Difensore centrale abile in marcatura e con un’ottima tecnica, Paolo Dametto, classe ’93 di Arborea, è alla prima stagione con la Torres. Come da pronostico di inizio stagione i rossoblù stanno disputando un campionato di vertice nel girone G. La squadra allenata da Alfonso Greco si trova attualmente al secondo posto, con otto punti di distacco dalla capolista Giugliano e a più uno dal Nuova Florida, terza della classe, che però deve recuperare una gara. Quando mancano quattro giornate alla fine del campionato, il difensore sardo, analizza la sua prima stagione in rossoblù, soffermandosi su questo finale di stagione, che vede la Torres ancora in corsa sia in campionato che in Coppa Italia.
Dopo aver indossato varie maglie pesanti in tutta Italia, Dametto, nell’estate 2021, trova l’accordo con la Torres per la stagione in corso e le sue prime impressioni sulla società, sul gruppo e sulla città son state subito positive: “Negli ultimi anni nella Torres non c’è stata grande stabilità ma ora la città ha ritrovato l’entusiasmo giusto. Si sta bene, tanti giocatori vogliono venire a giocarci perché è una grande piazza e una bellissima città”. Il numero 6 rossoblù ha giocato per parecchi anni sia in C1 che nell’attuale Lega Pro e non nasconde che il suo obiettivo sia quello di tornare il prima possibile a calcare il palcoscenico del professionismo. “Si gioca un campionato diverso, più difficile, i dettagli fanno ancora di più la differenza. Giocare in certi stadi ha un fascino diverso ed è una categoria che può essere un trampolino di lancio per tutti, giocatori e società”.
Le ambizioni di Dametto sembra vadano di pari passo con quelle del suo club che già da questa stagione, per via diretta o tramite i playoff, tenta la promozione in Lega Pro. “La società è tanto forte e solida e merita sicuramente altre categorie, è una società che non si accontenta e per noi giocatori è stimolante che la società ragioni in questa maniera”.
Fino ad ora la stagione dei rossoblù è stata sicuramente positiva. Gli uomini di Greco occupano la seconda posizione in classifica e si trovano in semifinale di Coppa Italia contro l’Audace Cerignola, campione del girone H e già promosso in Lega Pro. Il campionato della Torres è iniziato un po’ a rilento, con un solo punto raccolto nelle prime due partite. La storia della Torres meritava di più e una serie di grandi prestazioni e risultati ha permesso alla squadra capitanata da Scotto di dire la sua per la lotta al vertice. “Siamo partiti un po’ a rilento, forse perché eravamo tutti nuovi e pochi di noi avevano giocato assieme, poi ci siamo ripresi, siamo diventati squadra, un grande gruppo e abbiamo fatto un grande girone di andata, peccato che la squadra davanti a noi tritasse chiunque”.
Tra i tanti campionati importanti disputati, il leader difensivo rossoblù è rimasto impressionato in maniera positiva dal livello del girone di quest’anno. “Ci sono tante squadre forti, il livello è molto alto e non me l’aspettavo, a parer mio questo girone è il più duro insieme a quello pugliese e a quello siciliano”.
A fine girone di andata il distacco dal Giugliano era solo di tre punti, seppur con una partita in più, e il calendario offriva, ai sassaresi, la possibilità di agganciare i campani nel big match della prima giornata di ritorno. La partita non è stata entusiasmante, il risultato finale ha visto il Giugliano portare a casa l’intera posta in palio con l’uno a zero firmato Cerone. La tensione era altissima al De Cristofaro e Dametto analizza così quella gara tanto importante per il proseguo della stagione. “Loro erano più compatti di noi e più abili nel gestire alcuni momenti chiave della partita e questo è sinonimo di esperienza, ma dal campo non ho mai avuto l’impressione di essere inferiori a loro, anzi”.
Dopo quella gara i risultati del Giugliano non sono stati per niente entusiasmanti, dal big match contro la Torres ad oggi, i ragazzi di Ferraro hanno ottenuto sette vittorie, un pareggio e ben cinque sconfitte. Il rammarico più grande in casa Torres è sicuramente quello di non essersi fatti trovare pronti per approfittare dei passi falsi dei campani. Anche il girone di ritorno dei rossoblù non è stato esaltante, sono arrivati infatti tanti pareggi contro squadre decisamente alla portata: “In situazioni di vantaggio spesso ci siamo fatti sorprendere, siamo stati ingenui, questa è stata la differenza principale tra noi e il Giugliano. Loro sono stati sempre bravi a chiudere le partite mentre noi abbiamo affrontato alcuni momenti con superficialità, come ad esempio il pareggio casalingo con il Carbonia quando all’intervallo eravamo avanti di due lunghezze”.
Il calendario ora mette di fronte alla Torres quattro gare dure, con squadre in lotta per obiettivi differenti: “Alla prossima andiamo ad affrontare l’Aprilia e sarà sicuramente dura in casa loro visto che hanno anche delle individualità importanti. Nelle ultime tre gare affrontiamo squadre che lottano per la salvezza e sicuramente venderanno cara la pelle, noi siamo la Torres. Noi dobbiamo provare a vincere tutte le gare perché è stimolante giocare per questa maglia e per questi tifosi. La stagione a parer mio è stata comunque positiva, c’è delusione per qualche occasione fallita e questa delusione dimostra la forza del gruppo. Ora puntiamo a vincere tutte le gare rimanenti, campionato e Coppa Italia, e proviamo a dare una grossa soddisfazione ai nostri tifosi che se la meritano”.
