Manoni, dal caos societario alla salvezza: “Samb, faccio fatica a lodarmi”
…E alla fine, come Ulisse raggiunse Itaca, anche Manolo Manoni portò in salvo la sua Samb. “E’ stata una stagione fuori dal comune. Prima della partita con il Porto d’Ascoli ho fatto l’appello per sapere chi se la sentiva di giocare…” confessa l’allenatore ai microfoni di Seried24.com. Rimborsi spesa arretrati, una tifoseria contro la sua stessa squadra, quella chiacchierata con il presidente Roberto Renzi e tanto altro: l’allenatore rossoblu racconta il suo campionato.
“Vi spiego perché Renzi scelse me. Salvezza? Fatico a lodarmi”
“Credo di aver fatto un buon lavoro, nonostante un avvio lento. Ma questo non te lo nego”. La voce è quella di Manolo Manoni. Di un uomo che, nonostante tutto, si è preso sulle spalle la Samb e l’ha condotta alla salvezza. “Quando sono arrivato i pensieri erano di altro tipo. Si pensava a tutto tranne che al calcio”. Stop. Piccolo passo indietro.
L’ex calciatore di Ascoli e Latina, infatti, arriva sulla panchina della Sambenedettese il 19 gennaio scorso. Nel dettaglio, due giorni dopo le dimissioni di Sante Alfonsi. “Il presidente mi chiamò. Voleva una persona che conoscesse già la squadra. Non sono mai stato con le mani in mano, avevo visto la Samb tante volte in questa stagione”. Non nasconde, però, le incognite. “Non avendo molta esperienza, affidarmi la squadra poteva essere pericoloso. Magari l’ho convito parlandoci, facendogli capire che potevo essere all’altezza della situazione. Alfonsi? Magari non se l’è sentita di andare avanti in quella situazione. Personalmente faccio fatica a lodarmi (ride, ndr), ma credo sia scattata una scintilla dopo la gara con il Porto d’Ascoli che, in un modo o nell’altro, ci ha condotto alla salvezza”.
Manoni: “Samb-Porto d’Ascoli? Vi spiego cosa è successo”
Immagina di essere nel tuo spogliatoio. A poche ore dal calcio d’inizio e con i tifosi che ti invitano a non scendere in campo. Chiaramente, noi parliamo di mera immaginazione. Ma c’è chi, una situazione di questo tipo, l’ha vissuta in prima persona. “Cosa è successo prima della partita con il Porto d’Ascoli? Eh…”. Quei brevi istanti di silenzio durante la nostra telefonata valgono più di mille parole. “Quella settimana è stata drammatica. Nel vero senso della parola”.
Nei giorni che precedevano la gara, infatti, l’Associazione Italiana Calciatori ha diramato un comunicato in cui i rossoblu annunciavano di non giocare la prossima gara. Ovvero quella contro il Porto d’Ascoli. ”Tutto è partito da quel comunicato dell’AIC – ci conferma l’allenatore – .I calciatori, e lo dico da consigliere dell’AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio, ndr) sono stati consigliati male. Non voglio dare contro l’Associazione, anzi. I ragazzi però, dopo quel comunicato, hanno iniziato ad elaborare la scelta fatta”. La maggior parte, non tutti. Ma su questo, Manoni ci torna più tardi.
“Ho fatto l’appello per sapere chi avrebbe giocato”
“Potrai sentire qualunque allenatore, ma ciò che è successo a ridosso della partita ebbe dell’incredibile – prosegue – .Per la prima volta in vita mia, quando sono entrato nello spogliatoio, ho fatto l’appello come a scuola. Presi i ragazzi, uno ad uno, e chiesi se avessero intenzione di giocare. Era una decisione molto personale”.
La Samb scende quindi in campo, ma senza alcuni interpreti. “Prima di fare quella sorta di appello, ho anche detto che le persone che non se la sarebbero sentita di giocare, da martedì non avrebbero più fatto parte del gruppo”. L’allenatore decide di non fare nomi in merito. Ad ogni modo, è più che sufficiente visionare le distinte delle gare successive e vedere gli assenti. “Una domenica davvero fuori dal normale. Siamo arrivati allo stadio due ore e mezza prima. Scortati, perché sapevamo che i tifosi ci aspettavano fuori dal campo per non farci giocare. I ragazzi non hanno pranzato. Tra insulti, cori e bombe carta…”.
Samb, Manoni: “Renzi? L’ho sentito dieci giorni fa. Mi ha detto che…”
In tutta la telefonata, la figura di Roberto Renzi viene menzionata raramente. Con il contagocce. Ma neanche il tempo di finire la domanda che l’allenatore, con fare schietto e deciso, ci confessa che “onestamente, l’ultima volta che ho sentito il presidente era dieci giorni fa. Di persona, non ci parlo dalla gara con il Roma City (12 marzo, ndr)”. La domanda sorge quindi spontanea. Rimborsi spesa? Vendita società? Di cosa avete parlato l’ultima volta che l’ha sentito? “Mi ha ringraziato per ciò che avevo fatto. Di aver dimostrato di essere all’altezza. Si è complimentato. Ovviamente poi, anche la mia curiosità si spostata sulla questione societaria. Mi ha rassicurato. Di nuovo. Dicendo che sta facendo tutto il possibile per tenere viva la Samb. Con i ragazzi sono ancora in contatto”.
Manoni: “Allenare la Samb non è facile. Futuro? Vediamo…”
Davide Nicola. Esteticamente, e per il traguardo raggiunto, Manolo Manoni ricorda l’ex allenatore della Salernitana. Quell’allenatore che, al termine di una corsa estenuante, portò la squadra alla salvezza. Situazioni – oltre che campionati – diametralmente opposti. Ovviamente. Ma quel lungo capello biondo, e quella grinta che accomuna solo chi ci crede, ricorda molto l’allenatore rossoblu. “Questo è stato l’inizio. E’ stato un passo importante per la mia carriera. Allenare la Samb non è facile, assolutamente. Non è scontato riuscire a gestire certe dinamiche. Ti devi confrontare con calciatori di livello, con vissuti importanti. Mi sarebbe piaciuto allenare la squadra in tutt’altra situazione, con pubblico e città dalla stessa parte. Futuro? Vediamo se ci sarà qualcuno pronto a scommettere su di me”.
Che sia un prego o un difetto “vado fuori dagli schemi. Preferisco dare importanza prima all’uomo, poi al calciatore. Vedo prima il lato umano. Credo che Klopp sia un maestro in questo, ma anche Carletto Ancelotti non è niente male (ride,ndr). Sono ovviamente anni luce lontano da loro, ma guardo entrambi con molta simpatia”.