Sona, il ds Maule: “Gruppo fantastico. E sulla fusione con il Chievo…”

Alla ribalta nazionale nella passata stagione per l’acquisto di Maicon e per l’esordio di Enrico Ruggeri in Serie D, il Sona ha adesso attirato l’attenzione degli addetti ai lavori per altri motivi. Il club veneto ha infatti raggiunto la salvezza con 45 punti, grazie a una rosa giovanissima e che a inizio anno aveva un’età media di 21.4 anni. Un campionato sicuramente positivo, raccontato a seried24.com dal direttore sportivo, Gabriel Maule. Ex Trento, Este e Gravina tra le tante, Maule ha parlato del perché ha scelto di tornare a Sona, del suo passato ma anche del suo futuro.

A proposito di futuro, il ds della squadra veneta ha detto la sua anche su una possibile fusione tra il Sona e il “nuovo” Chievo di Luca Campedelli, voce insistente nelle ultime settimane, dopo la smentita della Clivense di Pellissier. “È un’ipotesi che viene accostata al Sona già da mesi. Non so quanto sia possibile e fattibile, ma se dovesse concretizzarsi sarebbe una grande cosa per l’ambiente. Con Pacione, uno degli uomini di Campedelli e persona che conosco bene, non abbiamo mai approfondito il discorso – spiega Maule -. La volontà di Campedelli c’è, se no avrebbe dismesso l’attività del Bottagisio Sport Center. L’amore per il calcio non gli è passato, ma il concretizzarsi di questa ipotesi di cui si parla, non so quanto sia vera e possibile. Se un giorno me ne dovessero parlare e mi dovessero coinvolgere nel progetto, sarei felicissimo. Ovviamente non sarei io a decidere, ma loro”.

“Tornato a casa per esigenza. Ottima la gestione della società”

“La programmazione è fondamentale, è alla base di un ottimo lavoro. Nel calcio spesso si vuole vincere subito e non è sempre possibile per tante variabili”. Esordisce così Maule quando si parla del progetto Sona. Poi spiega i motivi che lo hanno spinto ad accettare: Quest’anno sono stato obbligato a tornare a casa, perché sapevo di avere un anno complicato. Mio padre aveva i mesi contati e quindi sono tornato a giugno 2021. È deceduto a febbraio, due giorni prima del suo compleanno. Io volevo stare accanto a mia mamma – spiega Maule -. Aver la possibilità di lavorare vicino è stato importante. Non stare accanto ai miei cari mi avrebbe fatto sentire un irresponsabile”.

“Qui ho lavorato con persone che mi hanno agevolato anche in momenti difficili, durante l’addio di mio padre. La società mi è stata molto vicina, così come i ragazzi. Umanamente è un gruppo di grande valore, uno dei migliori che io abbia mai avuto“. Poi Maule trae un bilancio della stagione del Sona. “Campionato ovviamente positivo. Abbiamo deciso di puntare su giovani di prospettiva e di qualità, ma quando fai squadre così non è semplice trovare ragazzi già formati a livello di personalità e carattere – spiega Maule -. A 20 anni ci sta non avere il carattere che hai a 25, perché il vissuto ti forma anche da quel punto di vista. Su questo sapevamo di poter andare in difficoltà, ma i ragazzi sono stati bravi ad affrontare sempre tutto con la giusta mentalità, anche nei momenti complicati. La società ha gestito benissimo tutto, dalla foresteria alla puntualità nei rimborsi“.

“Damini diventerà un top, felice per Carnelos”

Una vittoria del gruppo, quella del Sona composto da tanti giovani. Maule ci tiene a ringraziare tutti per il supporto: “Sono contento dei ragazzi, hanno tutti fatto benissimo. Mi è piaciuto Carnelos, portiere arrivato dall’Udinese dopo un infortunio e in cerca di riscatto. Ha fatto bene. – spiega Gabriele Maule – Mi dispiace soltanto non aver avuto a lungo a disposizione gente come Alba, Toskic, fermati da un infortunio. Tanti altri giovani sono stati importanti, come Murtas arrivato dal Carbonia, ma anche Sylla, che è un ’00. Lui è un giocatore che potrebbe stare tra i professionisti, ma essendo extracomunitario il regolamento non glielo permette. Applausi anche per i vecchi, che poi sono giovanissimi, tutti ’99 e ’98 come Barellini o Di Nardo, Marchesini. Tutti ragazzi che hanno completato un processo di maturità e sono stati protagonisti”.

In seguito il ds del Sona rivolge i complimenti anche allo staff tecnico. “Lo scorso anno era una squadra più di categoria, più esperta, era più semplice salvarsi. Quest’anno invece sono stati bravissimi i ragazzi perché non era scontato confermarsi. Damini era alla sua prima esperienza in Serie D – spiega Maule – È un allenatore giovane e che secondo me crescerà molto. Con l’esperienza raggiungerà il livello di grandi allenatori come per esempio Gaburro e Andreucci, con cui ho avuto il piacere di collaborare in passato. Vorrei ringraziare ovviamente anche Cogliandro, succeduto prima a Damini e poi sostituito ancora dallo stesso. A inizio campionato eravamo in alto e potevamo anche pensare a qualcosa in più, ma va bene così. L’importane che i ragazzi siano cresciuti sotto ogni punto di vista”.

Maule, ds del Sona: “Salvezza per mio padre e Valbusa”

In conclusione, Gabriel Maule ha parlato del suo passato, ma anche del suo futuro. “Il girone più complesso che io abbia fatto è il girone H, ma non solo per la qualità delle squadre. Per l’ambiente, per i tifosi, cose che qui non esistono. Dura dare un voto alla mia esperienza a Gravina, frenata dal covid, ma mi sono sentito a casa – spiega il ds del Sona – Tutte le mie avventure sono state tasselli importanti per la mia formazione, perché la mia voglia di migliorarmi cresce di giorno in giorno. Ho sacrificato tanto nella vita per poter arrivare a fare calcio tra i professionisti. Non ci sono ancora riuscito, ma mi piacerebbe farlo perché dimostrare a sé stessi di saper anche vincere è importante”.

Poi Maule interrompe il discorso per dedicare la salvezza a due persone a lui care. “Dedico la salvezza a mio padre e all’ex patron del Sona, Gianfranco Valbusa (il “mago”). A mio padre ero ovviamente legatissimo, ma anche Valbusa è stato fondamentale per me. Era una persona di caratura superiore”. Infine, l’ex ds del Gravina conclude: “Ad oggi nessuna società che vuole vincere mi ha cercato perché bisogna dimostrare di anno in anno, ma penso che il mio prossimo passaggio sia provare a salire di categoria. Vorrei farlo con il Sona, ma se non fosse possibile ci proverei altrove. Ho fatto quattro gironi diversi e non ho mai giocato un playout, le mie vittorie sono state le salvezze”.

Che sia Sona o altrove non importa. Gabriel Maule vuole adesso spiccare il volo tra i professionisti. Chissà, magari entrando nella storia del club come “il direttore sportivo della rinascita del Chievo di Campedelli”.

A cura di Domenico Cannizzaro

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