Prato, Favarin: “Contento della stagione dei miei ragazzi, Vicario era già un vero giocatore”
“Sono un allenatore non più giovanissimo ma con tanta voglia di imparare“. Si presenta così Giancarlo Favarin, ai nostri microfoni. Un allenatore, che è una vera e propria istituzione. In carriera infatti, ha collezionato oltre 380 panchine tra Serie C e Serie D allenando in alcune piazze storiche ed importanti del nostro calcio; Prato, Pisa e Venezia sono solo alcune delle squadre in cui ha portato la sua esperienza e tenacia in questi anni. “Ho maturato tanta esperienza tra la D e la C. Mai più su, ma qualche campionato l’ho vinto. Ma nonostante non sia più giovanissimo la voglia di migliorare c’è e cerco di farlo giorno dopo giorno“. Questa voglia di migliorare e di sfidarsi continuamente l’avrà sicuramente portato ad accettare la proposta del Prato, lo scorso dicembre, subentrando a Marco Amelia e accettando una situazione non facile. Al seguito di questa ennesima dimostrazione di bravura e professionalità, l’allenatore sarebbe inoltre finito nel mirino di alcuni club di serie C. Di questo e di molto altro ha parlato ai microfoni di Seried24.
“Vicario era un fuoriquota ma aveva già la testa da professionista”
Un allenatore esperto come Favarin sa anche riconoscere un talento. E di giocatori interessanti, anche solo recentemente, ne ha allenati tanti. “Seguo il Venezia molto attentamente, soprattutto perchè lì c’è un ragazzo che ho allenato, Modolo. Poi a Venezia sono rimasto molto affezionato, dispiace per la retrocessione. Se la sono giocata fino in fondo ma la serie A è pur sempre la Serie A. Comunque sono sicuro torneranno protagonisti in Serie B”. Proprio ai tempi di Venezia infatti, Favarin ha lanciato un altro giovane giocatore, divenuto protagonista quest’anno in Serie A; Guglielmo Vicario. Il portiere dell’Empoli infatti ha vinto, con il tecnico toscano, il campionato di Serie D proprio in laguna. “Di Vicario ho un bellissimo ricordo- ammette l’allenatore. Ha fatto un campionato straordinario. Quando è arrivato come quota a Venezia aveva già la mentalità da giocatore vero. Tutto quello che sta ottenendo se l’è sudato ma ha i mezzi per fare ancora meglio“. Tra gli altri giocatori recentemente lanciati da Favarin anche Gabbia del Milan ai tempi della Lucchese e Maistro, trequartista dell’Ascoli di Sottil.
Favarin: ” Sul prato non c’ho pensato un attimo, è una società troppo importante”
Favarin è sicuramente un allenatore che non si fa intimorire dalle sfide, non importa quanto ardue e complesse esse si possano dimostrare. Così, dice lui, quando il Prato ha bussato alla sua porta non ha esitato ad accettare l’opportunità. “A prescindere dalla categoria, Prato è una squadra centenaria e molto considerata con un blasone importante- racconta Favarin. Inoltre io stavo aspettando qualche squadra che mi aveva cercato. Così quando poi è venuta fuori la possibilità di allenare vicino casa non ho potuto rifiutare. Nel momento in cui ho accettato però non stavano vivendo una situazione semplice. Hanno esonerato due allenatori e nonostante le forti ambizioni di inizio anno non stavano rispettando le aspettative”.
La stagione del Prato di Favarin
Infatti, quando l’allenatore ex Lucchese è arrivato sulla panchina bianco azzurra, il Prato non stava vivendo un gran momento. Solo 20 punti in classifica e zona playout pericolosamente vicina. Poi, i molti casi covid e la sosta di natale appena dopo il suo arrivo non hanno aiutato l’ambientamento di Favarin. Poi, come racconta anche lui, la squadra si è ritrovata e forse, i 48 punti raggiunti stanno anche un pò stretti. “Per tutto dicembre e gennaio non siamo mai stati tutti, anche a causa del covid. Ci siamo allenati per la prima volta tutti insieme a fine gennaio. E’ stato fatto un mercato, in accordo con la società, funzionale per il momento che stiamo vivendo. C’è voluto sicuramente un pò di tempo per mettere tutto a posto però poi ci siamo riusciti“.
Infatti, dopo un iniziale periodo di alti e bassi la squadra ha iniziato a carburare mettendo in fina una serie di vittorie molto importanti. 4 vittorie in 5 partite tra la 27esima e la 31esima hanno permesso al Prato di allontanarsi dalle zone calde della classifica. “Quando sono arrivato- ammette Favarin” mi era stata chiesta la salvezza, che abbiamo raggiunto con tre domeniche d’anticipo. Qualche rimpianto però c’è perchè potevamo avere qualche punto in più rispetto i 48 attuali. Ma tutta la squadra ha fatto un ottimo lavoro“.
Ci parla anche un pò del suo futuro che potrebbe continuare ad essere a Prato. Però con il presidente siamo d’accordo che ci risentiremo a fine maggio. Se ci sarà la volontà speriamo di continuare insieme“.
“Questo girone D uno dei più equilibrati, con tanta qualità”
Nel suo lungo girovagare, di campionati a questi livelli ne ha visti sicuramente tanti. Anche per questo, quando dice che il girone D è uno dei più competitivi in cui sia stato, le sue parole prendono un peso ancora maggiore. “E’ un girone nuovo per me. Almeno quest’anno mi è sembrato un girone molto equilibrato, con tantissima qualità. Anche le squadre che stanno in basso hanno almeno 3 o 4 giocatori di alto profilo. Questo ha reso ogni partita imprevedibile e molto difficile. Tra tutte comunque Rimini e Ravenna sono quelle che hanno avuto qualcosa di più, nonostante ad esempio a me abbia colpito l’Alcione Milano. Hanno moltissima qualità per la Serie D con dei giovani molto interessanti”.
“Sono cose che non si possono vedere nel calcio”
Da giocatore poi, Favarin ha vestito alcune maglie importanti, tra le quali sicuramente quella del Livorno. Per questo non poteva mancare la domanda su uno dei fatti che più sta tenendo banco in questo momento. Le particolari immagini che sono giunte al termine della sfida tra Tau Altopascio e Figline che, nel poule promozione del Livorno, hanno obbligato gli amaranto a giocarsi lo spareggio proprio con il Figline. “Queste sono immagini che abbiamo seguito tutti– commenta Favarin. Sono cose che non si possono vedere nel calcio. Non so quali potrebbero essere le conseguenze di questa “macchietta” ma mi auguro che si concluda tutto per il meglio. Livorno è una grande piazza e merita altre categorie“.
A cura di Edoardo Gregori