Massimo Pollidori e il suo legame con Barletta: il capitano biancorosso si racconta

La responsabilità di vestire da capitano la maglia della squadra della tua città è sicuramente uno dei compiti più difficili e allo stesso tempo più belli nel calcio. Una funzione che non termina quasi mai e che continua soprattutto fuori dal campo. Resistere alle pressioni, il rapporto con la tifoseria, il campionato, le sfide contro le squadre più in forma e l’importanza di far capire ai giovani la centralità del lavoro. Questa è la vita di Massimo Pollidori, bandiera del Barletta, club al terzo posto nel girone H di Serie D. Lo stesso Pollidori ha deciso di raccontarsi ai microfoni di seried24:

La partita contro il Bitonto? Ho sentito un’adrenalina pazzesca e tante emozioni positive. I tifosi ci hanno letteralmente trascinato alla vittoria. Poi è arrivato un gol speciale, in rovesciata. Io che sono originario di Barletta e capitano dalla squadra della mia città, non potevo chiedere di meglio. Sono andato ad esultare sotto la curva. Ho riconosciuto tanti miei amici, avrei voluto abbracciarli tutti“.

“Barletta è una grande piazza, per noi è un periodo positivo in un girone complicato e forte”, parla Pollidori

Un momento importante per il Barletta di Pollidori: “Questo è un periodo positivo per il Barletta e la nostra gente. Guarda, noi cerchiamo sempre di fare il massimo e di dare tutto quello che abbiamo. Questo è un campionato livellato ed è fondamentale restare sempre sul pezzo per non perdere il ritmo. Le altre squadre vanno davvero forte“.

L’importanza del pubblico e tutti i fattori che possono essere cruciali in un campionato: “La spinta del pubblico è importante sicuramente. Tuttavia, per lottare e giocare al vertice di un campionato ci sono tante componenti. Barletta è una grande piazza, la squadra è seguita davvero tanto e intorno a noi si è creato un grandissimo entusiasmo. Torniamo al nostro girone. Ci sono tante squadre che, come ti dicevo prima, sono di livello e dunque guai ad abbassare la guardia perché rischi di fare delle brutte figure. Bisogna stare sempre in guardia, tutte le squadre hanno fame non solo le prime della classe“.

Foto da Barletta Calcio

Uno sguardo ai dettagli: “Noi dobbiamo migliorare i dettagli. In marcatura per esempio. Siamo sulla strada giusta. Ovviamente non dobbiamo mai smettere di credere di migliorare questi stessi piccoli dettagli”.

“Non mi aspettavo un percorso del genere, nessuno puntava i riflettori su di noi all’inizio della stagione”

Pollidori chiarisce da subito che a fare la differenza per il Barletta è il lavoro svolto in allenamento. Piena consapevolezza dei propri mezzi e gruppo unito e compatto: “All’inizio della stagione non mi aspettavo un percorso del genere per il Barletta. Noi ci siamo allenati, abbiamo lavorato e non ti nascondo che lo abbiamo sognato questo cammino. Lo stiamo realizzando e questo mi rende felice, dato che nessuno aveva puntato i riflettori su di noi. In questo girone ci sono squadre importanti, che hanno speso sul mercato tanto. Noi siamo consapevoli dei nostri mezzi, questo ha fatto la differenza“.

Il ricordo della scorsa annata: “L’anno scorso è stata un’annata ricca di impegni. Veniamo dalla vittoria di ben 4 trofei. Dunque ti lascio immaginare, avevamo partite ogni 3 giorni. Come se giocassimo la Champions League. Partita dopo partita dovevamo tenere testa a squadre pronte e molto preparate. Ora, insieme agli altri over della squadra, cerchiamo di aiutare i ragazzi più giovani. La nostra forza è il gruppo, siamo compatti e non dobbiamo perdere mai la testa perché siamo cresciuti davvero tanto”.

“I giovani sono importanti, cerchiamo di stare vicino a loro e farli allenare con continuità”

I giovani rappresentano una risorsa molto importante per il Barletta. E non solo: “Ai giovani, possiamo solo che dargli tanti consigli e aiutarli. Cerchiamo di fargli sentire meno pressione. Devono divertirsi. Per fare questo mestiere ovviamente devi essere pronto a gestire le pressioni e devi essere consapevole di essere pronto per giocare davanti a tanta gente. Noi cerchiamo di farli allenare al massimo. Il resto sono tutte chiacchiere. La consapevolezza di essere concentrati, la dedizione al lavoro. Questo questo dobbiamo trasmettere ai nostri ragazzi“.

Abbiamo diversi ragazzi interessanti a mio avviso. Ti posso citare Maccioni, classe 2004. Lo stesso Cafagna, classe 2002, barlettano doc. Io l’ho soprannominato “piccola zecca”, lui è davvero ovunque in ogni zona del campo. Anche Cristallo, classe 2003. Per chi è nato a Barletta tutto quello che stiamo vivendo è davvero speciale. Ci mettiamo qualcosa in più, e abbiamo avuto l’onore di far capire a chi ha avuto il piacere di vestire la nostra maglia, l’importanza di questo club”.

“Il mio messaggio ai tifosi del Barletta”, le parole di Massimo Pollidori alla tifoseria

Uno sguardo al futuro e ai sogni del capitano del Barletta: “Non voglio mandare messaggi lunghi. Noi vogliamo lavorare e per far accadere le cose dobbiamo semplicemente crederci e continuare a restare concentrati. Il mio sogno è ovviamente quello di vedere un giorno il Barletta tornare tra i professionisti. Magari anche in Serie B, o addirittura raggiungere vette più alte, tutto è possibile. Ha un sapore diverso quando hai passato momenti difficili“.

Infine, un messaggio ai tifosi: “Voglio fare un applauso ai nostri tifosi. Hanno avuto una crescita importante. Sono maturati tantissimo, sono bellissimi da vedere e voglio fargli i miei complimenti. Dobbiamo essere fieri di loro, hanno creato un ambiente sano e hanno coinvolto tante altre persone. Ti sarò sincero, vedere tante famiglie allo stadio con tanti bambini non ha prezzo. Davvero bravi“.

Voglio lanciare un messaggio a loro. Continuate a starci vicini e continuiamo a sognare tutti insieme. Davvero tutti. Portate allo stadio tutto l’amore che noi abbiamo per la nostra maglia e per la nostra città“.

A cura di Ettore Aulisio

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