Un amore mai sbocciato – Francesco Buglio, dopo sole tre settimane, non è più l’allenatore del Seregno, club militante nel girone B. Secondo quanto riportato dal giornale locale, “Il Cittadino”, le due strade si sono separate lo scorso 24 novembre a causa di problemi familiari, che hanno consigliato a Buglio di tornare nella casa del suo paese, a Viareggio.
Una decisione maturata in un momento complicato per la società ma anche per lo stesso allenatore che, nonostante la breve permanenza, non ha mai avuto un buon feeling con l’intero ambiente. Basti solo pensare all'”accoglienza” riservatagli in città: a pochi giorni dall’arrivo, infatti, Buglio fu vittima di atti vandalici alla sua auto.
Ha dell’incredibile quanto accaduto tra in casa Seregno Calcio, squadra del girone B da poco affidata a Francesco Buglio. Proprio il nuovo allenatore è stato vittima di atti vandalici alla sua auto tra domenica e lunedì, nel giorno del suo esordio sulla panchina lombarda. Nel pomeriggio di domenica 6 novembre, infatti – secondo quanto riportato da ilcittadinomb.it – l’auto dell’allenatore era posteggiata vicino a Seregnello, centro sportivo della squadra, dove i calciatori avevano appena finito la seduta di rifinitura. Dopo l’allenamento, Buglio – accortosi di uno pneumatico sgonfio – ha deciso di comune accordo con il direttore sportivo Pacitto di lasciare la propria auto all’interno dell’impianto. L’indomani, però, ha trovato altre “sorprese” non gradite.
L’indomani, 7 novembre, uno dei dirigenti della squadra recatosi in mattinata al centro sportivo ha trovato l’Audi – auto di proprietà di Buglio – vandalizzata: lunotto sfondato e le altre tre ruote, ancora integre il giorno prima, completamente squarciate. Così la società ha segnalato subito il tutto ai carabinieri. Sul posto è successivamente arrivata una pattuglia per tutti i rilievi del caso. Le indagini sono ancora in corso, ma rimane un atto vandalico nei confronti di Buglio, arrivato da poco a Seregno.
Buglio ha comunque guidato la squadra alla vittoria lunedì 7 novembre, ma al termine della partita ha preferito non commentare l’accaduto. La società, invece, ha espresso pubblicamente solidarietà al proprio allenatore, condannando qualsiasi forma di violenza e dissociandosi dall’accaduto.