Carbonia, Murgia suona la carica: “Ci aspettano dieci finali, la strada è quella giusta”
Trequartista dalle innate doti tecniche, Alessio Murgia, classe ’97 di San Gavino Monreale, è alla prima stagione con il Carbonia che, dopo un girone d’andata complicato, ha dato una svolta al suo campionato incasellando risultati importanti nelle ultime uscite. In questo senso una gara chiave è stata quella di ieri, recupero della prima giornata di ritorno, sul campo del Latte Dolce, dove gli uomini di Suazo si sono imposti per due reti a uno, grazie ai goal di Isaia e dello stesso Murgia, che con un bellissimo destro a giro ha siglato il due a zero parziale.
La carriera
Cresciuto nel settore giovanile del Cagliari, il trequartista sardo, che si è sempre ispirato a Totti, ha raggiunto, insieme ai suoi compagni, i playoff della categoria Primavera, obiettivo che mancava da parecchi anni in casa rossoblu. Dopo il Cagliari ecco la grande opportunità del professionismo, sempre in Sardegna, con la maglia dell’Olbia. Con i bianchi per Murgia, due grandi stagioni, ricche di prestazioni d’autore e coronate da due salvezze dirette. Oltre alla crescita calcistica, Alessio ha potuto condividere lo spogliatoio con giocatori del calibro di Andrea Cossu e Francesco Pisano, che tanto gli hanno dato dal punto di vista umano. Dopo il biennio a Olbia, il mancato rinnovo e qualche offerta poco concreta dalla Lega Pro, hanno fatto sì che Murgia passasse al Budoni, in serie D. Anche qui Murgia disputa due stagioni. La seconda stagione ha esito amaro con la retrocessione, causa sospensione anticipata dei campionati per via della pandemia, in Eccellenza. Nonostante la retrocessione, le prestazioni dell’attuale numero 10 minerario non sono passate inosservate. Nell’estate 2020 è la Sanremese a bussare alle porte di Murgia che, entusiasta della richiesta, disputa la prima stagione lontano dalla propria isola. Subito protagonista e centrale nel progetto, colleziona una trentina di presenze e centra i playoff col club di Sanremo. Conclusa l’avventura in Liguria ecco il ritorno in Sardegna, con la maglia del Carbonia dove fino ad ora ha siglato quattro reti e fornito sette assist. La situazione in casa biancoblu non è ancora delle migliori, la classifica dice terzultimo posto, ma le ultime prestazioni ci raccontano di una squadra disposta a vendere cara la pelle nelle ultime dieci sfide, con l’intento comune di ottenere la salvezza.
La stagione attuale
La gara di ieri ha rappresentato una boccata d’ossigeno in casa Carbonia. Il successo maturato sul campo del Latte Dolce ha permesso agli uomini di Suazo, dopo parecchi turni, di abbandonare le ultime due posizioni che equivalgono alla retrocessione diretta. Inoltre il successo è avvenuto contro una concorrente per la corsa playout, i sassaresi infatti ora si trovano al penultimo posto con sedici punti, lasciando il terzultimo posto proprio al Carbonia, che di punti ne ha collezionato diciassette. Il tabellino dei marcatori vede presente Murgia, che commenta così la vittoria di ieri: “Era uno scontro diretto, potevamo e dovevamo solo vincere e così abbiamo fatto, è stata una vittoria fondamentale come quella contro il Lanusei di qualche settimana fa. Siamo stati bravissimi ad approcciarla nella maniera giusta, abbiamo chiuso il primo tempo in vantaggio di due reti e poi siamo stati bravi a portarla a casa dopo un secondo tempo di gestione e un po’ di sofferenza”.
La vittoria di ieri è la dimostrazione del fatto che la squadra creda nella salvezza e le prestazioni dell’ultimo periodo lo confermano, Murgia analizza così le ultime apparizioni dei minerari: “Forse la scossa è arrivata dalla sconfitta contro il Giuliano, una corazzata, abbiamo perso ma abbiamo disputato una grande partita e lì abbiamo capito di potercela giocare contro tutti. Così come contro l’Aprilia dove abbiamo perso nel finale per via di un rigore ma la prestazione c’è stata. Siamo stati bravi a vincere contro il Lanusei in uno scontro diretto che valeva tanto, c’è rammarico invece per il pareggio subito dal dischetto a tempo scaduto contro il Cassino, quei due punti persi ci avrebbero dato una mano”.
