Una persona dal cuore d’oro, anzi, a Vibo direbbero rossoblù. Stiamo parlando di Pietro Ciotti, giocatore della Vibonese. Giocatore perché parlare di un ruolo ben preciso con Pietro è molto difficile, sostanzialmente perché Pietro sa fare tutto. Gioca davanti, gioca dietro, gioca largo. Corre, segna, carica, guida.
Questo e tanto altro, è Pietro Ciotti, e questa è la nostra esclusiva intervista al leader – goleador della Vibonese.
Nelle battute iniziali di questa intervista Pietro ci ha raccontato di come Vibo Valentia gli sia entrata nel cuore. Basti pensare che Pietro è uno dei giocatori più presenti di sempre per la Vibo, con ben 154 presenze ufficiali:
“Dico sempre che per valutare il mio rapporto con Vibo basti pensare che sono arrivato diciassettenne e se dovessi andarmene me ne andrò padre. Ho avuto una grande crescita sotto questi colori anche grazie a una società molto preparata, nella quale mi sento benissimo.
Pietro ha poi sottolineato il suo bellissimo rapporto con Vibo come città: “Qui mi sento bene perché le persone mi apprezzano, non solo i grandi grandissimi tifosi allo stadio ma anche per strada con piccole dimostrazioni d’affetto. Io e la mia famiglia ci sentiamo accolti e stiamo letteralmente benissimo qui.
Un focus particolare sulla nostra chiacchierata è stato quello ovviamente del suo ruolo in campo, Pietro ha veramente dimostrato finora di poter giocare ovunque, addirittura da mezz’ala:
“Da mezz’ala mi sono trovato benissimo, ma posso fare tutti i ruoli della fascia. Devo ringraziare mister Buscè per la fiducia perché lui ha sbloccato la mia vena realizzativa. Io sono sempre a disposizione in ogni ruolo, mi ambiento e sono contento perché riesco a fare bene.
Sui 12 gol in campionato Pietro: “Fanno enormemente piacere, sono tutti i goal cercati e che mi godo al massimo con i miei compagni. Le dediche quando segno sono tutte per la mia famiglia e per i miei amori, la mia compagna e mia figlia.”
Ben 60 i punti in campionato accumulati dalla Vibonese finora, e Pietro la definisce quasi una sfortuna: “La nostra vera sfortuna è aver avuto nel girone un Trapani così corazzata, trovatemi altri gironi dove una squadra con 60 punti non sia prima. Stiamo facendo veramente un grande lavoro e con il mister ci troviamo benissimo, l’obiettivo è quello di vincere i playoff.”
“Ora avremo delle gare complicate, penso al derby regionale con la Reggina, la gara di Aci, gare complicate che però giocheremo al meglio, ne sono sicuro perché ci alleniamo sempre al 100% per l’obiettivo finale. Il vero valore aggiunto di questa squadra sono il direttore sportivo Ramondino e l’allenatore Buscè, per questo ci tengo a ringraziarli in maniera particolare per l’opportunità. Non vediamo l’ora di scendere in campo in queste ultime finali per dimostrare che Vibo merita un’altra categoria.”
Con Pietro poi abbiamo fatto un saltino indietro, parlando anche della sua tanta C, proprio con la Vibo e l’esperienza Fidelis Andria.
“Quell’Andria della vecchia proprietà retrocesse ma era una bellissima squadra. Ho ricordi molto positivi, l’atmosfera quando si gioca allo stadio Degli Ulivi è bellissima. Ad Andria mi sono trovato molto bene, fu un vero peccato”.
Pietro ha anche commentato i gironi di C, una categoria che ammette di seguire particolarmente da vicino: “Seguo i 3 gironi, e nel girone C, quello che sento più vicino a me, la Juve Stabia sta facendo un ottimo campionato e ha delle individualità molto forti. Gli organici di Avellino e Benevento sono superiori ma hanno avuto delle flessioni negative durante la stagione, per me le streghe se la lotteranno fino all’ultima giornata.”
Una regola che da sempre torto a qualcuno è quella dell’Under, una regola che Pietro ha vissuto in prima persona sulla pelle: “Il minutaggio è un dogma di molte società che impongono questa regola ai tecnici, spesso anche oltre le limitazioni della categoria. La trafila under per un ragazzo giovane sa essere molto complicata, specialmente se non la vivi come vuoi tu.
Molti ragazzi purtroppo si illudono di poter giocare, ma diventati over fanno fatica, specialmente in ruoli come il mio. Questo personalmente è il mio primo anno da over.”
Prima di tornare a vestire la maglia della Vibonese, nell’ultimo mercato estivo, Pietro ha dovuto passare un periodo forzato da svincolato, un periodo che lui ci racconta essere stato veramente pesante:
“Ho sofferto, è vero. Devo tutto però alla mia famiglia, loro sono la mia motivazione più grande. Quando ero senza squadra non nascondo che sono stato male, c’erano parecchie squadre interessate ma poi non si faceva più nulla.
Sono qui a Vibo perché mi sento un uomo di Vibo, sono diventato grande a Vibo e devo tutto a questa piazza. Hanno un Mister che farà veramente carriera, e finché sarò qui darò tutto per questi colori che mi hanno riabbracciato per la seconda volta quando più ne avevo bisogno.”
Un uomo diventato leader, un diciottenne diventato padre, un difensore baluardo dei valori e dei colori della Vibonese, un patrimonio per questa società: questo, in breve, è Pietro, “O Ciott” Ciotti.”
Intervista a cura di Alessandro Palmigiani.