuttone prima e Luigi Carducci poi, nella stagione 1998-99, collezionò 24 presenze e 3 gol. Il primo dei tre timbri resta e resterà, ovviamente, indimenticabile: 17esima giornata di campionato, Avellino-Marsala 1-1, calcio d’angolo per i siciliani in maglia blu e colpo di testa vincente di Evra che vale il pareggio finale.
Patrice Evra: “Marsala ricordi indelebili, come una famiglia”
Per Evra, l’esperienza di Marsala è ancora oggi indelebile, e nonostante la carriera che egli stesso ha avuto il ricordo vive ancora nella mente: “A Marsala ho i ricordi più belli. Quando sono arrivato in Sicilia ero un ragazzino di 17 anni e mi sono sentito in famiglia. Avevo fatto un provino nel Torino e mi volevano tenere, ma c’era un osservatore del Marsala che mi ha chiesto se avessi voluto provare a fare il salto nel calcio professionistico e mi sono tuffato. E’ stata la migliore sensazione che ho avuto nel calcio”.
Oltre ai gol, Evra ha poi avuto modo di incontrare anche Fabio Paratici, all’epoca in forza al Palermo. Scherzo del destino ha voluto che questi due s’incrociassero qualche anno più tardi alla Juventus, precisamente dal 2014 al 2017.