Roberto Sorrentino ricorda Vialli: “Cremonese-Catania? Ho il filmato di quella partita. Gianluca si mise le mani nei capelli..”
Gianluca Vialli ci ha lasciati, e le testimonianze dal mondo del calcio non sono mancate. Tra le tante troviamo quella di Roberto Sorrentino, attuale allenatore del Chieri con un grande passato da portiere, proprio come suo figlio Stefano che ricopre oggi il ruolo di presidente del club piemontese.
Napoletano DOC cresciuto proprio nel vivaio dei partenopei, ha indossato le maglie di Nocerina, Paganese e successivamente del Catania, precisamente dal 1979 al 1984 di cui fu capitano e trascinatore nella promozione in Serie A.
Ha iniziato in Serie C1 con Lino De Petrillo in panchina con il quale ottenne la promozione in Serie B al termine della stagione 1979-1980. Dopo due anni di Serie B, la squadra ottenne la promozione nella massima serie nel 1982-1983 dopo gli spareggi. In questi, come ci racconterà anche Sorrentino, il Catania vinse 1-0 contro il Como e pareggiò 0-0 con la Cremonese di un giovanissimo Gianluca Vialli.
Dopo i meravigliosi anni di Catania, Roberto Sorrentino chiude la carriera con Cagliari e Bologna per uno score di 41 presenze in Serie A e 163 in Serie B.
Sorrentino ha avuto modo di conoscere Vialli durante la sua lunga carriera da calciatore. La prima volta in occasione di quel famoso Cremonese-Catania, e qualche anno dopo nella Juventus di Giovanni Trapattoni dove è stato preparatore dei portieri dal 1990 al 1994.
Roberto Sorrentino ricorda Gianluca Vialli
Roberto Sorrentino ha voluto ricordare così la figura di Gianluca Vialli: “Ho avuto il piacere di stare con lui alla Juventus per circa tre anni. Il primo anno con Maifredi in panchina non c’era, poi però arrivò con Giovanni Trapattoni e siamo rimasti lì a Torino”.
Lo storico spareggio tra Cremonese e Catania
Cremonese e Catania hanno dato vita ad uno straordinario spareggio per la Serie A nel lontano 1983. A difendere la porta dei siciliani c’era proprio Roberto Sorrentino: “Di quella partita ho anche il filmato di quando Gianluca si mise le mani nei capelli. Noi vincemmo la prima partita col Como e poi pareggiammo 0-0 contro la Cremonese. Da avversari ci siamo sempre rispettati. Il Gianluca calciatore non si discute perché sappiamo chi era e la carriera che ha fatto.
Dirlo adesso, forse, potrebbe non sembrare vero, ma ricordo il primo anno alla Juventus che mi chiamava per arrivare mezz’ora prima al campo per preparargli delle esercitazioni in palestra. Lui aveva avuto un problema sotto al piede e c’era un macchinario nuovo. Lo avevo studiato e sapevo come utilizzarlo in base all’esercitazione da fare. Con lui c’era un feeling importante. Anche durante la settimana, con l’autorizzazione di Trapattoni, mi chiedeva di fare qualcosa in particolare per riprendere un po’ di rapidità visti gli infortuni subiti.
All’epoca preparavo delle situazioni che ancora oggi le sfrutto con i miei giocatori. Lo faccio anche per stimolarli, dicendo loro che quel tipo di esercizio lo facevo fare a un ragazzino di nome Gianluca Vialli. Ho un grandissimo ricordo di lui, un professionista esemplare, mai una parola in più, si faceva sentire, giustamente, solo quando si doveva far sentire negli spogliatoi. Se noi lo consideriamo solo come un grande calciatore credo che sia riduttivo. Gianluca era un vero uomo”.
Quando Sorrentino negò la gioia del gol a Vialli
C’è un aneddoto tra Roberto Sorrentino e Gianluca Vialli. Durante Cremonese-Catania, il portiere dei siciliani si rese protagonista di un grande intervento sull’attaccante che salvò il risultato: “Io avevo già un pre contratto con la Juventus, però rimanendo a Catania sarei rimasto da capitano. Ho ancora in mente le parole del telecronista durante la cronaca di quella partita, elogiando me per aver compiuto un vero e proprio miracolo su Vialli. Quella è stata la solita uscita disperata a tu per tu contro un giocatore importante ed ebbi la fortuna di pararla”.
Gli anni alla Juventus e in Nazionale
Roberto Sorrentino racconta qualche aneddoto sul suo passato in maglia bianconera e con quella della Nazionale: “Con la Juventus ci sono tanti aneddoti. Il primo giorno che Vialli arrivò a Torino, io lo beccai in sede e lui mi salutò chiamandomi “mister”. Io, scherzosamente, risposi di chiamarmi Roberto. Lui non mi volle mai chiamare col mio nome, mi diede anche un soprannome.
Poi a lui piaceva imitare il mio tono di voce abbastanza forte e anche con un po’ di cadenza napoletana, e quindi quando alzavo i toni vedevo che lui vicino a me cercava di imitarmi. Era un giocherellone, un ragazzo eccezionale. Non lo scopriamo adesso come calciatore. A me piace ricordarlo principalmente come uomo perché era sempre pronto a dare consigli ai ragazzi che venivano aggregati alla prima squadra.
Uno come lui era anche un piacere ascoltarlo, un ragazzo intelligente e a modo, un vero esempio per tanti ragazzi. Una perdita importante. Ero in campo stamattina con la mia squadra quando mi è giunta la notizia della sua scomparsa. Sapevamo delle sue condizioni, però c’era sempre quella speranza che questa brutta storia non sarebbe finita in questo modo, ma purtroppo non è stato così”.
Intervista a cura di Gerardo Guariglia