ALEX SIRRI (DIFENSORE SAMBENEDETTESE) A SERIED24 TALK – Torna SerieD24 Talk, l’appuntamento con la nostra redazione di calciatori, allenatori, presidenti e non solo. Oggi il nostro talk è tornato con Alex Sirri, difensore della Sambenedettese. Tanti i temi importanti trattati con il giocatore, dalla lotta in campionato con il Campobasso nel girone F fino alla salute mentale degli atleti. Di seguito, riportiamo l’intervista svolta durante la nostra trasmissione in streaming.
“Far parte di questa realtà e di questa squadra è un grande orgoglio, anche per il ruolo che ricopro – ha esordito al nostro programma Alex Sirri. Ho tante responsabilità, in girone difficile e che io paragono in toto al girone H. Sarà una sfida difficile quella con il Campobasso, ma noi lotteremo fino alla fine senza alcuna ombra di dubbio. La squadra a giugno era totalmente rinnovata, eravamo tutti nuovi e non ci conoscevamo. Nell’arco della stagione, però, abbiamo trovato quella forza e ci siamo compattati”.
Sull’esperienza al Brindisi: “Vivo molto bene qui a San Benedetto, poi Massi penso sia un grande presidente. Ha organizzato tutto bene e in pochissimo tempo. Sotto l’aspetto organizzativo posso dire che a San Benedetto mi son trovato meglio rispetto che a Brindisi, ma lì sono stato benissimo. Mi dispiace per il momento che sta vivendo in Serie C. So quanto desiderio avevano i tifosi brindisini di tornare in terza serie, dopo 33 anni di assenza nella categoria. Non posso altro che dire loro «in bocca al lupo», devono farsi forza per uscire da questa situazione”.
Passiamo al secondo aspetto di quest’intervista, una parentesi importante sulla salute mentale degli atleti nel mondo dello sport: “Una frase ricorrente nella mia carriera è stata: «Avessi avuto la testa, avresti giocati in Serie A». Non credo di non aver avuto testa. Io sono attivo sui miei social perché vorrei seguire tanti ragazzi, tanti giovani atleti, per occuparmi anche del loro stato di salute mentale, che nello sport e non solo è fondamentale e alle volte rischia di essere compromesso. Io vedo tantissimi ragazzi che all’età di 20, 22 anni, danno l’addio al calcio. Vorrei essere loro di supporto”.
“Ci sono ragazzi – continua Sirri – che, con pochi soldi e molto lavoro, arrivano alla fine del mese stremati. Alle volte questi periodi portano a subire depressione. Il sacrificio che ognuno di questi ragazzi fa dietro quel pallone non vengono visti. Io da dentro vedo più facilmente quel che fanno i ragazzi più giovani in questo mondo, vedo quel che subiscono. Ecco perché mi sono detto di voler dare un contributo a questi ragazzi, che ne hanno bisogno”.
Sulla parte finale di stagione che incombe: “Non ho dubbi sul fatto che ce la metteremo tutta nell’arco di questo finale di stagione. La squadra è importante e ha la giusta voglia, quella che serve per stare lì in classifica. È quello che cerco anche di trasmettere ai miei compagni, da chi gioca di più a chi gioca di meno. Serve avere sempre, anche per il discorso di sopra, la voglia di andare a fare un gol per la città, la voglia di andare a segnare per prendersi i tre punti, di vincere per la propria squadra, per il proprio club e per i propri tifosi. Esultare tutti insieme, con la città, per le vittorie che arrivano è la sensazione più bella”.
Sul mercato: “Sono onesto: prima di tutte le mie ultime esperienze – già a Cerignola – ho subito io stesso queste difficoltà di cui abbiamo parlato e, dopo la Serie C, ho dovuto accontentarmi in un certo senso della Serie D. Mi hanno cercato tante squadre dopo questi due anni, soprattutto nel girone H. Io, però, non ho mai avuto dubbi sulla permanenza perché avevo voglia di fare qualcosa di importante, per non dire un’impresa. Ce l’abbiamo fatta col Cerignola, che non riusciva a salire e alla fine è salito. Ce l’abbiamo fatta a Brindisi dopo 33 anni. Cerco le sfide difficili perché stimolano, questo è il punto. A inizio anno mi hanno cercato Trapani, Cavese, Andria, Barletta, Lamezia Terme… Al mio procuratore, però, ho chiesto «ma San Benedetto?». L’idea di giocare in un piccolo San Siro come il nostro campo, vedi la storia qual è, la piazza qual è, devi firmare. Sono stato subito convinto della mia scelta”.