L’ex sindaco rinuncia alla panchina: “Non posso accettare minacce alla mia famiglia”
Stagione tormentata per la Sambenedettese che dopo aver dato il ben servito all’allenatore Antonioli aveva scelto per la panchina Sergio Pirozzi. Dopo l’ufficializzazione dell’arrivo dell’ex sindaco di Amatrice, una frangia del tifo rossoblù ha protestato in modo vibrante la scelta della società presieduta da Renzi.
Questa mattina, l’ex allenatore del Trastevere ha ufficializzato tramite una nota sui social la scelta di rinunciare a malincuore alla panchina della Samb.
“NON POSSO ACCETTARE CHE QUATTRO ESALTATI MINACCINO I MIEI FIGLI”
Come detto, Sergio Pirozzi ha spiegato la rinuncia alla panchina marchigiana attraverso il suo account personale di Facebook.
“Nell’ultima settimana sono successe diverse cose, alcune gravi. Stavo per tornare ad allenare, che è la mia grande Passione. Dovevo allenare la Sambenedettese. Poi, però, a qualcuno, che pensa di rappresentare una tifoseria e una città questo non andava bene. E fino a qui fa parte del gioco e ci sono abituato.”
Pirozzi poi si sofferma sulle minacce indirizzate ai figli e alla famiglia e sulle accuse che alcuni “tifosi” della Samb muovono nei suoi confronti.
“Quello che non posso accettare però è che quattro esaltati abbiano indirizzato minacce ai miei figli, alla mia famiglia, senza che nessuno, dico nessuno, deputato a farlo abbia speso una parola verso l’Uomo e la sua storia. Di che cosa mi si accusa? Di essere legato all’Ascoli, alla sua curva, che scavò nelle Macerie di Arquata (del compianto Amico sindaco Aleandro Petrucci). Lo confermo. Come sono tifoso dell’Atalanta e della sua gente e di tutti i gruppi ultras che dopo il terremoto hanno dimostrato all’Italia intera cosa significa solidarietà. Grazie a loro Amatrice ha strutture sportive dove oggi giocano i bambini. Ecco, questa è la storia. Avrei voluto allenare la Sambenedettese che andavo a vedere da bambino, avrei voluto far bene a San Benedetto del Tronto dove ho tanti amici e dove sono nato. Non è stato possibile perché non metto a rischio l’incolumità e la serenità dei miei cari.”
Infine, l’ex sindaco di Amatrice si sofferma su alcuni commenti relativi al terremoto del 2016, ferita ancora aperta per tutto il Centro Italia.
“Mi hanno ferito i commenti ironici sulla Tragedia del Terremoto. Sono un allenatore professionista per passione (senza quella non puoi far niente nella vita). Straccio il contratto e ritorno tra le Macerie e le Pecore dei Monti della Laga…”