Sono arrivate da pochi giorni le dimissioni dell’ormai ex Direttore Sportivo della Nocerina Emanuele Righi. Proprio il ds ha rilasciato ai nostri microfoni un’intervista esclusiva, partendo dalla separazione con i rossoneri, parlando in generale della sua carriera, fino ad una panoramica della categoria e alle proprie aspirazioni future.
L’ex direttore sportivo della Nocerina ha iniziato parlando della sua avventura a Nocera con la Nocerina: “Personalmente ritengo la piazza di Nocera qualcosa di molto simile alla serie B e quindi questa chiamata mi è da subito sembrata un passo verso l’alto”.
Righi ha poi proseguito: “Arrivo alla Nocerina grazie alla chiamata di Rosario Stanzione, una delle persone più serie che ho incontrato nel calcio, ed ho incontrato tutta la compagine societaria con la quale, prima di accordarci, c’è stato un lungo e approfondito confronto, come piace fare a me, per spiegare come intendevo lavorare. Una volta che c’è stato accordo su tutto, ho accettato Nocera ed è una scelta che rifarei ogni giorno considerata la piazza pazzesca, appassionata, che merita assolutamente altri palcoscenici”.
La Nocerina, prima dell’arrivo del Direttore Righi, navigava in acque ben più complesse di quelle odierne. La squadra era infatti a tre punti dai play out, con il DS arrivato in corsa e chiamato alla grande impresa. “Come linee guida della società mi è stato chiesto di abbassare il budget e, se possibile, rinforzare la squadra. Come obiettivo: i play off“.
Righi ha poi continuato: “Con un po’ di fortuna, mettendo a segno 12 uscite e 4 arrivi, entrambe le cose sono state fatte, essendo arrivato con 3 punti sui play out e avendo scalato posizioni sino al secondo posto prima di lasciare. Il merito va alla libertà assoluta che mi è stata concessa sul mercato. La fiducia è tutto e il lavoro che ho creato ha ripagato la scelta.”.
I rossoneri hanno vissuto un ottimo avvio di 2024, con sette vittorie consecutive e imponendosi come una delle squadre più in forma dell’intera categoria in quell’arco di tempo. “A Nocera c’è un gruppo squadra fatto di elementi forti sul campo e fortissimi fuori dal campo che hanno costruito uno spogliatoio spettacolare. Questo è il motivo principale di un ritorno di campionato così convincente.
“Non so cosa succederà domani in termini di risultati ma, senza dubbio, staff tecnico e gruppo squadra restano una delle parentesi più belle da quando faccio il direttore sportivo”
Un’esperienza bellissima quindi quella di Nocera per il ds. Poi le dimissioni presentate. “Come detto prima, sono stato chiamato da Rosario Stanzione e ho da subito legato con i soci Stefano e Sabatino Gambardella, uomini prima che capaci e seri imprenditori. Nel momento in cui mi sono insediato c’è stato una sorta di avvicendamento al timone della società avvenuto gradualmente e la chimica con il neo direttore generale Prete, ex direttore sportivo sino al giorno prima, e il presidente Raffaele Stella non è stata come quella con i nomi detti sopra”.
Righi ha poi continuato. “A quel punto mi sono ritrovato con un personale e pesante ritardo sui pagamenti, e ho preferito lasciare. È dura per un professionista, che quindi fa questo di mestiere, vivere e reggere botta a 600 km da casa se non si hanno entrate. Come mi disse un famoso numero 10, lascia quando sei all’apice, se hai fatto il massimo e capisci che, non puoi o non ti fanno fare, di più“.
Con il direttore abbiamo anche fatto un excursus sulla sua carriera, dalla finale play-off persa a Latina con il Savoia, al campionato vinto con il Giugliano dominando il girone G: “La D è un campionato che, risultati alla mano, credo di aver capito. È come quei bomber che segnano valanghe di gol in una categoria prediletta. Diciamo che C e D sono categorie che, come direttore sportivo, mi sento preparato ad affrontare. Mi piace guardare partite di questi campionati e prendere informazioni.”
Emanuele Righi si è poi concentrato sul suo futuro, parlando di aspirazioni e possibili nuove avventure. “Fare di questa passione un lavoro è il massimo della vita. Al momento non ho avuto alcun contatto diretto con altre società, qualche amico presidente di vecchia data posso sentirlo ma in ballo non c’è nulla“.
Il direttore ha poi successivamente fornito una sua panoramica sugli altri gironi del campionato di Serie D, partendo proprio dal suo vecchio girone G: “Il girone G al pari del D e del B offre grandi spunti con squadre sulla carta poco reclamizzate ma costruite da intenditori della categoria. Cassino, Romana, Ischia sono compagini dove i direttori sportivi sono stati fenomeni veri e hanno allenatori, a mio modo di vedere, di spessore assoluto”.
Parole dolci anche verso i Gironi del Nord Italia: “Nel B, Caldiero, Arconatese, Brusaporto sono realtà non meteore. Nel D, il San Marino e il Corticella hanno allenatori e direttori bravissimi e non è un caso che sono così in alto. Forlì nel D è una splendida conferma del come lavorare bene, con allenatore e società preparati. Il girone H è bellissimo. Forse il campionato che storicamente sembra una Lega Pro. Mi piace l’Altamura di un mostro sacro come Giacomarro ma come non si può restare entusiasti davanti a questo Martina che così forte potevano crederlo in pochi. Bravissimi davvero.”
Infine anche una piccola parentesi sul girone I, dove il Trapani sta dominando: “Nel Girone I secondo me invece si parla poco del lavoro del DS Andrea Mussi. Ok il Trapani avrà anche un budget illimitato ma credo che Mussi sia stato un fenomeno nella gestione squadra, ambiente, società. Un applauso comunque alle altre con menzione speciale a Busce’. La sua Vibonese gioca un calcio importante“.