Raffaele Gambuzza: “Non mi ritiro. Voglio un altro campionato e giocare con mio figlio”
L’intervista esclusiva all’ex centrale di Martina, Sorrento e Altamura
Trentanove anni e non sentirli. Il professionismo con Barletta, Monopoli, Sorrento e Martina fino alla più recente esperienza a Gela con i play-off solo sfiorati. Raffaele Gambuzza ha avuto una carriera straordinaria, ma ci sono ancora alcuni obiettivi da centrare prima di scrivere definitivamente la parola fine, uno su tutti quello di giocare con suo figlio: “Ho ancora voglia di giocare – ha dichiarato il difensore ai nostri microfoni -. Qualche sogno nel cassetto ce l’ho ancora come quello di vincere un altro campionato e chiudere la carriera giocando con mio figlio di 15 anni che è in difensore come me. Cerco di dargli tanti consigli, gli ho sempre detto che se vuole giocare a calcio deve fare una vita sana e comportarsi da professionista in qualsiasi categoria”.
“Il livello del calcio si è abbassato. M’ispiro a Materazzi”
Gambuzza e l’essere difensore. Di fede nerazzurra con l’idolo Materazzi: “Lui è stato il mio modello, mi è sempre piaciuto come calciatore ed è la mia fonte d’ispirazione essendo anche un grande tifoso dell’Inter. Ci devi nascere difensore, poi con l’esperienza modifichi la tecnica, l’atteggiamento nel campo e la tattica.
Il calcio di oggi è diventato più leggero e signorile – ha sottolineato Gambuzza -. Non è più quello maschio di una volta dove si tiravano legnate. Un allenatore, adesso, chiede al difensore di saper impostare. Ci sta, però per come la vedo io deve essere principalmente cattivo. La prima cosa che voglio è la cattiveria, l’avversario non deve toccare una palla.
I portieri devono giocare con i piedi, però anche qui penso sempre che la cosa più importante è saper parare. Tutto il resto viene in secondo piano. Anno dopo anno assistiamo a un calcio che cambia, ma il livello si è abbassato molto”.
“Il mio più grande successo è stato riportare il Martina in C”
Tante le avventure di Gambuzza, tra cui quelle vissute a Martina Franca: “Mi identifico come gigante buono. Nella vita sono molto buono, ma in campo mi trasformo e divento un leone. Mi piace aiutare tanto le persone. Il mio più grande rimpianto è quello di non essere riuscito ad arrivare in Serie A, però per alcune situazioni ho accettato di restare in Serie C1 perché è nato mio figlio. Il mio grande successo è stato riportare da capitano il Martina Franca nei professionisti perché ho vissuto sei anni lì. Ho giocato in C1, poi è fallito e ho sposato il progetto della Serie D.
Senza l’Altamura, il Martina avrebbe vinto il campionato. In estate, il presidente aveva già annunciato gli obiettivi, però purtroppo hanno avuto di fronte un avversario che ha fatto ancora meglio. Il prossimo anno ci riproveranno sicuramente”.
“Altamura, promozione meritata”
L’avventura ad Altamura e la promozione Serie C: “E’ un grande club. In quegli anni c’era una società ambiziosa che voleva vincere a tutti costi. Ogni anno ci abbiamo sempre provato, ma siamo stati anche un po’ sfortunati. Ora è arrivato il loro tempo e sono riusciti a centrare l’obiettivo. E’ una promozione meritata per tifosi e anche per una società che ha fatto tanti sacrifici”.
“Vedere il Barletta in Eccellenza è un peccato”
Tra le numerose mede di Giambuzzo c’è anche Barletta: “Ho indossato la maglia del Barletta in Serie C, sono stato molto bene. Vederla in Eccellenza è un peccato. Deve ripartire da persone che amano veramente il Barletta e che facciano tanti sacrifici per riportarla nelle categorie che merita. Una piazza così non può sprofondare in questo modo”.
“Il Sorrento può ambire alla Serie B”
Capitolo Sorrento e l’ambizione del club verso palcoscenici ancora più importanti: “A Sorrento c’è un presidente importante. Secondo me il salto il Serie B è possibile. Quando ci giocavo si viveva bene, c’era una grande squadra con gente come Paulinho e abbiamo sfiorato la promozione perdendo col Verona”.
“A Brindisi hanno fatto di tutto per la C, ma qualcosa è andato storto”
Non è passata di certo inosservata la situazione del Brindisi: “Il club ha fatto di tutto per arrivare in Serie C e poi è sprofondata di nuovo. E’ un peccato, perché la piazza merita categorie importanti. Addirittura mi sono arrivate voci che probabilmente non riuscirà ad iscriversi neanche in Serie D. Non so cosa non abbia funzionato”.
“Siracusa? Gran percorso, ma c’era davanti il Trapani”
In conclusione sul Siracusa, altra ex squadra di Gambuzza: “Al Siracusa non è mancato niente, ma ha trovato di fronte un Trapani molto più attrezzato. Se la sono giocata fino alla fine, hanno fatto un ottimo campionato. Li ho seguiti spesso anche perché ci giocano molti miei amici, si sono meritati la vittoria dei play-off e adesso possono sperare per il ripescaggio“.