Pordenone, niente Serie C: si riparte dalla D o dall’Eccellenza

Dal sogno Serie A nella stagione 2019/20 al rischio fallimento: una vera e propria montagna russa l’annata degli ultimi anni in casa Pordenone. Il club neroverde quest’anno ha partecipato ai play-off per la promozione in Serie B, venendo eliminata poche settimane fa dal Lecco. In ogni caso il futuro della squadra era già scritto.

Per evitare il fallimento era necessario retrocedere di categoria e così sarà. Il Pordenone Calcio non si iscriverà al prossimo campionato di Lega Pro e ripartirà dai dilettanti. Ancora non è definito se dalla Serie D o dall’Eccellenza.

Il comunicato:

Di seguito il comunicato pubblicato dal Pordenone nei propri canali di comunicazione. “Il Pordenone Calcio vuole continuare la sua storia sportiva, mantenere il proprio nome e marchio. Lo studio dell’avvocato Roberto Casucci in queste ore ha presentato al Tribunale di Pordenone i documenti e la relazione che potrebbero permettere al giudice di sospendere l’istanza di fallimento per 60 giorni. Periodo nel quale avviare le azioni indicate nella relazione stessa”.

“La Società si è posta come primo obiettivo la tutela più importante: la continuità sportiva. Continuità del Settore giovanile e femminile, al di là del campionato di militanza della Prima squadra. In quest’ultimo mese gli sforzi del Club e della proprietà, anche con l’ingresso di un nuovo socio, sono stati massimi per trovare la miglior soluzione per mantenere un bene inestimabile per la comunità”.

“Il Pordenone Calcio, d’intesa con i propri legali Roberto Casucci, Bruno Malattia e Antonio Malattia, si sta adoperando per garantire la prosecuzione della sua storia. Ripartendo dalle formazioni del vivaio e da una categoria inferiore con la Prima squadra (Serie D o Eccellenza, da definire con le istituzioni sportive). Ricostruendo insieme al territorio e ai tifosi le basi di un futuro prossimo importante come gli ultimi 15 anni. Con consapevolezza e senso di responsabilità da parte di una proprietà, il presidente Mauro Lovisa in primis, che tanto ha dato, sacrificando altrettanto del proprio, a un territorio mai così conosciuto nella sua storia sportiva. Insieme ai soci e con il lavoro instancabile dei dipendenti e collaboratori, da ringraziare pubblicamente”.

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Redazione