Reggina tra sogno e speranza: gli ultimi 180 minuti della stagione

Foto Andrea Rosito
La Reggina si gioca le ultime chance di promozione negli ultimi 180 minuti della stagione.
Sta volgendo al termine una stagione lunga, intensa, ma anche di ritrovato entusiasmo per la Reggina. Gli amaranto, a due partite dal termine, inseguono ancora il sogno chiamato Serie C, pur consapevoli di non essere pienamente artefici del proprio destino.
Gli amaranto affronteranno due avversari, Castrumfavara in casa e Sancataldese in trasferta in Sicilia, entrambi ancora in lotta per la salvezza e quindi assetati di punti. Ma questo, ovviamente, non può spaventare la squadra di Bruno Trocini, che nel girone di ritorno ha dato sfoggio a tutte le sue qualità migliori. In 16 partite sono arrivate 14 vittorie, un pareggio e una sola, sanguinosa, sconfitta contro il Siracusa.
Un cambio di passo considerevole, considerando che nella prima parte di stagione i calabresi erano scivolati addirittura a -7 dalla vetta: una distanza esagerata per una squadra che, per blasone e ambizione, era partita per vincere questo campionato. Con il ritorno in panchina dell’allenatore cosentino, però, è cambiato tanto — e in meglio: la media punti si è alzata considerevolmente, assestandosi a 2,55 punti a partita. La grande rincorsa ha dato i suoi frutti, visto che ora gli amaranto inseguono il Siracusa primo in classifica, distante solo un punto.
Questo straordinario ruolino di marcia ha portato benefici anche fuori dal campo, con il riavvicinamento concreto della tifoseria, che adesso sostiene in massa la squadra, in casa e in trasferta, lasciando da parte critiche sterili per unirsi nell’obiettivo comune. L’obiettivo, scontato, della Reggina è chiaro: chiudere il campionato con due vittorie, sperando in un passo falso del Siracusa contro Vibonese o Igea Virtus, e allo stesso tempo migliorare il proprio coefficiente punti, che potrebbe rivelarsi fondamentale in ottica ripescaggio.
La “regginità”: il cuore pulsante di questa Reggina
Nell’ultimo turno di campionato è stato fondamentale il gol — il sesto stagionale da difensore centrale — di Domenico Girasole, uno dei tanti figli di Reggio che stanno trascinando la Reggina da un anno e mezzo a questa parte. Nato e cresciuto a Reggio Calabria e calcisticamente formato al Sant’Agata, Girasole getta davvero il cuore oltre l’ostacolo per la causa amaranto, sotto gli occhi di tutti. Insieme a lui, all’interno del gruppo, sono tanti i giocatori che, nella carta d’identità, hanno come luogo di nascita proprio Reggio Calabria.
Su tutti spicca il capitano Nino Barillà, che non ha chiuso la carriera ma è sceso di categoria per aiutare la sua squadra e la sua gente a ritrovare il professionismo, lui che per anni ha militato tra Serie A e Serie B. Accanto a lui anche Adejo, cresciuto calcisticamente nella Reggina, e poi Lagonigro, Provazza, Salandria e Toti Porcino. Quest’ultimo è stato protagonista di un’intervista realizzata dall’area comunicativa della società, nella quale ha raccontato di aver pensato di smettere se non avesse trovato l’accordo per tornare alla Reggina un anno e mezzo fa, certificando inoltre che la maglia amaranto sarà l’ultima che indosserà in carriera. Insomma, la Reggina che lotta e sogna la promozione è letteralmente spinta dalla sua gente, sia in campo che fuori, e questo rappresenta probabilmente un’arma in più che sta aiutando la squadra ad andare oltre i propri limiti.

Alla ricerca della “decima” al “Granillo”: arriva il Castrumfavara
Il prossimo appuntamento per la Reggina sarà la sfida contro il Castrumfavara, che arriverà al Granillo alla disperata ricerca di punti salvezza. La Reggina, però, sa di non poter sbagliare se vuole continuare a sperare fino all’ultimo nella promozione diretta in Serie C. Dopo la sconfitta contro il Siracusa, gli amaranto hanno collezionato nove vittorie consecutive (compresa quella a tavolino contro l’Akragas ritirato) e adesso Barillà e compagni puntano a fare cifra tonda con la decima vittoria. Va ricordato però che vincere non è mai semplice, soprattutto quando si è costretti a farlo a tutti i costi. Finora, la squadra di Trocini non ha mostrato segni di pressione o cedimenti.
La Reggina è cresciuta tanto, sia a livello di organizzazione di gioco che di qualità individuale, ma soprattutto nella mentalità: lo dimostrano le vittorie sofferte contro Paternò, Sambiase e, nell’ultimo turno, contro il Locri. Una partita, quest’ultima, dove, nonostante la netta superiorità tecnica, gli amaranto hanno dovuto lottare per conquistare tre punti pesantissimi, superando stanchezza e la forte motivazione degli avversari. Ora, all’ultimo appuntamento casalingo della stagione regolare, gli uomini di Trocini vorranno sicuramente continuare a tenere sotto pressione il Siracusa, rendendo ancora più emozionante e avvincente questo finale di Girone I della Serie D.