Dopo parecchi turni dunque la classifica vede il Carbonia in una posizione playout. Il dodicesimo posto, che vale la salvezza diretta, è presieduto dal Cassino e dista al momento otto punti. Il trequartista ex Olbia suona la carica e commenta così la fase cruciale del campionato: “Finalmente siamo entrati in zona playout, era il primo obiettivo, ora mancano dieci partite e le giocheremo come fossero finali, daremo il massimo per fare più punti possibile, nulla è scritto”.
Murgia, dopo una stagione in Liguria, disputa nuovamente il girone G: “Il livello è molto alto, ci sono squadre come Ostia Mare, Muravera e Cyntihialbalonga che hanno tanti giocatori davvero forti e nonostante ciò non sono nelle primissime posizioni. Penso il Giugliano abbia qualcosa in più, abbiamo giocato lì qualche settimana fa e c’è un ambiente fantastico”.
Il campionato del Carbonia è iniziato non senza problematiche. La squadra di Suazo ha dovuto giocare le partite interne del girone d’andata lontana dal suo stadio, lo Zoboli: “Non è un alibi ma non è stato per niente facile, ci ha penalizzato tanto non giocare a casa nostra. I tifosi ci seguono e ci seguivano tanto, sempre e comunque, sia in casa che in trasferta, ma ora allenarsi e giocare allo Zoboli è un’altra cosa, anche essere tornati a casa ci sta dando la spinta per questo girone di ritorno. Nonostante questi ostacoli iniziali sono stato accolto sin da subito benissimo sia dalla società che dai compagni, anche i tifosi sono eccezionali, ci danno grande carica”.
Le due stagioni tra i professionisti
Dopo la Primavera del Cagliari, due stagioni tra i professionisti con l’Olbia. Entrambe le stagioni sono state positive, sia sotto il punto di vista individuale che di squadra, concluse con la salvezza diretta: “Passare dalla Primavera alla Lega Pro è un passo importante, cambia tanto, in Primavera giochi con i tuoi pari età, in Lega Pro ti capita di affrontare giocatori con un passato in categorie superiori. Anche a livello di responsabilità cambia parecchio”.
La prima esperienza tra i grandi non dev’essere stata semplice a livello emotivo per un ragazzo di appena diciannove anni, ma la presenza di un grande gruppo ha agevolato Murgia nel percorso di crescita: “Ad Olbia sono cresciuto tantissimo, ho appreso tantissimo da Cossu, che essendo maestro nel ruolo, mi ha insegnato tanto da trequartista. Anche Francesco Pisano e Daniele Ragatzu mi hanno insegnato tanto e con loro sono cresciuto, sono molto legato a loro, ci sentiamo tutt’ora“.
Nella seconda stagione Murgia ha collezionato ventotto presenze in campionato, nonostante ciò l’estate 2018 non è stata delle più semplici: “Il mancato rinnovo con l’Olbia e qualche offerta poco concreta dalla Lega Pro mi hanno reso l’estate travagliata. Ho aspettato, volevo stare in Lega Pro, mi ha chiamato il Budoni in serie D e ho deciso di andare lì”.
Il sogno professionismo è ancora dietro l’angolo e il numero 10 minerario non smette di inseguirlo: “Il sogno è quello di tornare tra i professionisti, spero passi anche da questa stagione, ma comunque voglio arrivare il più in alto possibile”.
La parentesi a Budoni
Il biennio ad Olbia si è concluso con un’estate non facile per Murgia che, a ottobre, ha firmato per il Budoni che in quell’annata giocava in serie D: “Mi sarebbe piaciuto restare in Lega Pro, così non è stato e ho accettato l’offerta del Budoni. Mi sono trovato bene, la squadra mi ha aiutato ad ambientarmi, ho giocato tanto”.
La seconda stagione a Budoni, 2019/2020, è terminata in anticipo per via della pandemia e, con dieci gare non disputate, la squadra sarda è retrocessa in Eccellenza: “Dispiace perché mancavano ancora tante gare, avremmo potuto dire la nostra fino alla fine”.
L’esperienza in Liguria
All’età di ventitre anni arriva la prima esperienza lontano dalla Sardegna, in Liguria con la Sanremese. Per Murgia è stata un’annata sicuramente positiva conclusa al quinto posto e con i playoff disputati: “Sono stato benissimo, una grande società che merita il professionismo. Ho giocato tanto ed eravamo un grande gruppo. Mi sono cimentato anche in un nuovo ruolo, quello di esterno d’attacco, e mi sono adattato. Ho solamente ricordi davvero belli di quell’esperienza”.
A cura di Gabriele Musu