Cresciuto nel Cagliari, Dametto è stato aggregato per due stagioni e mezzo alla prima squadra, con la quale ha collezionato tante convocazioni, senza però mai ottenere la possibilità di esordire nella massima serie. Il difensore di Arborea ricorda però con estremo piacere quelle annate: “Ho un ricordo bellissimo, è completamente un altro sport rispetto al nostro, sono professionisti al 100%, c’è chi resta al campo sette ore. C’era un grande gruppo e infatti in quelle annate il Cagliari ha ottenuto risultati importanti in casa di squadre più blasonate. Cercavo di strappare qualche consiglio prezioso, lì si respira il calcio vero. Ho legato molto con Cossu, Pisano e Ragatzu che poi ho ritrovato all’Olbia“.
In quegli anni le prestazioni del centrale sardo non sono passate inosservate anche in orbita Azzurro, Dametto ha infatti collezionato varie presenze in tutte le Nazionali giovanili, arrivando a disputare anche degli stage con l’Under 20 al tempo allenata da Di Biagio. Resta comunque la delusione per il mancato esordio in serie A. “Ora è sicuramente più semplice per un giovane esordire in serie A, ora, giustamente, si stanno cercando sempre di più talenti dalle nuove generazioni e si può dire, per un giovane, sia più facile mettersi in mostra ad alti livelli adesso rispetto a dieci anni fa”.
Sempre da giocatore del Cagliari, il centrale difensivo che ha come idolo il Varane dei tempi di Madrid, ha giocato in prestito sia con il Prato che con il Lumezzane, in entrambe le avventure nel campionato di C1. Nonostante il ruolo delicato e il fatto che non ci fosse ancora la regola che obbliga le squadre a schierare gli under, l’attuale leader difensivo della Torres ha sempre disputato tante presenze anche in gare importanti, come i playout disputati e vinti con il Prato.
Proprio con i toscani Dametto ricorda in particolare una gara e un momento al quale è particolarmente legato: “Giocavamo contro la Cremonese che doveva vincere il campionato, io avevo appena diciott’anni e avevo fatto una buona partita. A fine partita mi si è avvicinato Davide Moi, che neanche pensavo mi conoscesse, mi ha chiesto di scambiarci la maglia, conservo ancora la sua maglia in camera, è stato un bellissimo momento”. Nella stagione successiva Dametto ha collezionato trenta presenze con il Lumezzane, le sue prestazioni iniziavano a quotarlo come uno dei prospetti italiani più interessanti: “Mi sentivo pronto per fare un altro tipo di carriera, purtroppo per una serie di motivi non è mai arrivata l’opportunità”.
Nel 2015 la grande opportunità. L’arrivo al Parma poteva rappresentare per Dametto un’importante vetrina per mettersi in luce. Purtroppo non è andata benissimo, due prestiti in C, dove comunque il classe ’93 ha disputato buone stagioni da titolare con Reggiana e Prato, e il fallimento del Parma. Nel dicembre del 2015 il ritorno in Sardegna, con la maglia dell’Olbia, dove Dametto vive delle grandi stagioni tra serie D e Lega Pro.
Nella stagione successiva ancora Lega Pro, questa volta con la maglia della Feralpisalò, ma è nell’annata 2019-2020 che Dametto vive la sua miglior stagione, sia dal punto di vista individuale che collettivo. “Purtroppo la stagione è stata interrotta in anticipo causa pandemia, avevamo un gruppo fantastico e sono in contatto ancora con tanti compagni. Hanno fermato il campionato a fine febbraio proprio quando stavamo trovano i giusti meccanismi ed eravamo in piena corsa playoff. Stavo molto bene fisicamente, in città si viveva alla grande ed eravamo guidati da Pippo Pancaro, davvero preparatissimo”. L’anno dopo Dametto torna in serie D, con il Picerno, prima dell’approdo a Sassari per difendere il rossoblù della Torres.
Dal 3 al 12 giugno andranno in scena, a Nizza, gli Europei CONIFA, la competizione riservata alle nazionali dei paesi non riconosciuti dalla comunità internazionale. Parteciperà anche la Natzionale della Sardegna, impegnata nel girone A con la Contea di Nizza e il Regno delle Due Sicilie. Sarà il primo evento al quale parteciperà la Natzionale allenata da Vittorio Pusceddu, che viene da diverse stagioni di allenamenti e amichevoli ma che per la prima volta si metterà in gioco in un evento ufficiale. Dametto ovviamente è nel giro della Natzionale e si candida a un ruolo da protagonista. “Sicuramente è un bel progetto che ha bisogno di un po’ di pazienza e un po’ di visione in più. Per noi sardi è un’emozione unica indossare la maglia della nostra terra. Ci sono tanti giocatori forti e spero di essere nella rosa dei giocatori chiamati per l’Europeo”.
A cura di Gabriele Musu