Prato, Favarin: “La medicina, in questi casi, sono sempre i risultati. Vi racconto Di Lorenzo…”

Dopo le dure parole del presidente Stefano Commini, l’allenatore del Prato, Giancarlo Favarin, rilascia un’intervista esclusiva a SerieD24. Nonostante il momento buio della squadra lui è fiducioso che si possa recuperare. Tra le sue esperienze del passato ci racconta anche qualche aneddoto.

Prato, Favarin: “Abbiamo tempo per rimediare…”

Non una situazione semplice quella del Prato, che si trova nella parte bassa della classifica del Girone D. Dopo le parole di questa mattina del presidente Stefano Commini, abbiamo contattato l’allenatore Giancarlo Favarin per un’intervista. L’allenatore commenta le dichiarazioni del presidente: “È chiaro che la classifica in questo momento non è all’altezza delle prospettive che avevamo a inizio anno. Siamo in ritardo, non stiamo facendo bene e questo è sotto gli occhi di tutti. C’è qualche attenuante però penso che in questo momento Commini abbia detto questo perché c’è bisogno di dare una scossa e quindi giustamente ha detto quello che pensava.

Ci si interroga quindi sul modo per uscire da questa situazione difficile: “La medicina, in questi casi qui, sono sempre i risultati. È normale che anche ultimamente abbiamo toppato delle partite che con un pizzico di buona sorte potevamo portare in fondo, invece non ci è girato benissimo. Però una o due vittorie, una dietro l’altra, ci metterebbero nelle condizioni di lavorare con tranquillità e vedere il campionato in maniera diversa.

Favarin commenta poi gli obiettivi posti dal Prato: “Lo scorso anno ci siamo salvati bene in corsa, arrivando alla soglia dei play off. Quest’anno avevamo programmato con Commini di fare un Campionato migliore dello scorso anno, quindi era quello di arrivare o competere nelle prime 4 o 5 posizioni, nelle zone play off. Siamo un pochino in ritardo sulla tabella di marcia ma ci sono sempre 29 partite. Sono fiducioso che ci possiamo arrivare. Il tempo c’è.

Di Lorenzo dalla Lucchese di Favarin al calcio internazionale

Nel lontano 2008 Favarin fu anche allenatore di Giovanni Di Lorenzo, ora terzino del Napoli. Ci racconta le sue caratteristiche di allora: “Lui era un ragazzino che doveva compiere 16 anni, tanto è vero che abbiamo dovuto aspettare quello per farlo esordire perché era obbligatorio. Lui si stava già allenando in un gruppo che quell’anno ha vinto il Campionato e anche l’anno successivo in C2. Quindi un gruppo già solido, formato da calciatori esperti, bravi e lui era un ragazzo molto umile, attento e molto professionale già a quel tempo là.” – continua – “Era giovanissimo ma non sembrava un giovane, era un ragazzo posato, con la testa sulle spalle e si vedeva subito che aveva voglia e aveva tutte le caratteristiche e possibilità per diventare un grande calciatore. Esordì con grande tranquillità, con grandissima personalità. Giocò da esterno di centrocampo e fece bene. Poi chiaramente la carriera parla per lui.

Nel corso di questi anni però Di Lorenzo ha avuto una crescita esponenziale. Ci sono state però delle caratteristiche che ha sviluppato negli anni: “La personalità, che ha chiaramente maturato con il tempo e con l’esperienza anche in campo internazionale e la fisicità perché era già strutturato a quel tempo lì ma ora insomma lo è ancora di più. Giocatore adattabile sia come quarto basso sia come esterno di centrocampo per un 3-5-2. È un giocatore sicuramente di grande valore. Secondo me uno dei terzini più forti che ci sono in Europa in questo momento.” Tra i tanti che ha allenato lui è stato uno dei primi che partendo dal basso ha ottenuto grandi risultati: “Lui è uno che veramente merita di essere nel grande proscenio del Campionato italiano.

Favarin: “Sono stato spodestato da Gattuso e Inzaghi”

In tutti questi anni da allenatore, Favarin racconta due esperienze che gli hanno lasciato il segno: “Posso citare due episodi quasi simili. Dopo aver vinto il Campionato ad Andria, mi capitò di allenare a Pisa, nella mia città, dove c’era un cambio societario in vista. Ero partito e avevo strutturato, con la società, una squadra competitiva. Tanto è vero che poi cambiò la società, venne Gattuso e io fui accantonato. Quella squadra lì vinse poi il Campionato di Serie B.

Situazione simile però successe anche a Venezia: “Quell’anno lì poi da Pisa andai a Venezia e vinsi il Campionato con il Venezia. Andammo in Serie C, ci fu un accordo con la società che cambiò gli obiettivi e anche qui con il presidente costruimmo la squadra che invece che sotto la mia guida, fu sotto la guida di Pippo Inzaghi, arrivando così in Serie B. Quindi due episodi quasi simili. Sono stato spodestato da due Campioni del Mondo come Gattuso e Inzaghi che però con quello che ero riuscito a creare hanno fatto un grande salto.

A cura di Cleris Ferrera

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