Schietto, deciso e perché no, con un pizzico di cattiveria agonistica. Queste sono tre peculiarità che rappresentano al meglio Fabio Prosperi, oggi allenatore della Pianese capolista del girone E: “Vivo in una realtà stupenda, si parla solo ed esclusivamente di calcio” racconta ai microfoni di seried24.com. Preso dal calcio, da quello che è il suo mestiere. Senza però trascurare la famiglia. E lo si percepisce anche durante la nostra chiacchierata: quando i figli chiamano, papà Fabio risponde presente. E dopo averli accontentati, ecco che inizia il suo viaggio a retrorso: “Vi spiego com’è nata quest’avventura. Obiettivo? Il Presidente mi ha chiesto i playoff…”
“Tutto è iniziato tramite Francesco Cangi, attuale Direttore Sportivo della Pianese – racconta Prosperi. Il legame che c’è tra l’allenatore e il DS ha radici profonde. Tutto, infatti, è partito diversi anni fa: “Abbiamo lavorato insieme a Vastogirardi. In questi anni ha fatto grandi cose, quando abbiamo lavorato insieme siamo riusciti a portare avanti un ottimo percorso. Lo scorso maggio mi ha richiamato, a giugno ci siamo visti…ed eccoci qui”. L’idea di calcio che l’allenatore abruzzese porta in Toscana è semplice: pochi concetti, ma chiari. “Stiamo lavorando dal 24 luglio. I ragazzi sono congeniali a quello che piace fare a me. Ho giocatori che vogliono fare carriera, che non si accontentano. Ma di questo devo ringraziare anche la proprietà, che mi ha accolto bene da subito e non ha fatto mai mancare nulla. Né a me, tantomeno ai ragazzi”.
E la grinta non manca nemmeno ai più esperti: “Ho Gagliardi e Simeoni… sono due ragazzi, prima che calciatori, splendidi. Due persone che ogni allenatore vorrebbe avere in rosa. Il primo posto? Siamo degli ‘imbucati alla festa’” afferma scherzosamente Prosperi. “Ci sono Livorno, Grosseto, Gavorrano. Ma anche San Donato e Montevarchi. Questo è un girone complicato. Noi andiamo in campo per fare il massimo, poi analizziamo ogni sfida”. L’obiettivo dichiarato è la zona playoff. “Il Presidente è stato chiaro con me. Noi lavoriamo e basta, poi vediamo quello che succede”.
Taranto, Campobasso e Vastogirardi. Esperienze importanti da allenatore, certo. Esperienze che lo hanno formato sotto tanti aspetti. Ma anche con gli scarpini, Prosperi, è stato formato calcisticamente – e non solo – da allenatori importanti: “Ne ho avuti tanti bravi, cerco di apprendere un po’ da tutti. Sarri? Il più bravo. Mi ha allenato alla Sangiovannese, aveva una marcia in più e un’intelligenza clamorosa. C’è stato un periodo della sua carriera (dal 2007 al 2010, ndr), in cui ha avuto diversi esoneri. Ma lui è sempre stato bravo. Certe volte, capita che sugli allenatori si facciano delle valutazioni senza un criterio. Anche a me è capitato…” ma su questo ci torniamo tra poco.
Oltre che da Sarri, Prosperi riceve tanto anche da Papagni: “E’ quello che ha inciso di più – afferma con decisione – , mi ha fatto esordire a Taranto e ha creduto in me quando non ero assolutamente nessuno. Con lui ho condiviso bei momenti”. Quindi Dionigi: “E’ stato un mio compagno di squadra. Abbiamo fatto anche due grandi campionati”.
Tre ore e trentuno minuti. Cosa indica? E’ il tempo che ci vuole per arrivare da Piancastagnaio a San Benedetto del Tronto. Una tappa che Prosperi non dimentica facilmente: “Non ho preso un euro dalla Sambenedettese di Roberto Renzi”, afferma in maniera decisa. Ma prima di proseguire, doverosa una piccola chiosa: Prosperi viene nominato allenatore della Samb il 4 ottobre ed esonerato il 14 novembre: l’avventura in rossoblu dura esattamente sei partite. E per collegarci al discorso precedente: “Ho vissuto stagioni belle ma anche difficili. In certe situazioni avrò sbagliato, ma credo che in questo mondo spesso si facciano degli errori pazzeschi sulle valutazioni degli allenatori. Noi abbiamo bisogno di tempo, altrimenti lavoro e allenamento a cosa valgono?”. E l’interrogativo è più che lecito.
Tornando alla Samb: “Ho sbagliato. Non ad accettare, ma a non fare le giuste valutazioni. Mi sono fatto ingolosire da una piazza meravigliosa come quella di San Benedetto, devo ammettere che c’è un po’ di rammarico. Mi sarebbe piaciuto lavorare con il mio staff, invece ho potuto portare soltanto il mio preparatore atletico. Nulla contro quello che ho trovato, assolutamente. Ma potevano esserci visioni diverse”. Quindi l’aspetto più tattico: “Ho sbagliato perché c’erano determinati calciatori non adatti al mio stile di lavoro, ma ribadisco che non ho assolutamente nulla contro di loro. La cosa più grave, senza dubbio, è che sono state fatte promesse mai mantenute”.
Prosperi è sempre più leader e comandante della sua Pianese. Ma lei, dove si vede tra cinque anni? “Non ho tempo per pensarci – dice ridendo – . Domenica ho una partita difficile contro l’Aquila Montevarchi, penso solo ai miei ragazzi e alla prossima partita”. E con queste poche righe conclusive è facile apprendere carisma, personalità e schiettezza di un allenatore come Fabio Prosperi.