Reggina, Saladini: “Per Figc non tutte le squadre sono uguali. Faremo ricorso al Consiglio di Stato”

La Reggina non prenderà parte al prossimo campionato di Serie B. Almeno per ora. Dopo la bocciatura incassata dal Consiglio Federale a inizio luglio, è arrivata poco fa la sentenza del Tar del Lazio, che definisce “improcedibile” il ricorso dei calabresi. Non si sono fatte attendere le reazioni dei vertici del club amaranto. Con un lungo post sui propri profili social, il presidente Felice Saladini ha così commentato la sentenza che estromette la squadra calabrese dal prossimo campionato cadetto: “Siamo tutti stupefatti dalla decisione del Tar. A quanto pare il mondo del calcio è impermeabile anche alle leggi dello Stato. Stiamo vedendo quali sono le conseguenze in tanti Club. Ieri ero in aula a difendere ancora una volta la Reggina e ho avuto una impressione, che non tutte le proprietà e non tutte le squadre siano uguali”.

Reggina, le parole del presidente Saladini dopo la bocciatura del Tar

Ma la rincorsa della Reggina alla Serie B non termina qui. Il presidente Saladini ha, in seguito, rincarato la dose e annunciato l’imminente ricorso al Consiglio di Stato: “Non potevo credere alle mie orecchie quando ho sentito dire all’avvocato della FIGC che la Reggina non sarebbe stata comunque ammessa. Questo dopo aver salvato l’anno scorso un club che non poteva iscriversi al campionato e, usando una legge dello stato, ristrutturato il suo debito garantendo nel corso dell’anno testa, cuore e soldi per dare lustro ad un intero territorio. Dunque pure la collocazione geografica sembra abbia il suo peso. Nonostante tutto, conservo la mia fiducia nelle istituzioni. Ci rifaremo al Consiglio di Stato”.

I possibili scenari sul futuro del club

Per l’inizio della prossima settimana, sono attese le motivazioni che saranno poi propedeutiche al ricorso del Consiglio di Stato da parte della Reggina. Ma, in attesa di capire cosa ne sarà del futuro dei calabresi, in questa lunghissima estate, l’ipotesi più probabile è una ripartenza tra i dilettanti con una nuova società.

Come detto in precedenza per quanto riguardava i casi di Lecco o Siena, il regolamento parla chiaro: in caso di mancata iscrizione di un club professionistico, affinché la città non perda un soggetto calcistico che la rappresenti, è possibile costituire una nuova società accreditata dal Sindaco e richiedere l’iscrizione in sovrannumero in Serie D o Eccellenza pagando un fondo perduto a discrezione degli organi federali (solitamente si tratta di circa 300.000 euro ma negli ultimi anni ci sono state modifiche ‘ad hoc’ in base al bacino di utenza della piazza, come accaduto per i casi di Palermo, Foggia, Salernitana e Catania).

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Redazione