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L’intervista a Rosario Campana: “Non esistono gironi facili”

Rosario Campana

Quest’anno più che mai sono numerosi gli allenatori esperti rimasti senza panchina. Uno di questi è sicuramente Rosario Campana, allenatore veterano della Serie D. Noto maggiormente per le sue esperienze con Nola e Marcianise, ha allenato nei gironi più difficili dei dilettanti, accumulando un ricco bagaglio di esperienza. In un’intervista concessa a seried24.com, ha fatto il punto della situazione su più argomenti. Dalla riforma allenatori fino ad arrivare su un commento sui gironi H ed I. Questo e molto altro nella nostra intervista a Campana.

Campana

Campana: “Voglio essere chiamato per le mie capacità, non perché non c’è più un allenatore da chiamare”

Dal 13 ottobre un allenatore esonerato in Serie D entro il 30 novembre, potrà riprendere ad allenare. Decisione che ha fatto discutere, sia in maniera positiva che negativa. Chi più viene penalizzato da questa riforma è chi, come Campana, è rimasto ai box. Nonostante questo, l’esperto allenatore ha commentato così la novità per il mondo dilettantistico: “Reputo giusta la riforma sugli allenatori, anche se può penalizzare chi come me quest’anno è rimasto ai box. Voglio essere chiamato per le mie qualità e per le mie capacità non perché finiscono gli allenatori da poter chiamare. A volte si possono compiere scelte affrettate e –conclude– grazie a questa riforma, c’è la possibilità per potersi rimettere subito in gioco“.

Campana

Sul girone H: “A differenza degli altri anni c’è più competitività”

A detta di molti allenatori, quest’anno il girone H è il più difficile di sempre. Ecco cosa ne pensa Campana a riguardo: “Non esistono gironi facili. Il girone H a differenza degli altri, ha più piazze calde e società più blasonate e dà la sensazione di essere un campionato più difficile. Sul lato tecnico credo che ogni girone abbia le sue difficoltà. A differenza degli altri anni c’è una grande competitività“. Molte le squadre che puntano al salto di categoria, Campana ha le sue favorite: “Non vedo un’ammazzacampionato, ma tante squadre forti. Sicuramente partono avanti Brindisi, Casarano, Afragolese e la Cavese se riesce a dare continuità ai risultati. Occhio al Fasano“.

Campana

Campana sul girone I: “Catania in Serie D come una balena in un acquario. Sull’allenatore…”

Il girone I non ha riservato grandi sorprese in questo avvio di stagione. Come previsto, il Catania viaggia spedito a punteggio pieno. Campana, che ha allenato in questo girone, ha fatto il punto della situazione: “E’ un girone in cui si possono avere più difficoltà. Come nell’H, ci sono diversi fattori che possono incidere, dal calore dei tifosi all’importanza delle piazze. Quest’anno c’è il Catania che per blasone, staff tecnico e società è sopra le altre. Loro in Serie D sono come una balena in un acquario“.

Inoltre l’allenatore è un mio grande amico, Giovanni Ferraro, che ha le giuste competenze per gestire un grande gruppo“. Una squadra di grandi campioni a disposizione di Ferraro, che, secondo Campana ha ridimensionato gli obiettivi stagionali delle avversarie. “Credo che la presenza della squadra di Pelligra abbia condizionato anche il mercato delle avversarie. Vedendo i rossazzurri come grandi favoriti, non hanno investito grosse cifre“.

Rosario Campana in compagnia del figlio adottivo Amil Gassama

Il figlio adottivo di Campana: Amil Gassama, attaccante della Real Agro Aversa

Nello stesso girone I milita la Real Agro Aversa, squadra in cui gioca Amil Gassama, figlio adottivo di Rosario Campana. Il pensiero, da allenatore, sul figlio: “Amil è un giocatore sprecato per la Serie D. Ad inizio campionato ha già quattro gol e tre assist. Dovrebbe giocare in pianta stabile nei professionisti. E’ un attaccante moderno che può ricoprire tutti i ruoli in fase offensiva. Grazie alla qualità dei piedi –aggiunge– credo che possa fare all’occorrenza anche il centrocampista di interdizione“. Un aneddoto di mercato: “Prima del Covid aveva già un contratto con il Potenza, ma per problemi burocratici non si è fatto più nulla“. Campana ha poi concluso così l’intervista: “Questo è il giudizio da allenatore, poi c’è il giudizio da papà. Al di là del calcio gli auguro ogni bene, con l’augurio di vederlo presto nei professionisti“.

A cura di Francesco Giudice