Siracusa, scoppia il caso Russotto: “Macchiata la mia professionalità”
Nell’ultimo turno di campionato nel girone I di Serie D, il Siracusa ha battuto di misura in casa la Nuova Igea Virtus per 1-0 grazie al gol di Vacca, ma ha destato attenzione anche quanto accaduto al capitano azzurro Andrea Russotto all’88’ del match. Il nuovo numero 10 del Siracusa, è stato vittima di uno spiacevole equivoco, così come spiega sfogandosi sui propri canali social.
Stando a quanto visto dagli arbitri di gara, appunto al minuto 88, Russotto avrebbe lanciato un secondo pallone in campo pur di interrompere una pericolosa azione offensiva avversaria. Il provvedimento, ovviamente, è il cartellino rosso e l’espulsione (dalla panchina) è effettivamente arrivata. Russotto, però, ha contestato il caso, spiegando come non sia assolutamente colpevole di un gesto così sleale e antisportivo. Tutto nel suo ultimo (indesiderato) sfogo social.
Russotto, pallone gettato in campo? Il capitano del Siracusa dice la sua…
“Mi ritrovo qui a dover giustificare qualcosa che non ho fatto… Di me si può dire che sono un giocatore spigoloso, di temperamento (forse talvolta anche troppo), uno di quelli che non ne fa passare una, ma non si può dire di me una cosa: che io sia una persona sleale – inizia fermamente il capitano del Siracusa Russotto. Non è giusto che venga giudicato per qualcosa che mai e poi mai farei e che è completamente lontano da quello che è il mio concetto di sport. Mai avrei interrotto un’azione avversaria lanciando in campo un secondo pallone – scrive l’ex Catania, appunto in maiuscolo. L’arbitro, su indicazione del suo assistente, l’ha pensata diversamente”.
“Purtroppo non posso fare nulla, contro quella che è stata una scelta del tutto sbagliata. Sono amareggiato, perché nel bene e nel male io ci ho sempre messo la faccia. Ho pagato quando ho sbagliato, ma non è giusto che debba pagare anche per qualcosa che non ho fatto e che mai farei. Ringrazio la mia società per il sostegno di queste ore, soprattutto per aver creduto all’uomo prima che al calciatore. Sono il capitano di questa squadra e voglio rappresentare i miei compagni e la mia società nel migliore dei modi e non è giusto che venga macchiata così la mia professionalità e la mia integrità sportiva e morale. Ora guardiamo avanti, pur con fatica e un profondo senso di ingiustizia”.