“Mancavano otto minuti alla fine dell’incontro, eravamo sotto di un gol, Capello mi alzò un pallone invitante al limite dell’area, l’unico modo per colpire era la semirovesciata, trovai una rete strepitosa”. Un viaggio nei ricordi di un passato indelebile. Massimo Silva, ex attaccante del Milan è l’autore di uno dei gol più belli segnati nella storia del derby della Madonnina: “Era la stagione 1976-77”, racconta a gianlucadimarzio.com, “su quel campo c’era la storia del calcio, Nereo Rocco in panchina, accanto a me Gianni Rivera e Fabio Capello. Oltre 70.000 spettatori sugli spalti”. Trasuda emozione Silva, ricordando un calcio d’altri tempi: “Segnare nel derby di Milano ha un sapore speciale, lo ricordi per tutta la vita, quel giorno mi marcava un certo Lele Oriali, quando ci incontriamo me lo rinfaccia ancora”.
Massimo Silva ha alle spalle una lunga carriera da calciatore e allenatore, fatta di storie, soddisfazioni ma anche di tante opportunità mancate: “Sinceramente non so spiegarmi perché non sia rimasto a certi livelli, eppure come allenatore ho vinto quasi in tutte le categorie. Dopo l’esperienza sulla panchina dell’Ascoli in Serie A con Marco Giampaolo, ripartii ancora una volta dalla Serie D, accettando la proposta del Brindisi. Anche lì vinsi il campionato”. L’impresa più grande nel 2011 con la salvezza dell’Ascoli in Serie B: “Quando fui chiamato la squadra era ultima in classifica, con una pesante penalizzazione, ed a quindici punti dalla salvezza, farcela in quella situazione fu come vincere uno scudetto”.
“Ho avuto la fortuna di allenare tanti calciatori forti” racconta ancora Silva, “ma la soddisfazione più grande è stata la scoperta di Simone Zaza. Era nel Viareggio, in C, mi mostrarono un dvd con i suoi gol, chiesi ai dirigenti dell’Ascoli di prenderlo subito. Con me fece 18 gol in 28 partite”. Me nel suo Ascoli ci sono stati anche Quagliarella, Ferrante, Budan, Bjelanovic tanto per citarne qualcuno: “Allenare gli attaccanti mi esalta, è un tuffo nel passato”.
“Senza calcio non posso vivere, ho ancora voglia di allenare, di sentire l’odore del campo” prosegue Silva, “Ci crede che mostro personalmente ai miei attaccanti come si calcia? Sento di poter dare ancora molto, soprattutto ai giovani. Ecco perché negli ultimi anni ho accettato proposte in Serie D. Per me il calcio davvero non conosce categorie. Son rimasto in ottimi rapporti con Capello, Rivera, ho tanti amici nel calcio”. Sembra che il tempo si sia fermato per Silva. La sua voglia e la sua passione sono rimaste immutate, così come il desiderio di stupire ancora. Come un gol in rovesciata nel derby di Milano.
Fabrizio Caianiello