“E’ gratificante indossare questa maglia, rappresentare questi colori e indossare la fascia di capitano. Per me è un orgoglio essere il punto di riferimento di tanti giovani“, esordisce così Adriano Mezavilla, calciatore classe 1983 del Sorrento. Per il brasiliano, nato a Maringa, sono tante le soddisfazioni vissute nel corso della carriera. Un percorso prestigioso con le maglie di tante piazze importanti del calcio italiano: quelle di Pisa, Perugia, Juve Stabia e Catania, tra le altre. Dai consigli di Walter Zenga, agli aneddoti su Papu Gomez, fino ad arrivare alla sua ultima e attuale esperienza, quella da capitano con il Sorrento. Adriano Mezavilla si racconta ai microfoni di seried24.
Tanta esperienza al servizio di una piazza importante. Il Sorrento milita nel girone H di Serie D, ma l’amore tra il club e il suo capitano non nasce oggi: “Conoscevo questa piazza prima di giocarci, so che ha una bellissima storia con un passato glorioso alle spalle. Quest’anno la società era partita con l’intenzione di fare un campionato tranquillo. La squadra sta alternando buoni e cattivi risultati, ma alla fine ci troviamo nelle zone alte della classifica con pochi punti di distanza dai play-off“.
Il desiderio è quello di terminare il campionato dando il massimo, senza pensare troppo agli obiettivi: “Vogliamo dare il meglio in queste ultime giornate di campionato, raccogliere più punti possibili e terminare la stagione con estrema tranquillità. Dobbiamo onorare questa annata e cercheremo di dare il massimo“.
Dalle parole di un calciatore e di un capitano esperto come Mezavilla si percepisce una grande stima verso la società. Un fattore importante per il brasiliano sono i giovani, centro del presente e del futuro.
“La società punta molto sui giovani. Il Sorrento è molto attento su questo aspetto nelle ultime stagioni, in questi campionati promesse promettenti e forti ti costruiscono metà squadra. Nella nostra rosa molti giovani hanno trovato spazio e disputato tante partite, vedi Del Sorbo in porta e non solo, questo è un segnale importante. Io cerco di dare loro una grande mano, se serve anche qualche consiglio. L’importante è essere presente, e far capire dove sbagliano e dove possono migliorare“.
Moltissime sono le stagioni passate tra i professionisti. Mezavilla ricostruisce le fasi più importanti, dal Pisa al Catania, senza nascondere qualche rammarico: “Ho passato grandi annate tra i professionisti. Ricordo quando vestivo la maglia del Pisa, sotto la guida di Gian Piero Ventura arrivammo a disputare i play-off in Serie B, che perdemmo in semifinale contro il Lecce poi promosso in Serie A. In quella stagione è da sottolineare il grande campionato di Chievo Verona e Bologna, che disputarono un torneo a parte“.
La grande chance e il mancato debutto in Serie A: “Successivamente sono tornato dal prestito a Pisa al Catania. Volevo giocarmi le carte e magari, perché no, debuttare con i siciliani in Serie A. Purtroppo per giocare con continuità non ho seguito le indicazioni del mio allenatore, Walter Zenga, e sono andato via. Non ho seguito il suo consiglio, ero comunque un ragazzo giovane, e ho accettato il Perugia, che si trovava in Serie C“.
“Sono andato via dal Catania dei vari argentini: Papu Gomez e Barrientos, tra questi. Erano sempre insieme, parlavano sempre spagnolo ed era una bella comitiva. Un bel gruppo. Ho attraversato Catania anche quando ci giocavano tanti brasiliani. Parlo di César, Menegazzo e Jeda, e si creò tra noi una grande alchimia. Quando ti trovi con i tuoi connazionali, ti manca il tuo paese e inizi a passare tanto tempo insieme”.
Due maglie importanti per il capitano del Sorrento: Perugia e Juve Stabia: “L’ex presidente del Pisa, Covarelli, si trasferì a Perugia. Mi chiamò, questa è una piazza importante di calcio, accettai subito e mi trovai alla grande. Non dimentico neanche gli anni alla Juve Stabia, dove ho ottenuto i miei più grandi successi. Qui ho trascorso 6 stagioni, divise in due parti: la prima tra il 2010 e il 2014 mentre la seconda tra il 2018 e il 2020. Ho vinto due campionati di Serie C, e ho disputato ben 4 campionati di Serie B“.
“Mi sono trovato bene, ringrazio queste esperienze che mi hanno formato tanto. Amore e gratitudine, non nascondo che sono molto legato a queste due società“.
Infine, una battuta sulla Serie D e sul girone H: “Ho trascorso due stagioni in D, questo è un campionato combattuto. Leggo che il girone del Sorrento è addirittura quello più equilibrato, ma la capolista è scappata e ha ottenuto la promozione in Serie C con anticipo. Il Cerignola ha meritato, una squadra organizzata che ha saputo come sfruttare le sue potenzialità al massimo“.