Hai 19 anni. Sei il capitano dell’Empoli Primavera e in squadra giochi con un certo Tomasso Baldanzi. Utopia? Chiedere a Leonardo Pezzola, difensore 21enne oggi in forza alla Sambenedettese, in Serie D: “Sono stati anni straordinari”, racconta il centrale, cresciuto proprio nel settore giovanile del club toscano con il quale, tra le altre, ha vinto lo scudetto nella stagione 20/21. “Avevamo le potenzialità giuste. Ma ora penso solo alla Samb, vogliamo raggiungere l’obiettivo prefissato”. Leonardo non si sbottona. Ma la società e la città di San Benedetto del Tronto sanno di cosa sta parlando: il ritorno in Serie C.
Dopo una prima parte di stagione vissuta in panchina, Pezzola si ritaglia uno spazio importante negli undici di Maurizio Lauro: al centro, al fianco di capitan Alex Sirri: “Sono veramente contento – dice – Non potevo chiedere di meglio. Abbiamo tanta gente che ci segue, la società ha un bel progetto. Tutto procede per il verso giusto”. Lo ribadiamo. Pezzola ha soli 21 anni. Ma di esperienze alle spalle ne ha parecchie. Nel già citato Empoli, il difensore ha modo di allenarsi con gente del calibro di Asllani, Fazzini, Viti e il già citato Baldanzi.
La lista sarebbe infinita, noi ci limitiamo ad elencarne quattro: “Sono rimasto in ottimi rapporti con tutti loro. Parecchi giocano in Serie A o B, si vedeva che avevano le qualità giuste. Se lo meritano, spero facciano bene”. Con parecchi di loro, Pezzola vince il campionato Primavera 20/21. Una stagione iniziata poco bene, seguita dallo stop a causa del Covid. Tanti ragazzi positivi in rosa, la ripartenza e la motivazione giusta per ripartire: “Dopo una serie di vittorie capiamo che possiamo vincere”.
Prima di lasciare i ricordi (e la Toscana), facciamo un ultimo volo verso Milano, San Siro. Il 19 gennaio del 2022, in un Meazza semi vuoto a causa delle restrizioni Covid (5’000 gli spettatori presenti), Leo Pezzola viene convocato per la gara di Coppa Italia contro l’Inter: “È stato come toccare il cielo“. Poche parole. Non serve altro per descrivere l’emozione. Come spiega il difensore, infatti, l’Empoli di Andreazzoli doveva fare a meno di alcuni difensori infortunati: “Lì puoi osservare giocatori molto forti. Lì ti rendi conto quanto ci sia da lavorare. Lì – e conclude – capisci quali siano i requisiti tecnici e fisici, necessari per stare a quei livello. Un’esperienza che ti segna, contento di averla vissuta”.
Dunque a nemmeno 21 anni hai già giocato con Asllani e Baldanzi, hai vinto il campionato Primavera da capitano e sei stato convocato per una partita contro l’Inter. The Next Step? C’è, ma sempre con i piedi per terra: “Punto a salire il più in alto possibile – dice Pezzola – Cerco di dare il meglio di me ogni giorno. Non mi piace andare troppo in là con il pensiero. Ora penso alla Samb. Promesse in caso di Serie C? Per ora nessuna. Ma l’obiettivo è chiaro, l’abbiamo in testa. Lo coltiviamo con il lavoro e il sacrificio. Poi se arriverà, vedremo cosa fare…”.
Dicono che l’umiltà renda le persone speciali. Noi, Pezzola, l’abbiamo visto giocare. L’abbiamo sentito e conosciuto. Chapeau ‘Pezzo’, il futuro è tutto da scrivere. E magari chissà, passerà ancora da quel San Siro…